Sulla Germania totalitaria |
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Simone Weil
DAL TESTO – "Ma il vero, il primo precursore di Hitler dopo l'antichità è senza dubbio Richelieu. Egli ha inventato lo Stato. Prima di lui, alcuni re, come Luigi XI, avevano potuto instaurare un potere forte; ma difendevano la corona. Tra i sudditi alcuni avevano potuto dimostrarsi cittadini nella conduzione degli affari; si dedicavano al bene pubblico. Lo Stato a cui Richelieu s'è dato anima e corpo, al punto da non avere più coscienza di alcuna ambizione personale, non era la corona, ancor meno il bene pubblico; era la macchina anonima, cieca, produttrice di ordine e di potenza, che oggi noi conosciamo sotto questo nome e che alcuni paesi adorano. Questa adorazione implica il disprezzo esplicito di ogni morale, e al tempo stesso il sacrificio di se stessi che normalmente accompagna la virtù; questo miscuglio si trova in Richelieu, il quale diceva, con la meravigliosa lucidità dei Francesi dell'epoca, che la salvezza dello Stato e quella dell'anima non si ottengono con le stesse regole, perché la salvezza dell'anima si realizza nell'altro mondo, mentre gli Stati possono salvarsi solo in questo mondo. Senza far ricorso ai libelli dei suoi avversari, le sue stesse memorie mostrano come egli abbia applicato questo principio, con violazioni di trattati, intrighi destinati a prolungare indefinitamente le guerre più atroci e il sacrificio di qualsiasi altra considerazione, senza eccezione alcuna, alla reputazione dello Stato, vale a dire, nel brutto linguaggio di oggi, al suo prestigio. Il cardinale infante, di cui si è potuto vedere di recente a Ginevra il viso coraggioso, lucido e triste, dipinto con amore da Velázquez, fece precedere le sue armate in Francia da un manifesto, che basterebbe oggi tradurre." L'AUTRICE – Simone Weil (1909-1943), allieva del filosofo Alain, insegna per alcuni anni filosofia in licei di provincia. Si impegna nel sindacato e nei gruppi politici della sinistra. Nel 1934-'35 compie un'esperienza di lavoro in alcune fabbriche parigine, per sperimentare di persona la condizione operaia e confrontare con la realtà la sua riflessione sul mondo del lavoro. Prende parte per un breve periodo alla Guerra di Spagna, uscendo profondamente segnata dal contatto con la barbarie e la forza. In seguito si avvicina al cristianesimo pur senza abbandonare l'impegno e l'analisi politica. Fra le sue opere si ricordano: "L'ombra e lo grazia", "La prima radice", "Attesa di Dio", "L'amore di Dio", "La Grecia e le intuizioni precristiane", "Lettera a un religioso". INDICE DELL'OPERA – Parte prima. Saggi e interventi sulla crisi tedesca (1932-1933) - Condizioni di una rivoluzione tedesca - Lettere sulla Germania - La Germania in attesa - Lo sciopero dei trasporti a Berlino e le elezioni - La situazione in Germania - Discussione sulla situazione in Germania - I. A proposito di un intervento di Pierre Naville - II. Alcune osservazioni sulla risposta della M.O.R. - Prospettive - Parte seconda. Riflessioni sulle origini dello hitlerismo (1939) - I. Permanenza e cambiamenti dei caratteri nazionali - II. Hitler e la politica estera dell'antica Roma - III. Hitler e il regime interno dell'Impero romano – Conclusione - La rivoluzione impossibile e lo spettro del totalitarismo, di Giancarlo Gaeta |