Futurismo come prefascismo Stampa E-mail

Franco Ferrarotti

Futurismo come prefascismo
Emozione contro ragione
Il filo rosso della storia italiana


Edizioni Solfanelli, pagg.144, € 12,00

 

ferrarotti futurismo  IL LIBRO – L'intento di questo libro consiste nel sottolineare una caratteristica fondamentale della storia italiana, un filo rosso che vede l'emozione contro la ragione, l'improvvisazione e i lazzi della commedia dell'arte, priva com'è noto di una trama, contro il calcolo razionale o, quanto meno, il progetto ragionevole.
  Il movimento futurista, che riflette la crisi della società elitaria, ha indubbie ricadute sociali e politiche, implica il passaggio da una liberal-democrazia di notabili a un regime democratico di massa, che paradossalmente trova nel fascismo il suo sbocco mortale e finisce per giustificare la dittatura.
  Il dialogo dei futuristi con i fascisti è intenso. Con il prevalere e il consolidarsi dei Fasci (dai quali Marinetti e altri futuristi si distaccheranno nella primavera del 1920) prende inizio la dissoluzione del futurismo in quanto effettivo movimento d'avanguardia.

  DAL TESTO – "I futuristi scelgono la tematica metallica, cantando la macchina, l'aereo, l'automobile, ecc., ma le loro poesie non superano l'esteriorità. Non c'è grande originalità nella scelta dei temi: prima di loro il treno è stato cantato da Verhaeren (e da Carducci), la velocità da Blaise Cendras, l'aereo da Apollinaire.
  "L'aspetto regressivo dell'ideologia futurista della macchina non consiste tanto nell'adesione acritica al modernismo meccanico, anzi tale adesione si presenta reattivo e purificatorio nei confronti delle estenuazioni simboliste e risponde all'impulso di creare un'arte adeguata ai nuovi tempi. L'aspetto regressivo va colto più in profondità, là dove l'estetica e l'ideologia della macchina si incontrano con l'estetica e l'ideologia della guerra.
  "Esiste una stretta correlazione tra il dominio completo sulla natura, la metallizzazione del corpo e dell'ambiente umano e l'ineliminabilità della guerra.
  "Metallizzare il corpo significa tendere al superamento della morte, ma significa anche precludergli tutta una gamma di affetti e sensazioni come l'amore, la sensualità, la tenerezza: «Noi futuristi, barbari raffinatissimi, ma virilissimi, ...parliamo in nome della razza che esige maschi e donne fecondate. La fecondità, per una razza come la nostra, è in caso di guerra la sua difesa indispensabile, e in tempo di pace la sua ricchezza di braccia lavoratrici e di teste geniali».
  "I futuristi credono che la macchina abbia una propria volontà; sembrano ignorare che è prodotta e controllata dall'uomo. Marinetti trascura completamente la funzione dell'uomo in tutte queste invenzioni miracolose, come un primitivo ammira la macchina dimenticando che essa è stata creata dall'uomo."

  L'AUTORE – Franco Ferrarotti è professore emerito di sociologia all'Università di Roma "La Sapienza"; vincitore del primo concorso bandito in Italia per questa materia; già responsabile della divisione "Facteurs sociaux" all'OECE, ora OCSE, a Parigi; fondatore con Nicola Abbagnano dei Quaderni di sociologia nel 1951; dal 1967 dirige La Critica sociologica; nel 1978 nominato "directeur d'études" alla Maison des Sciences de l'Homme a Parigi; insignito del premio per la carriera dall'Accademia nazionale dei Lincei il 20 giugno 2001; nominato Cavaliere di Gran Croce l'11 novembre 2005 dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Numerose sue pubblicazioni sono state tradotte all'estero. Ha insegnato e condotto ricerche presso molte università straniere. Per le Edizioni Solfanelli ha pubblicato: "L'arte nella società" (2007), "Il senso della sociologia" (2008), "Fondi di bottiglia" (2008), "Lettere al Presidente" (2009), "L'immaginario collettivo americano" (2010), "Musica e Società. Il caso Puccini" (2011), "Il paradosso italiano" (2012), "Un popolo di frenetici informatissimi idioti" (2012), "L'Europa al bivio" (2013), "La parola e l'immagine" (2014), "Idee e Società" (2015), "Il primo centro-sinistra. Le ragioni di una sconfitta" (2015), "La bipolarità tendenziale nelle società industrializzate" (2015), "Futurismo come prefascismo" (2016), "I miei anni con Adriano Olivetti" (2016) e "Thorstein Bunde Veblen. L'ultimo dei «muckrakers»" (2016).

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione – I. La contraddizione fondamentale: esaltare la macchina, ma rifiutarne la disciplina (1. "Belle époque" e decadenza - 2. La crisi della società - 3. La reazione contro la scienza e il positivismo) – II. Crisi sociale e soggettivismo lirico (1. Il mito della decadenza e l'avanguardia - 2. I futuristi: espressione e cantori della crisi - 3. L'estetica della violenza) – III. La macchina idolatrata (1. Contraddizioni formali - 2. L'idolo dei futuristi - 3. Il contesto storico-economico) – IV. Il dubbio trionfo dell'homo faber (1. L'uomo futurista, protesi della macchina - 2. Il sensualismo tecnologico marinettiano e lo sviluppo industriale - 3. Il mito della velocità) – V. Rivoluzione soggettiva e protesta operaia (1. Il movimento futurista resta un fenomeno borghese - 2. Arte futurista, scienza e tecnologia - 3. Velocità, metallizzazione del corpo e inevitabilità della guerra) – VI. La rivoluzione piccolo-borghese: premessa del nazionalismo fascista (1. Il primo manifesto politico futurista - 2. Elogio della violenza e apologia dell'azione - 3. Futurismo, dannunzianesimo, nazionalismo: gli ingredienti preparatori della dittatura fascista) – Appendici – I. Le avanguardie nel contesto sociale: il caso del futurismo – II. Fondation et manifeste du futurisme - L'Autore