Soprappensieri. Tutti gli articoli (1962-1971) Stampa E-mail

Giuseppe Berto

Soprappensieri. Tutti gli articoli (1962-1971)

Nino Aragno Editore, pagg.690, Euro 30,00

 

berto_soprappensieri  IL LIBRO – Pubblicati nel «Resto del Carlino» tra il 1962 e il 1971, gli articoli di Giuseppe Berto rivelano, a una rilettura odierna, tutta la loro sconvolgente attualità, tale da far considerare lo scrittore di Mogliano Veneto già quasi un ‘classico’ del nostro Novecento. E cos’è un classico se non un Autore che non solo sa parlarci del suo tempo ma sa proiettarsi nel tempo, restando dunque sempre attuale? Sono anni cruciali sia per il Nostro sia per l’Italia, che si collocano proprio durante la stesura e la lunga revisione del Male oscuro (1964), romanzo che ebbe uno straordinario successo di critica e di pubblico, tanto da diventare un autentico ‘caso’ letterario (150 mila copie vendute solo nei primi 10 mesi di pubblicazione). Un decennio assai produttivo, che faceva seguito a un decennale silenzio dovuto alla nota malattia nervosa-depressiva dell’autore, nel quale si collocano, oltre al Male oscuro, varie altre opere di assoluto valore. All’interno di questo decennio, già di per sé fecondo sul piano narrativo (e anche cinematografico, se consideriamo la sua intensa attività di sceneggiatore), vanno appunto aggiunti i numerosi articoli, in forma perlopiù di ‘elzeviri’, scritti da Berto per «Il Resto del Carlino». Una lettura attenta di questi articoli permette, dunque, al di là del loro valore intrinsecamente letterario, di scandagliare la Stimmung bertiana di quegli anni rispetto a tanti e variegati temi di attualità, che vanno da quelli personali (la nevrosi e l’atteggiamento di Berto verso la religione, ricordi e divagazioni,psicoanalisi e scrittura) a quelli più generali sulla società italiana: costumi, politica, storia, evoluzione sessuale, cinema, teatro, e, pur sempre, la letteratura. A invitare lo scrittore al «Carlino» era stato Giovanni Spadolini (convinto estimatore di Berto), che ne fu direttore dal 1955 al 1968, prima di passare alla direzione del «Corriere della Sera» (1968-1972). Il quotidiano bolognese diventa pertanto non solo una naturale ‘palestra’ degli umori (e malumori) critico-creativi di Berto ma anche un’ideale e democratica tribuna attraverso la quale dialogare con se stesso e con i propri lettori. Sono temi che Berto tratta sempre con tono pacato, umano, (auto) ironico, limpido, indipendente e riflessivo, non distante del resto da quello che conosciamo dalla sua narrativa. Al ‘Bepi’, come veniva affettuosamente chiamato dai suoi amici più cari, mancava del tutto l’animosità aggressiva di certi suoi faziosi colleghi, maîtres à penser.

  DAL TESTO – “Domenica 9 dicembre, giocando in casa contro il Milan la Roma perdette malamente la partita. Il giorno dopo un quotidiano romano della sera così diceva in un grosso sottotitolo: «La squadra giallorossa naufragata davanti ai campioni affatto irresistibili». Ormai sono molti coloro che usano erroneamente l'avverbio «affatto», specie scrivendo o parlando in frena, come succede nei giornali e nelle interviste radiotelevisive, però è la prima volta che lo vedo erroneamente usato con una così grande spavalderia tipografica. «Affatto irresistibili», secondo il pensiero di chi ha scritto il sottotitolo, voleva dire «per niente irresistibili», siccome «affatto» ha valore positivo e non negativo, ha scritto proprio il contrario, ossia «grandemente, sommamente irresistibili». Eppure, essendo la lingua una cosa viva, ed essendo viva appunto nella bocca dei più, gli ignoranti finiranno per prevalere, com'è sempre accaduto anche in tempi meno democratici del nostro. Già oggi l'espressione «donna affatto bella» che inequivocabilmente significa «donna bellissima », è ricercata, per non dire leziosa, e dagli scrittori contemporanei viene usata soltanto raramente, per ottenere particolari effetti. Non solo, ma il migliore e più moderno vocabolario della lingua italiana, che disgraziatamente, disperso com'è nei suoi dicci volumi del Dizionario Enciclopedico Italiano, non è di basso costo né di agevole consultazione, già comincia a chiudere un occhio su «affatto» usato in senso negativo nelle risposte: non lo associa ma dice che è di uso piuttosto corrente, quasi accettando che la negazione possa essere sostituita da un cenno del capo o da un'espressione del viso. «Ti piace quella donna?» si domanda a uno. E quello che fa una smorfia e risponde: «Affatto», non lasciando alcun dubbio sul significato della risposta. Verrà dunque il tempo in cui «affatto bella» significherà legittimamente «bruttissima» e i letterati pedanti non avranno più niente da dire, come niente possono dire a proposito delle espressioni «non ho visto nessuno», «non ho comprato nulla» che, un tempo, erano sicuramente errori. Io, comunque, a costo di essere considerato letterato pedante, lascio questi processi linguistici ai posteri e protesto contro quell'«affatto irresistibili» che avrebbe dovuto essere «niente affatto irresistibili»”.

  L’AUTORE – Giuseppe Berto (1914-1978) esordì nel 1947 con il romanzo Il cielo è rosso. Dopo il disastro di El Alamein combatté la battaglia di Mareth, che ispirò l’opera Guerra in camicia nera, del 1955. Con Il male oscuro (1964, Premio Viareggio e Premio Campiello) ottenne il grande successo di critica e di pubblico. Collaborò a diverse sceneggiature cinematografiche, lavorando tra gli altri con Alberto Lattuada e Pietro Germi. Tra le sue opere ricordiamo inoltre Anonimo veneziano e La gloria, editi da BUR.

  INDICE DELL’OPERA - Giuseppe Berto elzevirista del «Resto del Carlino» (1962-1971), di  Luigi Fontanella - Nota bibliografica – Soprappensieri – 1962 – 1963 – 1964 – 1965 – 1966 – 1967 – 1968 – 1969 – 1970 – 1971 - Conclusione