Governare gli italiani. Storia dello Stato Stampa E-mail

Sabino Cassese

Governare gli italiani
Storia dello Stato


il Mulino, pagg.414, € 28,00

 

cassese governare  IL LIBRO – Siamo tutti scontenti dello Stato italiano. Governi e opinioni pubbliche delle altre nazioni europee, stupiti dalla mancanza di solidità e compattezza delle istituzioni e dalla loro difficoltà a governarci. I governanti nazionali, le cui politiche rimangono parzialmente inattuate. I governati, che lamentano costi e inefficienze dei poteri pubblici. I burocrati, frustrati e impotenti, per di più accusati del malfunzionamento dell'amministrazione. L'alta dirigenza, identificata come una casta. Le ragioni di questa situazione sono state ampiamente ricercate dagli storici. Mancava però una ricostruzione dall'interno della macchina statale italiana e un esame degli eventi esterni che ne hanno condizionato lo sviluppo nel secolo e mezzo di storia unitaria.

  DAL TESTO – "In questi anni si consolidò l'economia mista. Questo termine è ambiguo. Indica sia un'economia nella quale, accanto a imprenditori privati, vi sono imprese pubbliche, sia società dette «d'economia mista», nelle quali vi è partecipazione pubblica e privata (più tardi molto si discuterà sul concetto di prevalenza dell'una o dell'altra). Politici e studiosi negli anni Trenta e Quaranta s'impegneranno a illustrare le differenze tra statizzazione e nazionalizzazione, da un lato, e regime corporativo, dall'altro. Quest'ultimo, in sostanza, comportava una larga presenza d'imprese pubbliche, ma senza, in generale, espropriazioni e monopoli di settore.
  "Al centro dell'economia mista furono l'Istituto mobiliare italiano-IMI (ente di diritto pubblico istituito nel 1931 con la partecipazione degli enti partecipanti al Consorzio per sovvenzioni su valori industriali e di altri ammessi dal ministro delle finanze alla sottoscrizione del capitale) e, principalmente, l'Istituto per la ricostruzione industriale-IRI, nonché i moltissimi enti che furono definiti dall'economista Giovanni Demaria e dal suo allievo Giulio Scagnetti «enti di privilegio».
  "Sia l'IMI, sia l'IRI nascevano dalla constatazione della insufficienza della capitalizzazione delle industrie private italiane e dei pericoli insiti nel sistema della banca mista, nel quale la raccolta di risparmio a breve termine veniva utilizzata per finanziare impieghi a lungo termine.
  "Per risolvere questi problemi venne istituito nel 1931 l'IMI. La sua dotazione si rivelò però insufficiente. Quindi, per la riorganizzazione delle attività industriali, venne istituito, quale ente pubblico, nel 1933, l'IRI. Suo compito era la «riorganizzazione tecnica, economica e finanziaria delle attività industriali del Paese». Era inizialmente diviso nella Sezione finanziamenti industriali, soppressa nel 1936 (le funzioni passarono all'IMI), e nella Sezione smobilizzi industriali. L'IRI rilevò nel 1934 la maggioranza delle azioni delle tre principali banche italiane, tutte in difficoltà, la Banca commerciale italiana, il Credito italiano e il Banco di Roma, nonché i pacchetti da tali banche miste detenuti nelle principali società italiane operanti nei settori siderurgico, meccanico, elettrico, chimico, telefonico, della navigazione marittima. Secondo la Commissione economica del Ministero per la Costituente, il costo dei salvataggi fu di 6 miliardi di lire, a carico del Tesoro (ma finanziato in gran parte dai risparmiatori, con la svalutazione del periodo bellico). Si ricorda che il costo dei precedenti interventi dell'Istituto di liquidazioni e dell'IMI era stato di 5 miliardi e che l'IRI ricavò 8 miliardi dagli smobilizzi iniziali."

  L'AUTORE – Sabino Cassese è professore emerito nella Scuola Normale Superiore e giudice della Corte costituzionale. Tra i suoi libri con il Mulino: «Lo Stato fascista» (2010), «L'Italia: una società senza Stato?» (2011), «Lo Stato e il suo diritto» (con P. Schiera e A. von Bogdandy, 2013) e «Chi governa il mondo?» (2013).

