Confessioni - La Trinità - La Città di Dio Stampa E-mail

Sant'Agostino

Confessioni - La Trinità - La Città di Dio
Testo latino a fronte


Bompiani, pagg.CLXXV-4009, 3 volumi in cofanetto, € 101,00

Agostino confessioni-Trinità-città  IL LIBRO – Vengono presentati in cofanetto i tre più grandi capolavori di Sant'Agostino: "Confessioni", "La Trinità" e "La Città di Dio", le prime due opere anche con il testo originale a fronte. Tutto il pensiero occidentale è stato condizionato da queste opere, in modo particolare dalle "Confessioni" che sono tutt'oggi l'opera più venduta nel campo del pensiero religioso dopo la Bibbia. "La Trinità" rimane una delle opere più profonde e più belle nell'interpretazione del grande mistero del pensiero cristiano. E "La Città di Dio" rappresenta un punto di riferimento per la comprensione della storia nella sua interezza. In queste opere Agostino raggiunge i massimi livelli del suo pensiero. Saggi introduttivi di Luigi Alici, Giovanni Reale, Giovanni Catapano, Beatrice Cillerai.
  Confessioni: Questa edizione delle "Confessioni" di Agostino propone una lettura di uno dei più grandi capolavori di tutti i tempi con una serie di novità. Dimostra che il pensiero agostiniano si impone come la più alta forma di filosofia tardo-antica cristiana ispirata al Neoplatonismo, e che è un errore storico-ermeneutico intenderlo come parte del pensiero medievale, come si è fatto per molto tempo e molti continuano a fare. Presenta la prima interpretazione sistematica, dal punto di vista ermeneutico, dello stile della "tarsia letteraria", ossia lo stile basato su citazioni che Agostino desume dalla Bibbia, e che con quell'intensità e originalità con cui egli lo mette in atto non ha l'uguale in altri autori. La "tarsia" risulta rivelatrice del senso ultimativo del parlare e dello scrivere di Agostino, come un linguaggio dell'"allievo" che intende parlare con la parola del "Maestro", ossia della "Verità", che gli parla non solo nel suo intimo, ma mediante le parole stesse della Bibbia. Giovanni Reale offre inoltre, oltre che una nutrita "Monografia introduttiva", delle parafrasi di ogni capitolo dell'opera agostiniana e una serie di apparati che aiutano il lettore a comprendere un'opera che solo in apparenza è facile. Il lavoro di Reale è frutto di una frequentazione con le "Confessioni" di ben sessant'anni.
  La Trinità: Il trattato sulla Trinità, in quindici libri, è una delle opere maggiori di Sant'Agostino di Ippona (354-430) e un testo di primaria importanza nella storia del pensiero teologico e filosofico dell'Occidente. Frutto di un lunghissimo lavoro di riflessione e di rielaborazione, il "De Trinitate" si prefigge principalmente lo scopo di rendere ragione, nella misura del possibile e a partire sempre dal dato di fede, dell'unicità e identità sostanziale di Padre, Figlio e Spirito Santo, pur nella distinzione delle Persone. Il tema viene affrontato prima in relazione alle questioni poste dalle "missioni" del Figlio e dello Spirito Santo e dalle teofanie narrate nelle Scritture (libri I-IV), poi in riferimento al modo peculiare in cui si predicano i nomi delle Persone e gli attributi divini (libri V-VII). L'attenzione di Agostino si sposta quindi verso l'interiorità dell'uomo, dove fede e amore si intrecciano nella conoscenza di Dio (libro VIII) e dove soprattutto va ricercata e realizzata l'immagine della Trinità (libri IX-XV). La capacità che la mente umana ha di ricordare, comprendere e amare il suo Creatore viene alla fine individuata come lo specchio nel quale quaggiù è possibile vedere, ancora enigmaticamente, quel Dio che soltanto nella vita futura si potrà contemplare in maniera diretta. Questa edizione propone una nuova traduzione italiana del "De Trinitate" di Agostino, il più possibile chiara e fedele al testo latino, curato in edizione critica da W. J. Mountain e F. Glorie per il "Corpus Christianorum" (1968) e pubblicato a fronte nel presente volume. L'introduzione, le note e gli apparati mirano ad aiutare il lettore a orientarsi all'interno di un pensiero arduo e complesso, che esplora le profondità vertiginose di Dio e dello spirito umano.
  La Città di Dio: Riproporre la lettura della "Città di Dio", in una nuova traduzione italiana che si esprime in un linguaggio vivace e moderno, eppur fedele e attento al testo antico, significa allacciarsi a una lunga tradizione. Da quando discepoli di sant'Agostino, come Paolo Orosio, cominciarono a leggere quei libri a mano a mano che venivano composti e pubblicati, non si è mai più smesso di riprendere in mano l'opera agostiniana. Vi si rispecchiò l'anima di tutto il Medioevo fino a Dante, vi si riconobbero i pensatori dell'Umanesimo e della Riforma, vi trovarono alimento le meditazioni ecumeniche di uomini d'opposta sponda, come Bossuet e Leibniz, e poi quelle, progressivamente laicizzanti, dei Filosofi della storia, da Vico a Hegel a Comte, e infine l'agostinismo meno dichiarato, ma profondo, del pensiero cristiano contemporaneo, da Blondel a Mauriac a Claudel, agli storici e filosofi interessati al mondo tardo-antico e medievale, come Marrou e Gilson. Agostino cominciò a scrivere "La Città di Dio" sotto l'impeto di violente emozioni: il sacco di Roma del 410 da parte dei Visigoti di Alarico, l'incontro in Africa con i profughi in fuga dall'Italia, le accuse della società pagana contro i cristiani. Gli dèi sono sdegnati, si diceva, e hanno abbandonato la custodia dell'Urbe e dell'Impero. L'opera, "un'impresa grande e difficile" come egli stesso la chiama, fu scritta lentamente, nell'arco di quasi un ventennio, interrotta spesso da altri impegni pastorali e dottrinali (le controversie con i donatisti e con i pelagiani), giungendo a compimento negli ultimi anni di vita del santo. Allora anche la sua città, la piccola Ippona nella grande Africa romana, stava per essere investita ormai dalle ondate barbariche dei Vandali. Agostino si preoccupa di ribattere le accuse dei superstiti pagani. Nella prima parte (libri I-X) l'opera è come l'ultima delle apologie cristiane contro gli dèi "falsi e bugiardi". Ma nella seconda parte (libri XI-XXII) la "Citta di Dio" rappresenta l'espressione più viva della speranza cristiana nella disperazione d'una civiltà in rovina. Posta al crepuscolo, fra lo splendido tramonto del mondo antico e un'alba ancora incerta, essa stabilisce i fondamenti per inscrivere in un significato generale i grandi eventi storici.

