Guerra in camicia nera |
Giuseppe Berto Guerra in camicia nera BUR, pagg.224, Euro 9,20
IL LIBRO – Settembre 1942-maggio 1943: è l’intervallo in cui si svolgono, sul fronte africano del secondo conflitto mondiale, le vicende raccontate da Giuseppe Berto nel suo “diario di guerra”. Biondo e scapigliato capo manipolo in camicia nera, il personaggio-Berto che anima questo memoir è un ben strano volontario, che parte a tutti i costi per l’Africa, salvo confessare subito la sua “profonda avversione per le divise”. Il resoconto di quei mesi passati sotto il cielo africano, dell’attesa estenuante del combattimento e dello scontro, è opera realistica e insieme di pura invenzione, romanzo che Berto stesso indicava come il “libro spartiacque” nel proprio itinerario di scrittore. La sua voce di autore irregolare, tra i più interessanti del nostro Novecento, si libera in queste pagine da qualsiasi retorica per chiedere, con sobria onestà, che “la guerra sia finalmente perdonata”. DAL TESTO – "Passiamo le giornate stando sdraiati oziosamente nelle buche. Almeno riuscissi a studiare: una delle mie cassette è piena di libri di diritto e scienze politiche, che mi suscitano una viva repulsione al solo pensarci. Non vorrei che questa repulsione significasse una, sia pure inconscia, sfiducia nella vittoria. In effetti, io mi sono iscritto alla facoltà di scienze politiche soltanto per potere, una volta laureato, concorrere ad un posto nell'amministrazione coloniale. Ma, se noi perdessimo la guerra, perderemmo anche le colonie, e la laurea non mi servirebbe a nulla. Che sia questa la ragione ultima della mia poca voglia di studiare? "Veramente, non ne ho mai avuta molta, di voglia di studiare, neppure in circostanze più favorevoli di questa e mi sono sempre industriato a perdere il mio tempo in qualche altro modo, magari in discussioni inutili come quelle che faccio qui col sottotenente medico. Anche se cerchiamo di evitarlo, finiamo sempre per parlare di guerra o di politica, e ci irritiamo senza alcun costrutto. Una delle tante seccature della vita militare, è che essa ci impone perfino i compagni coi quali dobbiamo vivere. Tuttavia il dottore è sempre preferibile agli altri e le nostre liti in fondo durano poco. "L'inerzia ci fa addirittura desiderare che il nemico affretti il suo attacco. Noi siamo pronti. Certo, le postazioni potrebbero essere ancora migliorate, ma è difficile convincerne i militi. Rispondono che non sono venuti volontari in guerra solo per maneggiare pale e picconi. Ogni tanto, per non lasciarci completamente arrugginire, facciamo delle esercitazioni d'allarme". L’AUTORE - Giuseppe Berto (1914-1978) esordì nel 1947 con il romanzo Il cielo è rosso. Dopo il disastro di El Alamein combatté la battaglia di Mareth, che ispirò l’opera Guerra in camicia nera, del 1955. Con Il male oscuro (1964, Premio Viareggio e Premio Campiello) ottenne il grande successo di critica e di pubblico. Collaborò a diverse sceneggiature cinematografiche, lavorando tra gli altri con Alberto Lattuada e Pietro Germi. Tra le sue opere ricordiamo inoltre Anonimo veneziano e La gloria, disponibili in BUR.
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