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione - I. Lo Stato come problema storico (1. Lo Stato e la riflessione su di esso - 2. Le crisi dello Stato - 3. La terza crisi dello Stato - 4. Le trasformazioni in corso - 5. Ambiguità della nozione di Stato - 6. Lo Stato italiano e i suoi dislivelli di statalità - 7. Il problema storiografico dello Stato italiano - 8. La pianta e le radici: la politica e i tecnici - 9. Continuità e cesure: costituzione e finanza - 10. La storiografia sullo Stato italiano - 11. Un altro modello?) - II. «Fare l'Italia per costruirla poi» (1. Come nacque lo Stato italiano? - 2. Il disegno di Cavour e le preoccupazioni dei governi post-unitari - 3. Uno Stato nuovo? - 4. «Una sovrapposizione, non un'organizzazione»: le priorità della fase iniziale - a. Assicurare la continuità - b. Conoscere gli italiani - c. Mantenere l'ordine - d. Unificare l'amministrazione - e. Creare un mercato nazionale - f. Lo State building italiano) - III. Il popolo nella storia italiana (1. Introduzione - 2. Una prominenza ciclica della riforma elettorale - a. Regno di Sardegna: legge 17 marzo 1848, n. 680 - b. Legge 22 gennaio 1882, n. 593 (Zanardelli) - c. Legge 30 giugno 1912, n. 665 (Giolitti) - d. Legge 16 dicembre 1918, n. 1985 (Orlando) e legge 15 agosto 1919, n. 1401 - e. Legge 18 novembre 1923, n. 2444 (Acerbo-Mussolini) - f. Legge 17 maggio 1928, n. 1019 (Rocco) - g. Legge 19 gennaio 1939, n. 129 - h. Decreto legge luogotenenziale 1 febbraio 1945, n. 23 (Bonomi) - i. Decreto legge luogotenenziale 10 marzo 1946, n. 74 - l. Leggi 20 gennaio 1948, n. 6 e 6 febbraio 1948, n. 29 - m. Leggi 4 agosto 1993, n. 276 e 277 (Mattarella) - n. Legge 21 dicembre 2005, n. 270 (Calderoli) - o. «A cyclical salience of electoral reform»? - 3. L'introvabile libertà di associazione) - IV. Il centro nella storia dello Stato italiano (1. Dalla fluidità allo strapotere del centro - 2. Il centro come grande intermediario finanziario - 3. La distribuzione delle funzioni e il posto del prefetto - 4. L'evoluzione dei rapporti tra centro e periferia) - V. La formazione dello Stato amministrativo (1. Costruzione e sviluppi del sistema amministrativo - 2. Il sistema amministrativo centrale. L'organizzazione - 3. Il personale - 4. Le funzioni dell'amministrazione - 5. Politica e amministrazione - 6. L'amministrazione e i cittadini - 7. Gli ultimi sviluppi: vecchie e nuove contraddizioni) - VI. Dall'amministrazione concentrata alla fuga dallo Stato (1. La riforma cavouriana - 2. Nuove dimensioni delle amministrazioni pubbliche - 3. Dalle aziende autonome agli enti pubblici - 4. Il «sistema» delle autorità indipendenti) - VII. La guida finanziaria dell'amministrazione pubblica (1. La legge Cambray Digny - 2. Le riforme luzzattiane - 3. La riforma De Stefani - 4. La legge del 1939 - 5. I principali problemi dei rapporti tra amministrazione e finanza) - VIII. I magistrati dall'amministrazione alla politica (1. Discontinuità e continuità sul lungo periodo - 2. I cicli - a. I primi quarant'anni: l'osmosi giustizia-politica - b. Da Giolitti al fascismo: «un settore specializzato della pubblica amministrazione» - c. La Repubblica: la politicizzazione endogena - 3. L'esplosione del diritto) - IX. Continuità e fratture nella storia del Consiglio di Stato (1. Il Consiglio nella storia dello Stato - 2. Il Consiglio organo politico - 3. Il Consiglio organo terzo - 4. Il Consiglio organo giurisdizionale - 5. Il Consiglio vivaio di amministratori - 6. I tre paradossi del Consiglio di Stato) - X. Lo Stato in guerra (1. «War made the State» - 2. I dualismi della storia militare - 3. Guerre perdute - 4. Moltiplicazione di forze armate, tentativi di coordinamento, dequotazione dello Stato - 5. Debolezza nell'uso della forza statale) - XI. Lo Stato e l'economia (1. Lo Stato «liberista» - 2. La prima industrializzazione - 3. L'economia mista - 4. Lo Stato del benessere - 5. Dalla riduzione alla riespansione della sfera pubblica) - XII. «Lo Stato si fa industriale» (1. Il capitalismo di Stato: che cosa s'intende per «Stato imprenditore» - 2. Quando nasce lo Stato imprenditore in Italia - 3. Le imprese ai privati e la cura dell'interesse generale allo Stato: un programma non realizzato nel primo quarantennio di storia unitaria - 4. Le aziende di Stato dell'età giolittiana - 5. Lo Stato azionista nel primo fascismo - 6. L'economia mista e la grande crisi - 7. Dal gigantismo del secondo dopoguerra alle privatizzazioni - 8. Gli elementi di continuità - 9. Le nuove tendenze: decadenza o rinascita dell'impresa pubblica?) - XIII. Le ingiustizie dello Stato sociale (1. Lo Stato sociale e il ritardo italiano - 2. Il sezionalismo iniziale e la sua continuità fascista - 3. La società contro lo Stato - 4. La lenta affermazione dello Stato assicuratore - 5. L'assicurazione obbligatoria e la Cassa nazionale per le assicurazioni sociali - 6. Gli istituti di protezione sociale ausiliari del Tesoro - 7. Di nuovo il sezionalismo - 8. Il secondo dopoguerra: il pensionismo e l'incompletezza dello Stato sociale) - XIV. Dall'antistatalismo ecclesiastico alla Chiesa nello Stato (1. La Chiesa come causa della debolezza dello Stato - 2. La Chiesa contro lo Stato - 3. Libera Chiesa in libero Stato - 4. Le due parallele - 5. La conciliazione tra Chiesa e Stato - 6. La Democrazia cristiana e la conquista dello Stato) - XV. I caratteri costanti della storia dello Stato (1. La continuità - 2. Una costituzionalizzazione debole - 3. «L'Italia del popolo italiano»? - 4. «Manca l'anima della nazione» - 5. La giuridicità debole - 6. Il centro vuoto - 7. La mancata emancipazione dello Stato - 8. L'assenza di una noblesse d'État - 9. La fuga dallo Stato - 10. Dislivelli di statalità - 11. L'Italia vista da fuori e il «vincolo esterno» - 12. La proiezione europea dello Stato italiano) - XVI. Oltre lo Stato italiano (1. Le trasformazioni degli Stati - 2. Gli Stati alla prova della globalizzazione) - Nota sulle fonti - Indice per materie - Indice dei nomi