Da Suez ad Aleppo Stampa E-mail

Antonello Battaglia

Da Suez ad Aleppo
La campagna alleata e il distaccamento italiano in Siria e Palestina
(1917-1921)


Edizioni Nuova Cultura, pagg.336, € 26,00

 

battaglia suez  IL LIBRO – Il 26 gennaio 1915 alcuni reparti della quarta armata ottomana, comandati dal generale tedesco Kress von Kressenstein, attaccarono il canale di Suez. Iniziava la Grande Guerra anche in quello strategico scacchiere. In un primo momento gli Alleati organizzarono una difesa passiva del canale, limitata al respingimento degli attacchi nemici ma dopo la fine della fallimentare campagna di Gallipoli, per la quale l'Egitto era stato una base di fondamentale importanza, la difesa di quel settore divenne attiva. Nell'agosto del 1916, infatti, le forze Alleate si lanciarono al contrattacco, sbaragliarono le forze turco-tedesche in Sinai e giunsero alle porte della Palestina. Nella tarda primavera del 1917, arrivò a Rafah il Distaccamento Italiano composto di trecento bersaglieri e un centinaio di carabinieri reali. Gli uomini, guidati dal maggiore D'Agostino, presero parte alla terza battaglia di Gaza, difesero valorosamente il settore di Khan Yunis ed entrarono, a seguito del generale britannico Allenby, trionfalmente a Gerusalemme. Dal 1918 furono impiegati nelle retrovie in servizi di polizia, vigilanza dei depositi, presidio degli snodi ferroviari, smistamento e sorveglianza dei prigionieri.
  Contestualmente agli eventi bellici, un'intensa attività diplomatica fece da sfondo all'azione del distaccamento. La vexata quaestio, alimentata dall'acceso spirito di competizione italiano nei confronti della Francia, riguardava l'ostinata volontà di Roma di tutelare i propri interessi in Palestina sostenendo la fine del protettorato transalpino in Terra Santa. Di contro, l'evidente ostracismo anglo-francese dovuto all'accordo segreto Sykes-Picot che, già nel maggio 1916, aveva decretato la spartizione di quella regione.

  DAL TESTO – "La censura [...] rilevava la preoccupante abbondanza di cartoline e immaginette sacre raffiguranti la natività e inneggianti la pace inviati dai soldati alle proprie famiglie. Il testo delle preghiere era poco consono allo spirito combattivo necessario al fronte pertanto si decise di bandire questi santini rivolgendosi alla curia gerosolimitana che ne curava l'edizione.
  "I soldati stavano bene ma la popolazione era affamata. I viveri erano scarsi e se non si fosse aperto lo sbocco di rifornimento da Gerico e dal Giordano, la situazione sarebbe diventata drammatica. La penuria alimentare era dovuto al taglio della via di rifornimento dei cereali conseguenza della guerra. Gli inglesi distribuivano non meno di quindicimila razioni giornaliere. Oltre quella alimentare, altre questioni urgentemente da risolvere erano quella giudiziaria e quella monetaria. Per quanto concerne quest'ultima, la moneta locale cartacea venne parificata all'oro ma perdeva dal 30 al 40% del suo valore. Gli arabi, sia per fame che per istigazione tedesca, iniziarono a protestare apertamente invocando il ritorno della dominazione ottomana. La tensione in città era alta, un drappello di bersaglieri di guardia a un aerodromo aprì in più di un'occasione il fuoco contro alcuni individui che nelle ore notturne cercavano di rubare della benzina. Altri militari italiani, di guardia a un ponte su una ferrovia, vennero attaccati a fucilate da un gruppo di beduini ma riuscirono a respingerlo. In quei giorni si trovavano nella Città Santa centocinquanta uomini delle forze Alleate tra cui venticinque carabinieri e trenta bersaglieri ma nelle settimane successive Allenby decise di ridurre il numero a un centinaio di unità, di cui cinquanta inglesi, venticinque francesi e venticinque italiani, tutti in servizio di polizia."

  L'AUTORE – Antonello Battaglia svolge attività di ricerca presso il dip.to di Studi Giuridici, Filosofici ed economici, di Sapienza, Università di Roma e insegna Storia delle Relazioni Internazionali al dip.to di Studi europei, americani e interculturali dello stesso ateneo. È consulente storico dello Stato Maggiore della Difesa presso cui è referente dei giovani ricercatori italiani di storia militare. Collabora con l'Archivio dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito, «Rivista Militare» e «Limes». È membro della Società Italiana di Storia Militare e del comitato di Roma dell'Istituto per lo Studio della Storia del Risorgimento Italiano. Autore di vari articoli e saggi in riviste italiane e internazionali. Tra le monografie: "L'Italia senza Roma", Roma, 2015; "Separatismo siciliano. I documenti militari", Roma, 2015; "Viaggio nell'Europa dell'est. Dalla Serbia al Levante ottomano", Roma, 2014; "Sicilia contesa. Separatismo, guerra e mafia", Roma, 2014; "La capitale contesa. Firenze, Roma e la Convenzione di Settembre (1864)", Roma, 2013; "I rapporti italo-francesi e le linee d'invasione transalpina (1859-1881)", Roma, 2012; "Il Risorgimento sul mare. La campagna navale del 1860-1861", Roma, 2012.

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione – Introduzione. Dal canale di Suez all'egemonia britannica – Lo scoppio del conflitto – L'attacco al Canale – Egitto e Mediterranean Expeditionary Force – La seconda offensiva – El Arish – L'avanzata nella Palestina meridionale – Gaza – L'arrivo del contingente italiano – L'offensiva su Beersheba e Gaza – L'affaire Picot – La Compagnia Cacciatori di Palestina – La ripresa delle operazioni militari – La seconda offensiva in Transgiordania – Megiddo e il terzo attacco – Damasco e Aleppo – Conclusioni. Lo scioglimento – Appendice n.1 – Appendice n.2 – Appendice n.3 – Nota archivistica