Il giudaismo nella musica |
Richard W. Wagner
IL LIBRO – Richard Wagner è riconosciuto come uno dei più importanti musicisti di ogni epoca; per molti è il più grande compositore romantico, per Nietzsche il massimo esempio dello spirito dionisiaco nella storia della musica stessa. Non tutti sanno, però, che Wagner fu un convinto antisemita; precursore e propugnatore delle tesi razziste che, proprio negli anni in cui scriveva questo pamphlet, stavano cominciando a depositarsi nella coscienza collettiva del popolo tedesco. Tesi forti, basate sull'ideologia del pangermanismo e della superiorità della razza ariana; tesi che confluiranno nell'antisemitismo nazista. Dopo lo scandalo dei "Quaderni neri" di Heidegger, questo manifesto dell'antisemitismo wagneriano, poco conosciuto e praticamente introvabile, consente di fare un ulteriore passo avanti nella comprensione delle origini di un male che ha attraversato dall'interno i gangli vitali della cultura europea. DAL TESTO – "L'ebreo non ha mai avuto un'arte propria e perciò la sua vita non ha mai posseduto un valore artistico né oggi si potrebbero trovare in lui elementi artistici di umano interesse generale; al contrario nell'ebreo si trova solo il bizzarro modo di esprimersi di cui abbiamo parlato sopra. Perciò al compositore ebreo si presenta, come unica possibilità di espressione musicale dello spirito del suo popolo, la celebrazione musicale del culto di Jahvè: la sinagoga è l'unica fonte dalla quale egli può trarre motivi artistici di origine popolare a lui comprensibili. Sebbene possiamo immaginare l'originaria nobiltà e solennità di questi canti religiosi nella loro primitiva purezza, tuttavia dobbiamo riconoscere che essi sono giunti a noi alterati nel modo più ripugnante: col passare dei millenni non è rimasto in essi alcunché di vitale e tutto è rimasto in una forma rigida e priva di sviluppo, come è nel giudaismo in generale. Una forma che non viene mai rinnovata e rianimata, muore; un'espressione, il cui contenuto ha smesso da tempo di essere un vivo sentimento, diventa insignificante e si distorce. Chi non ha avuto occasione di rendersi conto di quanto siano ridicoli i canti religiosi in sinagoga? Chi non è stato colto da un forte senso di disgusto, misto a orrore e ridicolo, nell'ascoltare quei canti pieni di gorgheggi e schiamazzi che turbano i sensi e lo spirito e che nessuna caricatura saprebbe rendere più ripugnante di come essi sono quando sono cantati seriamente? Ai giorni nostri uno spirito di riforma si è manifestato di nuovo in questi canti cercando di restituirne l'antica purezza: tuttavia, il risultato ottenuto dai ceti colti e razionali e razionali del giudaismo è stato, naturalmente, solo un tentativo infruttuoso perché calato dall'alto; per tale motivo questo tentativo non ha attecchito alla radice da diventare una fonte per l'ebreo colto, in cerca della vera sorgente popolare, in cui potesse trovare gli elementi necessari per le proprie creazioni artistiche." L'AUTORE – Richard Wagner (1813-1883) fu compositore, poeta, librettista, regista teatrale, direttore d'orchestra e saggista tedesco. È riconosciuto come uno dei più importanti musicisti di ogni epoca, nonché massimo esponente del romanticismo musicale. Tra le sue composizioni più importanti, non si possono non citare "L'olandese volante", "L'anello del Nibelungo", "Tristano e Isotta", "Parsifal e l'Idillio di Sigfrido". Fu anche un prolifico saggista; tra i suoi testi più famosi: "L'arte e la rivoluzione" (1849); "L'opera d'arte dell'avvenire" (1849); "Opera e dramma" (1851). INDICE DELL'OPERA – Premessa - Il giudaismo nella musica (1850) – Postfazione, di Leonardo V. Distaso (1. Il decennio 1840-1850: esperienze, opere, riflessioni - 2. I caratteri dell'antisemitismo wagneriano) |