Il socialismo liberale di Bettino Craxi Stampa E-mail

Nunziante Mastrolia

Il socialismo liberale di Bettino Craxi

Licosia Edizioni, pagg.444, € 28,00

 

mastrolia craxi  IL LIBRO – Il libro si compone di tre parti. Nella prima parte l'autore sostiene la tesi della "necessità storica" del socialismo liberale perché una società aperta possa perdurare e prosperare. Nella seconda parte, Mastrolia sostiene, dopo aver passato al vaglio tutti gli atti dei lavori preparatori della Carta costituzionale, che la legge fondamentale della Repubblica italiana è fatta della stessa materia di cui è fatto il socialismo liberale. La terza parte, infine, è dedicata al pensiero politico di Bettino Craxi, che fu il primo - è questa la tesi che l'autore propone - a tentare di costruire una sinistra costituzionale in Italia, vale a dire una sinistra che potesse realmente aspirare alla guida del Paese. In quest'ultima parte un ampio spazio è dedicato anche al pensiero politico di Enrico Berlinguer e ai rapporti tra il PCI e il PSI.
  Scrive nella Prefazione Luciano Pellicani: "il libro di Mastrolia è particolarmente prezioso. Ricorda agli immemori che non è affatto vero quanto Giorgio Napolitano ha affermato durante il discorso tenuto per la commemorazione della figura di Antonio Giolitti; e cioè che il Psi di Craxi fu da ostacolo alla socialdemocratizzazione del Pci. È vero esattamente il contrario: fu Berlinguer, con la sua ostinata difesa del marxleninismo e con la sua apologetica esaltazione dell'Unione Sovietica, che sbarrò la strada alla cancellazione delle disastrose conseguenze della sciagurata scissione di Livorno."

  DAL TESTO – "Craxi è, dunque, il primo nella storia della sinistra italiana (e ci sarebbero buone ragioni per sostenere la tesi che è il primo nella storia della sinistra europea) ad andare al di là della socialdemocrazia classica, accettando pienamente il mercato, riconoscendolo anzi come uno strumento essenziale per la produzione di quelle ricchezze necessarie a garantire anche (attraverso l'intervento della politica) una maggiore giustizia sociale; rifiutando qualsiasi rivolgimento (violento o meno, graduale o meno) di quell'ordine liberal-democratico, che è stata la più importante conquista delle grandi rivoluzioni borghesi, le cui libertà, i cui valori sono anzi da considerarsi così importanti che per qualsiasi attore politico, capace di vedere al di là del proprio naso, diventa una priorità estenderli al più ampio numero di cittadini.
  "Eppure c'è dell'altro. La vera peculiarità di Craxi è che egli mantenne sempre una posizione di equidistanza tra lo Stato e il mercato, riconoscendo sempre chiaramente dell'uno e dell'altro pregi e difetti, virtù e peccati e mai si abbandonò a quell'atteggiamento, francamente imbarazzante, che è proprio del neo convertito che, abbandonata l'antica sua fede, si mostra tanto più zelante nel culto della nuova quanto più ha bisogno di convincere gli altri, prima ancora di se stesso, di essere un buon credente."

  L'AUTORE – Nunziante Mastrolia è autore di "Chi comanda a Pechino?" (Castelvecchi, 2008), "La grande transizione" (Rubbettino, 2011),"Dalla società aperta alla società chiusa" (Rubbettino, 2012). È coautore di "L'atomica di Kim" (Rubbettino, 2013) e ha curato con Luciano Pellicani la pubblicazione di "Le radici pagane della costituzione americana" (Ariele Edizioni, 2013).

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Luciano Pellicani – Introduzione - La necessità del socialismo liberale - Il socialismo liberale e la Costituzione repubblicana - Il socialismo liberale di Bettino Craxi - Conclusioni