Ultima ratio regum Stampa E-mail

Massimo de Leonardis

Ultima ratio regum
Forza militare e relazioni internazionali


Monduzzi Editoriale, pagg.240, € 28,00

 

deleonardis ultimaratio  IL LIBRO – Ultima ratia regum, la frase fatta incidere da Luigi XIV, il Re Sole, sui cannoni del proprio esercito, indica l'argomento cui ricorre il potere sovrano quando tutti gli altri si sono rivelati inutili. La specificità delle relazioni internazionali consiste appunto nella legittimità del ricorso alla forza armata da parte degli Stati sovrani e il potere militare è elemento indispensabile di qualunque sistema internazionale. Il volume, al confine tra la Storia delle relazioni internazionali, la Storia militare e gli Studi strategici, affronta innanzi tutto alcuni temi fondamentali: la necessaria coerenza tra politica estera e politica militare, la correlazione tra sistemi internazionali e tipi di guerre, l'evoluzione dei conflitti in epoca contemporanea fino alle tendenze più recenti, che vedono la diminuzione delle guerre classiche, ma non della violenza internazionale, della quale il terrorismo di matrice islamica è l'esempio più clamoroso, con l'allentamento del tradizionale rapporto tra sovranità statale, monopolio della forza e radicamento territoriale. Dopo i capitoli che esaminano i periodi della Seconda Guerra Mondiale e della Guerra Fredda, in particolare i dilemmi strategici che l'equilibrio del terrore impose alla NATO ed il ruolo in quest'ultima delle Forze Armate italiane, il volume si conclude con una riflessione sulla dottrina cattolica della "guerra giusta" e sull'atteggiamento della Chiesa verso la professione militare, che appaiono ben diversi da un pacifismo superficiale.

  DAL TESTO – "L'influenza di uno Stato negli affari internazionali, la capacità di persuadere o costringere gli altri Stati a conformarsi alla propria volontà, può esercitarsi con maggiore efficacia se si è in grado di impiegare rapidamente una valida forza militare e se è credibile la propria volontà di usarla. Un brillante diplomatico e scrittore britannico, Harold Nicolson, in un fortunato libretto identifica due concezioni della diplomazia. La prima, «guerriera» o «eroica», di derivazione militare e feudale, considera la diplomazia come una «guerra con altri mezzi»; la seconda «mercantile» o «bottegaia», di derivazione borghese, fa propria la prassi del commercio e ritiene un compromesso fra contendenti generalmente più conveniente della completa distruzione del rivale. La prima concezione avrebbe ispirato la diplomazia tedesca, la seconda quella britannica, ma certo le parole che Lord Palmerston pronunciò nel 1844 alla Camera dei Comuni suonano più «guerriere» che «bottegaie»: «L'influenza all'estero si mantiene solamente mettendo in opera uno o l'altro di due principii: speranza e paura [...] I paesi potenti devono essere indotti a temere che incontreranno l'opposizione dell'Inghilterra a qualunque atto ingiusto o verso noi stessi o verso coloro che a noi sono legati da vincoli di amicizia». Non diversamente aveva scritto Machiavelli: «Le repubbliche e gli principi veramente potenti non comperano l'amicizie con danari, ma con la virtù e la riputazione delle forze». Va da sé che c'est l'argent qui fait la guerre, anche se il segretario fiorentino pensava diversamente."

  L'AUTORE – Massimo de Leonardis è Ordinario di Storia delle Relazioni e delle Istituzioni Internazionali e Docente di Storia dei Trattati e Politica Internazionale nell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove è Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche, Coordinatore delle discipline storiche al Master in Diplomacy dell'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale di Milano, Vice Presidente della International Commission of Military History e della Società Italiana di Storia Internazionale. Tra i suoi volumi più recenti vi sono: "Europa-Stati Uniti: un Atlantico più largo?", Milano, 2001; "L'Italia e il suo Esercito. Una storia di soldati dal Risorgimento a oggi", Roma, 2005; "Alla ricerca della rotta transatlantica: le relazioni tra Europa e Stati Uniti dopo l'11 settembre 2001", Roma, 2008; "Storia dei Trattati e Politica internazionale", Milano, 2011.