DAL TESTO – "L'anima comanda al corpo, e viene immediatamente ubbidita; l'anima comanda a se medesima, e trova degli impedimenti. L'anima comanda alla mano di muoversi, e questo si verifica in maniera così facile, che a mala pena si riesce a distinguere il comando e l'esecuzione, anche se l'anima è anima e la mano è invece corpo." (Confessioni)
  "Perciò, poiché come è stato scritto: Finché siamo nel corpo, siamo in esilio lontano dal Signore; camminiamo infatti nella fede e non nella visione, di sicuro finché il giusto vive per fede, per quanto viva secondo l'uomo interiore, e sebbene per mezzo della stessa fede temporale tenda e si diriga verso la verità eterna, tuttavia nella conservazione, nella contemplazione e nell'amore della stessa fede temporale, non c'è ancora una trinità tale da doverla già chiamare immagine di Dio, perché quell'immagine, che deve essere posta fra le realtà eterne, non sembri posta fra quelle temporali. Difatti quando la mente umana vede la propria fede con cui crede ciò che non vede, non vede qualcosa di sempiterno. Infatti non potrà esistere sempre ciò che senz'altro non esisterà più, quando, una volta finita questa peregrinazione in cui siamo in esilio lontano dal Signore e per cui è necessario camminare nella fede, subentrerà quella visione attraverso la quale vedremo faccia a faccia; così come ora noi che non vediamo, poiché tuttavia crediamo, meriteremo di vedere e gioiremo di essere stati condotti alla visione attraverso la fede. E infatti non esisterà più la fede, con cui si crede nelle cose che non si vedono, ma ci sarà la visione, con cui si vedono le cose in cui si credeva. Allora dunque, anche se avremo memoria di questa vita mortale ormai finita, e grazie alla memoria richiameremo alla mente che una volta credevamo in cose che non vedevamo, quella fede sarà annoverata fra le cose passate e finite, non fra quelle presenti che permangono sempre; perciò anche di questa trinità che ora consiste nella memoria, nella visione e nell'amore della stessa fede che è presente e permane, si scoprirà allora che è finita e passata, e che più non dura." (La Trinità)
  "Due amori hanno costruito due città: l'amore di sé spinto fino al disprezzo di Dio ha costruito la città terrena, l'amore di Dio spinto fino al disprezzo di sé la città celeste. In ultima analisi, quella trova la gloria in se stessa, questa nel Signore. Quella cerca la gloria tra gli uomini, per questa la gloria più grande è Dio, testimone della coscienza. Quella solleva il capo nella sua gloria, questa dice al suo Dio: "Tu sei la mia gloria e sollevi il mio capo." L'una nei suoi capi e nei popoli che sottomette, è posseduta dalla passione del potere; nell'altra prestano servizio vicendevole nella carità chi è posto a capo provvedendo, e chi è sottoposto adempiendo. La prima, nei suoi uomini di potere, ama la propria forza; la seconda dice al suo Dio: "Ti amo, Signore, mia forza."" (La Città di Dio, XV, 28)

  L'AUTORE – Agostino d'Ippona nasce a Tagaste, in Numidia (attuale Algeria), nel 354. Compiuti i primi studi a Madaura, li termina a Cartagine, capitale dell'Africa romana. Affascinato dal manicheismo, si aggrega a questa setta. Nel 383 passa per Roma e raggiunge Milano, dove ottiene una cattedra di retorica. Qui attraversa una profondissima crisi mistica, che si conclude con il battesimo, ricevuto dalle mani di sant'Ambrogio. È l'inizio di un cammino che continuerà nella sua Africa, dove ritorna dopo la morte della madre Monica. Ritiratosi a vita monastica, viene consacrato sacerdote dal vescovo d'Ippona, al quale succede nel ministero episcopale. Muore a Ippona nel 430.

