Tecnocrati del progresso |
Giovanni Borgognone
IL LIBRO – Tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, la cultura politica statunitense, per molti versi, cambiò volto: prendendo le mosse da un fruttuoso confronto con suggestioni provenienti dal Vecchio Continente, intellettuali e scienziati sociali, interrogandosi sui possibili rimedi ai malfunzionamenti del capitalismo privato e alla tendenziale distruzione dell'armonia sociale causata dagli effetti dell'industrialismo e della società di massa, abbandonarono, almeno in parte, il precedente ottimismo sull'"eccezionalità" americana rispetto allo statalismo europeo e riconsiderarono il ruolo del potere politico. In una costante tensione tra slancio utopistico e visione disincantata della democrazia, essi tendenzialmente sostituirono, dunque, a una mitica fiducia nel popolo l'aspirazione alla formazione di una nuova "élite", basata sulle "competenze". "Tecnocrati del progresso" propone, in tale prospettiva, un viaggio attraverso le idee che hanno plasmato le scienze sociali e ispirato le teorie politiche progressiste e "liberal" statunitensi nel corso del Novecento, producendo altresì significative reazioni, sia sul versante del conservatorismo, sia nell'ottica di un rinnovamento del radicalismo e del populismo. DAL TESTO – "In base a una delle tesi più note della scienza politica contemporanea, tutti i movimenti politici, anche quelli più ardentemente impegnati nel promuovere i principi democratici, sul versante pratico hanno manifestato forme organizzative e comportamenti «elitistici», tendenti cioè ad affermare il potere di minoranze dirigenti dotate di particolari abilità o risorse. Sul punto non si possono che richiamare le classiche tesi dei teorici europei delle «élites» - Gaetano Mosca, Vilfredo Pareto, Robert Michels - e in particolare la michelsiana «legge ferrea dell'oligarchia»: anche le società democratiche hanno bisogno di organizzazione e dalle esigenze organizzative deriva inesorabilmente la distinzione tra una minoranza dirigente e una maggioranza diretta [...]. Peculiare della cultura politica progressista statunitense, in questa prospettiva, è stata per larghi tratti l'esplicita teorizzazione dell'indispensabilità, in vista della realizzazione di un sistema democratico adeguato alle sfide della società complessa, di un correttivo «sofo-tecnocratico» a una visione considerata altrimenti ingenua e semplicistica della democrazia. L'AUTORE – Giovanni Borgognone è ricercatore di Storia delle dottrine politiche all'Università di Torino e membro della direzione delle riviste «Storia del pensiero politico» e «Passato e presente». Ha dedicato alle idee politiche degli Stati Uniti, e alle relazioni tra cultura politica europea e americana, diverse opere, tra cui "La destra americana. Dall'isolazionismo ai neocons" (2004), "Il socialismo dal basso. Hal Draper e la rifondazione democratica del marxismo" (2008), "Tea Party. La rivolta populista e la destra americana" (con Martino Mazzonis, 2012), "Storia degli Stati Uniti. La democrazia americana dalla fondazione all'era globale" (2013). INDICE DELL'OPERA – Introduzione – Ringraziamenti - Capitolo 1. Scienze sociali e progressismo (1.1. Università, economia corporata e Stato - 1.2. Storia e scienza politica - 1.3. Economia - 1.4. Sociologia - 1.5. Alle origini del progressismo) – Capitolo 2. Idee per plasmare il mondo (2.1. Il Metaphysical Club - 2.2. Dewey: l'individuo e l'organismo sociale - 2.3. Dewey: educazione e controllo sociale - 2.4. Dewey: liberalismo e democrazia) – Capitolo 3. Il progressismo al potere (3.1. Theodore Roosevelt: governo e interesse nazionale - 3.2. Il «laboratorio della democrazia» di La Follette - 3.3. Wilson: leadership e opinione pubblica - 3.4. Wilson: l'amministrazione - 3.5. Wilson e Brandeis: la nuova libertà) – Capitolo 4. Eugenetica progressista (4.1. Eugenetica transatlantica - 4.2. Eugenetica e scienze sociali - 4.3. Eugenetica e femminismo - 4.4. La popolarizzazione dell'eugenetica) – Capitolo 5. La repubblica sofocratica (5.1. Croly: la «democrazia progressista» - 5.2. Weyl e la «nuova repubblica» - 5.3. Lippmann: innovazione e controllo in politica - 5.4. Lippmann: democrazia, opinione pubblica ed esperti - 5.5. Il «pubblico fantasma» e la critica di Dewey a Lippman) – Capitolo 6. La repubblica degli ingegneri (6.1. L'organizzazione scientifica del lavoro - 6.2. Veblen: l'industria contro il business - 6.3. Taylorismo e planismo transatlantico) – Capitolo 7. Nuovo liberalismo (7.1. Roosevelt e il New Deal - 7.2. Il New Deal alla prova degli intellettuali - 7.3. Planismo e New Deal - 7.4. Liberalismo vecchio e nuovo) – Capitolo 8. Il movimento tecnocratico (8.1. Scott e Technocracy - 8.2. Loeb: dalla tecnocrazia al liberalismo - 8.3. L'immediata ricezione delle idee tecnocratiche) – Capitolo 9. Democrazia scientifica (9.1. Sociologia e scienza politica a Chicago - 9.2. Merriam: democrazia, pianificazione e civic training - 9.3. Lasswell: la politica come manipolazione di simboli) – Capitolo 10. Fascismo, comunismo e democrazia (10.1. Fascismo e new liberalism: comparazioni ed equazioni - 10.2. Comunismo «tecno-manageriale») – Capitolo 11. Capitalismo, socialismo e democrazia (11.1. Il futuro della democrazia tra pianificazione e burocrazia - 11.2. Tecnologia democratica - 11.3. Neocorporativismo - 11.4. Industria, università, élite manageriale) – Capitolo 12. Le nuove frontiere della tecnopolitica (12.1. «Nuova frontiera» e «Grande società» - 12.2. Modernità tecnomanageriale e teoria della modernizzazione - 12.3. La società funzionale e post-ideologica) – Capitolo 13. L'agonia del liberalismo americano (13.1. La rivolta contro la tecnopolitica - 13.2. Le repliche dei tecnocrati - 13.3. Il ritorno del popolo) – Bibliografia - Indice dei nomi |