Carnets (1936-1947) |
Victor Serge
IL LIBRO – L'opera più nota di Victor Serge - le "Memorie di un rivoluzionario" (pubblicate in edizione critica e integrale da Massari Editore) - termina con il suo arrivo in Messico, dove risiederà dal 1941 fino alla morte nel 1947. La nuova edizione dei "Carnets" riguarda proprio quest'ultimo periodo. Diario di bordo in presa diretta sulla realtà, questi taccuini fornivano al loro autore la materia prima della sua creazione letteraria e della sua riflessione politica, cui si ispirava per scrivere lettere, articoli, saggi, memorie, novelle, romanzi e poesie... Impossibile godersi la lettura dei "Carnets" senza avere almeno un'idea del contesto nel quale sono stati scritti. L'autore vi fa costantemente riferimento, spesso in modo implicito. I "Carnets" sono il laboratorio in cui si vede formare l'universo del "sé" dell'autore, in rapporto permanente con il "noi" che lo circonda: la scena tragica delle rivoluzioni tradite, ma in continuazione rinascenti. Anche le contraddizioni che insorgono tra la fragilità della soggettività e le necessità dell'azione collettiva ne costituiscono il tema centrale. Serge parla continuamente di sé, non delle proprie difficoltà personali, ma per indicare la prospettiva del narratore: il suo posto sulla scacchiera mondiale. Pagina dopo pagina, i "Carnets" danno prova di una fedeltà ostinata, di un'obbedienza totale e di un attaccamento appassionato al progetto rivoluzionario. Questo atteggiamento colloca Serge a fianco di George Orwell e agli antipodi di un Arthur Koestler. DAL TESTO – "Le mie tesi: che questa guerra sia profondamente diversa da quella del 1914-1918 alla quale fa seguito, e che implichi soprattutto elementi di guerra civile internazionale. (Vivaci dinieghi di M.P.) - Che la struttura economica del mondo è cambiata, dato che il capitalismo tradizionale fa posto all'economia pianificata e guidata, dunque tendenzialmente collettivistica, che può essere quella dei monopoli, dei partiti totalitari - o di democrazie di tipo nuovo, se queste riusciranno a nascere (vivaci dinieghi di M.P.). - Che le sconfitte del socialismo europeo non sono unicamente imputabili all'insufficienza dei dirigenti, benché questa conti, ma si spiegano di più con la decadenza della classe operaia e del socialismo a causa della tecnologia moderna (disoccupazione cronica, declassamento dei disoccupati, enorme aumento della capacità di produzione delle macchine, con minor manodopera; accresciuta influenza dei tecnici.) (M.P. respinge l'insieme di questi punti di vista senza cercare di confutarli; e parlare di un indebolimento della classe operaia in quanto classe sembra a tutti un sacrilegio... Che posso farci se è la verità? Un bravo vecchio bolscevico, di quelli che ci espulsero e ci schiaffarono dentro prima di farsi fucilare essi stessi, mi risponderebbe: «Non c'è verità che possa prevalere sull'interesse del partito...») - Che siamo trascinati dalla corrente di un'immensa rivoluzione, ma che la rivoluzione russa non si ripeterà, se non con episodi secondari. Che il socialismo deve rinunciare alle idee di dittatura e di egemonia operaia, e farsi rappresentante di grandi masse tra le quali germoglia una coscienza filosocialista, oscura e senza terminologia dottrinaria. - Che l'essenziale, per il futuro immediatamente vicino, sarà ottenere il ristabilimento delle tradizionali libertà democratiche, condizione per la rinascita del movimento operaio e del movimento socialista; che dobbiamo tentare di uscire dal nulla in cui siamo, cercare l'appoggio e la simpatia delle masse democratiche ovunque ve ne siano, farci capire da loro, rinnovare le nostre idee. - Che lo stalinismo che ha formato e nutrito i movimenti di resistenza armati in Francia, Jugoslavia, Grecia e altrove, rappresenta il pericolo peggiore, il pericolo mortale che saremmo pazzi a pretendere di affrontare da soli." L'AUTORE – Victor Serge (Viktor L'vovic Kibal'cic), giornalista e saggista, storico e romanziere, (Bruxelles, 1890 - Città del Messico, 1947) è una delle figure più affascinanti del movimento rivoluzionario della prima metà del Novecento. Anarchico in gioventù, poi bolscevico, più tardi schierato con Trotzkij e deportato a Orenburg, tra i primi, ha lanciato nei suoi scritti un serrato atto d'accusa contro lo stalinismo. INDICE DELL'OPERA – Principali sigle - Nota dell'editore – Introduzione, di Claudio Albertani e Jean-Guy Rens – Carnets - 1936-1940 – 1941 – 1942 – 1943 – 1944 – 1945 – 1946 – 1947 - Note biografiche – Principali sigle – Fonti d'archivio - Indice dei nomi |