Fascismo e Vaticano prima della conciliazione |
Giovanni Sale Fascismo e Vaticano prima della conciliazione Editoriale Jaca Book, pagg.505, Euro 29,00
IL LIBRO – Una della pagine più delicate della storia della Chiesa in età contemporanea viene svolta in un’opera di grande respiro che ricostruisce le drammatiche vicende che portarono, con il fascismo al potere, allo scioglimento del partito popolare e all’esilio di Sturzo, e le inquadra nel contesto ben più ampio e complesso del delicato e discusso rapporto della Chiesa di Pio XI con il fascismo al potere. Anche sul piano cronologico l’opera va oltre i confini della vicenda del partito popolare e si estende fino al 1927, alla vigilia cioè della fase conclusiva della trattativa che porterà, nel febbraio del ’29, agli accordi del Laterano tra la Santa Sede e il nuovo governo. L’opera si fonda non solo sulla preziosa e ricca documentazione contenuta negli archivi della «Civiltà Cattolica», ma anche sui documenti dell’Archivio Vaticano relativi al pontificato di Pio xi, ora finalmente aperti agli studiosi e che non escludono la responsabilità anche del Papa rispetto all’affermazione del fascismo. Questo volume consente di articolare il giudizio, di cogliere una evoluzione di sentimenti e pensieri, di distinguere fra posizioni, se non opposte, quanto meno diverse di fronte al fascismo all’interno della istituzione ecclesiastica. «La Santa Sede», scrive padre Sale, «cadde nella trappola tesale da tempo da Mussolini: quella cioè di ridurre la Chiesa in Italia soprattutto a un apparato di potere – quindi ampiamente manovrabile sulla base di scambi di interessi – limitandone le funzioni all’ambito ‘religioso’, ma di fatto spogliandola, dal punto di vista sociale e della coscienza nazionale, della sua alta funzione civilizzatrice che è il segno concreto della sua perenne adesione al Vangelo». (Dalla prefazione di Pietro Scoppola)
DAL TESTO – “La cosiddetta “riforma Gentile”, in materia scolastica, fu certamente uno dei provvedimenti più significativi presi dal nuovo governo. In realtà essa fu più apprezzata dai cattolici e dai popolari – i quali a quel tempo facevano ancora parte della coalizione di governo – che dagli altri gruppi politici. Infatti essa faceva propri alcuni principi che erano parte del programma popolare in materia scolastica, quali l’introduzione dell’esame di Stato e l’insegnamento religioso obbligatorio nelle scuole primarie. Nuovo però era lo spirito che animava tale riforma, la quale si muoveva secondo la ben nota direttiva: l’insegnamento religioso – disse ufficialmente il ministro della Pubblica Istruzione, il filosofo Giovanni Gentile – deve diventare il principale fondamento “dell’educazione pubblica e di tutta la restaurazione morale dello spirito italiano”. In realtà, Gentile lavorò per dare all’istruzione pubblica un nuovo fondamento teorico ispirato alla filosofia storico–idealista: si voleva, così, superare la vecchia impostazione positivistico–liberale data alla scuola pubblica dalla legge Casati, ed esaltare i valori della patria e della latinità. L’insegnamento religioso era da lui considerato come uno (non certamente il solo) dei valori di questa tradizione storica che bisognava riscoprire e rimettere in onore”.
L’AUTORE – Giovanni Sale è nato a Mara (Sassari) il 1° marzo 1958. Ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l'Università di Sassari. È entrato nella Compagnia di Gesù, nella quale è stato ordinato presbitero nel 1996. Ha conseguito la licenza in Storia della Chiesa moderna e il dottorato in Storia della Chiesa contemporanea presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Attualmente fa parte della redazione della rivista «La Civiltà Cattolica», insegna Storia contemporanea nella Facoltà di Storia della Chiesa della Pontificia Università Gregoriana di Roma ed è direttore dell'Istituto Storico della Compagnia di Gesù. Presso la Jaca Book ha già pubblicato “La Civiltà Cattolica” nella crisi modernista (1900-1907) (2001), Pauperismo architettonico e architettura gesuitica (2001), Dalla monarchia alla repubblica. 1943-1946 (2003), Hitler, la Santa Sede e gli ebrei (2004), De Gasperi, gli Usa e il Vaticano all’inizio della guerra fredda (2005), Popolari e destra cattolica al tempo di Benedetto XV (2006), Il Novecento tra genocidi, paure speranze (2006) e ha curato Ignazio e l’arte dei gesuiti (2003).
INDICE DELL’OPERA – Prefazione, di Pietro Scoppola – Capitolo primo. Il Fascismo al Potere – Capitolo secondo. Pio XI e il Fascismo – Capitolo terzo. I Cattolici popolari nella Temperie del Fascismo – Capitolo quarto. Le elezioni Politiche del 1924 – Capitolo quinto. Il delitto Matteotti – Capitolo sesto. La Santa Sede e la “crisi Matteotti” – Capitolo settimo. Le violenze fasciste contro l’azione cattolica nel 1925-26 – Capitolo ottavo. La questione degli Scout e il regolamento governativo dei Balilla – Capitolo nono. Riforma della legislazione ecclesiastica e conciliazione – Appendice documenti – I. 1922-1923: Primi rapporti tra governo Fascista e Santa Sede – II. 1924: Le prime elezioni Politiche Fasciste – III. 1925: L’anno della svolta autoritaria – 1926: Nuovi contrasti tra Santa Sede e Fascismo – V. Proposta di riforma della legislazione ecclesiastica civile (1923-1926) – VI. Violenza fascista contro l’azione Cattolica – VII. Il regolamento dei Balilla e la lotta del regime contro gli scout – VIII. La civiltà Cattolica e il progetto di collaborazione tra popolari e socialisti – Bibliografia – Indice dei nomi e dei luoghi |