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione alla seconda edizione - Nota sull'autore - Parte prima. Principi generali - Capitolo I. Politica estera e politica militare (I.1. Potere militare e relazioni internazionali - I.2. Politica estera e strategia militare - I.3. Potere marittimo, potere aereo, forze terrestri come strumento di politica estera) - Capitolo II. Potere marittimo e Storia delle relazioni internazionali (II.1. Storia internazionale e potere marittimo - II.2. Il potere marittimo nella Guerra Fredda - II.3. La "marittimità") - Capitolo III. Guerre e diplomazia: una prospettiva storica. Dalle guerre tra Stati alla violenza internazionale (III.1. Sistemi politici, relazioni internazionali e tipi di guerre - III.2. L'impatto delle due Guerre Mondiali - III.3. Dalla Guerra Fredda al disordine post-bipolare – III.4. Dalle guerre di conquista alle guerre di ricostruzione - III.5. Il confronto con l'Islam) - Capitolo IV. Studi strategici e Storia delle relazioni internazionali (IV.1. Studi strategici e discipline parallele - IV.2. L'importanza della storia) - Parte seconda. Diplomazia e strategia militare durante la Seconda Guerra Mondiale e la Guerra Fredda - Capitolo V. The Anglo-American Defence "Special Relationship" during and after the Second World War (V.1. The Second World War - V.2. The Cold War - V.3. The Post-Bipolar World) - Capitolo VI. The Strategies of the Brussels Pact and of the Atlantic Alliance (1948-1952): the Difficult Defence of Western Europe (VI.1. American, British and French Different Outlooks – VI.2. The Difficult Defence of Western Europe – VI.3. Deterrence: a Gamble - VI.4. The Impact of the Korean War: from the Atlantic Alliance to NATO) - Capitolo VII. The Cold War as Total War: the Interaction of Military Strategies and Diplomacy from "Massive Retaliation" to "Flexible Response" (1952-1967) (VII.1. The Impact of Nuclear Weapons on the War - VII.2. NATO's Quest for a Credible Nuclear Strategy) - Capitolo VIII. Realpolitik and Democratic Values in the Atlantic Alliance during the Cold War (VIII.1. The Primacy of Security Concerns - VIII.2. Spain is «Unpalatable Politically» - VIII.3. The Atlanticism of Portugal - VIII.4. The Armed Forces' Recurrent Interventions in Turkey - VIII.5. The Colonels' Greece - VIII.6. Yugoslavia: «Tito may be a scoundrel, but he's our scoundrel» - VIII.7. Conclusion: NATO's Pragmatism) - Capitolo IX. La Marina Militare italiana nell'Alleanza Atlantica (IX.1. La Marina Militare e l'ingresso nell'Alleanza Atlantica - IX.2. La Marina Militare nella strategia mediterranea della NATO - IX.3. Dalla Guerra Fredda alle sfide del mondo post-bipolare) - Capitolo X. L'Aeronautica Militare italiana dalla ricostruzione post-bellica alla fine della Guerra Fredda (X.1. La difficile rinascita - X.2. L'inserimento nell'Alleanza Atlantica - X.3. La dottrina d'impiego) - Parte terza. La Chiesa, i militari e la guerra - Capitolo XI. Guerra giusta, crociate e ordini religioso-militari (XI.1. I militari: «ministri della sicurezza e della libertà dei popoli» - XI.2. La guerra giusta - XI.3. Le crociate e gli ordini religioso-militari - XI.4. Permanente validità dell'ideale cavalleresco e della Crociata - XI.5. Il Magistero della Chiesa) – Appendice. Le preghiere militari - Indice dei nomi