INDICE DELL'OPERA – Volume I: Prefazione - Monografia introduttiva. Le «Confessioni» come la più alta espressione del pensiero tardo-antico cristiano, di di Giovanni Reale - Breve nota sulla vita e sugli scritti di Agostino - Nota editoriale – Confessioni
Volume II: Saggio introduttivo, di G. Catapano - I. Il "De Trinitate" di Agostino: genesi e caratteristiche di un opus laboriosum (1. «Tamquam prologo»: la lettera 174 - 2. «De trinitate quae deus summus et verus est libros»: il titolo dell'opera - 3. «Iuvenis inchoavi, senex edidi»: la data di composizione del «De trinitate» - 4. «Interruptam dictationem reliqueram»: le fasi redazionali del testo - 5. «Praecedentibus consequentes inquisitione proficiente nectuntur»: la struttura del trattato - 6. «Fides quaerit, intellectus invenit»: il metodo del «De trinitate» - 7. «Exercere lectorem»: riflessione sulla mente ed esercizio spirituale - 8. «Adversus eorum vigilare calumnias»: gli avversari di Agostino nel «De trinitate» - 9. «Quibus me servire cogit libera caritas»: i destinatari dell'opera - 10. «Omnes quos legere potui»: le fonti) - II. I grandi temi del "De trinitate" (1): La Trinità divina (1. L'unità e l'uguaglianza della Trinità secondo le Scritture - 2. Le missioni - 2.1. Il problema e le sue articolazioni - 2.2. Le teofanie dell'Antico Testamento - 2.3. I prodigi compiuti dagli angeli - 2.4. L'Incarnazione - 3. I predicati divini - 3.1. Categorie aristoteliche e linguaggio teologico - 3.2. I predicati sostanziali - 3.3. I predicati relativi - 3.4. Il termine "persona" - 4. «Lo Spirito del Padre e del Figlio») - III. I grandi temi del "De trinitate" (2): le trinità mentali (1. La trinità della mente che conosce e ama se stessa - 1.1. Mente, conoscenza, amore - 1.2. La parola interiore - 1.3. Conoscenza di sé e pensiero di sé - 1.4. La processione dell'amore di sé - 2. Le trinità della mente che ricorda, comprende e vuole - 2.1. Memoria, intelligenza, volontà - 2.2. Le trinità dell'uomo esteriore - 2.3. Scienza e sapienza - 2.4. La fede - 2.5. L'immagine di Dio tra somiglianza e dissomiglianza) - Notizia biografica - Nota editoriale - Dalle "Retractationes" (II, XV), traduzione e note di B. Cillerai – La Trinità
Volume III: Introduzione, di Luigi Alici – Notizia – Bibliografia - Nota editoriale – Abbreviazioni (Abbreviazioni bibliche - Abbreviazioni delle opere di Agostino - Abbreviazioni delle opere di maggiore consultazione) – Dalle «Ritrattazioni», II,43 - La Città di Dio - Libro I - Libro II - Libro III - Libro IV - Libro V - Libro VI - Libro VII - Libro VIII - Libro IX - Libro X - Libro XI - Libro XII - Libro XIII - Libro XIV - Libro XV - Libro XVI - Libro XVII - Libro XVIII - Libro XIX - Libro XX - Libro XXI - Libro XXII – Appendici (1. Buoni e cattivi nella vita terrena - 2. Il corpo e la sessualità - 3. L'esperienza umana tra interiorità ed esteriorità - 4. L'anima e le sue facoltà. Una precisazione terminologica - 5. Agostino e Cicerone - 6. Fra Ticonio ed Orosio - 7. Interessi scientifici di Agostino - 8. Agostino e Varrone - 9. La mutabilitas dell'anima - 10. Segno, sacramento, sacrificio - 11. Libertà, natura, grazia - 12. L'immortalità dell'anima - 13. Dio e il mondo - 14. Il fine della filosofia - 15. Agostino e i «platonici» - 16. Scienza e sapienza, lettera e spirito - 17. Il male e la volontà - 18. Tempo ed eternità) - Indice analitico della materia trattata nella Introduzione - Indice analitico del contenuto della «Città di Dio» - Indice dei nomi citati da Agostino - Indice dei nomi citati dal curatore