Convenzione, forma, potenza |
Emanuele Castrucci
IL LIBRO – Le decisioni politiche costituenti che inaugurano la modernità determinano, come è noto, la forma giuridica dell'ordine convenzionale. Ma la prospettiva epistemologica convenzionalista che ne deriva, e che si rende in questo modo dominante, non può - e nemmeno intende - soddisfare quella che resta un'antica esigenza, di importanza primaria, della filosofia politica: l'esigenza di ricondurre l'idea di ordine ad un radicamento simbolico sostanziale che le fornisca significato. DAL TESTO – "L'intuizione di partenza, che l'opera di Schmitt tiene costantemente a valorizzare, è insomma quella per cui ogni soggetto o compagine politica che tenga all'equilibrio non deve tanto preoccuparsi di difendere ad oltranza lo status quo occasionale raggiunto in un particolare momento storico, quanto piuttosto impegnarsi a difendere il nomos fondamentale dell'ordinamento. Questo nomos risulta conoscibile dal modo specifico in cui - all'interno delle varie formazioni, di rilevanza storico-culturale ed economico-sociale che lo compongono - si rapportano tra loro le tre attività di appropriazione, distribuzione e produzione, fino a costituire un'unità ben riconoscibile di ordinamento (Ordnung) e di localizzazione nello spazio (Ortung). A far saltare l'ordinamento, ritiene Schmitt, è invece essenzialmente - a partire dalla metà del secolo ventesimo - la guerra d'annientamento totale, destinata ad essere condotta talora, per una sorta di paradosso, in nome di ideologie tendenti all'eliminazione della guerra, - ideologie inconsapevoli del fatto che la delimitazione (e non già l'utopica abolizione) della guerra era stata, fino al secolo scorso, la principale realizzazione del diritto internazionale nella sua lunga storia apportatrice di civilizzazione." L'AUTORE – Emanuele Castrucci insegna Filosofia politica nell'Università di Siena. Tra le sue pubblicazioni: "Convenzione, forma, potenza. Scritti di storia delle idee e di filosofia giuridico-politica", 2 voll. (Giuffrè, 2003); "Ricognizioni. Quattro studi di critica della cultura" (San Gallo, 2005); "Nomos e guerra. Glosse al Nomos della terra di Carl Schmitt" (La scuola di Pitagora, 2011); "On the Idea of Potency. Juridical and Theological Roots of the Western Cultural Tradition" (Edinburgh University Press, 2015). INDICE DELL'OPERA – In limine – I. Ordine convenzionale e pensiero decisionista. Saggio sui presupposti intellettuali dello Stato moderno nel Seicento francese (1981) - Capitolo I. L'ordine convenzionale. Premessa teoretica - Capitolo II. Lo spirito scettico e la critica della ragione come premesse dell'ordine convenzionale - Capitolo III. Convenzionalismo e decisionismo - Capitolo IV. Il compimento dell'ordine convenzionale. Hobbes e il libertinismo francese – II. La forma e la decisione (1985) - Sezione prima. Estetica e politica nel Seicento europeo. La disgregazione della forma classica - Sezione seconda. Il teologico e il politico: Walter Benjamin e Carl Schmitt - Sezione terza. Percorsi oltre la forma e la decisione: Robert Musil e la 'vita buona' - Sezione quarta. Un accenno di ricostruzione: il Platone di Paul Valéry e il problema del 'fare creativo', rimodellatore delle forme – Appendice. Appunti e recensioni – III. Itinerari della forma giuridica. Studi sulla dottrina dello Stato tedesca del primo Novecento - Capitolo I. Il problema della «forma politica complessiva» nella dottrina dello Stato. L'analisi del principio monarchico - Capitolo II. Il significato del diritto internazionale e la clausola «rebus sic stantibus» - Capitolo III. Un presupposto teoretico necessario: la critica della filosofia del diritto neokantiana - Capitolo IV. «Volkswille» e «Rechtsidee» tra teoria politica e diritto costituzionale - Capitolo V. Il problema della giustizia internazionale e il «fondamento non scritto» del diritto – IV. Studi sull'idea di potenza. Le radici giuridiche e teologiche della tradizione culturale dell'Occidente – Appendice. Interventi e appunti - Indice dei nomi - Indice delle materie |