1914: attacco a Occidente Stampa E-mail

Gian Enrico Rusconi

1914: attacco a Occidente

il Mulino, pagg.320, € 24,00

 

rusconi_1914  IL LIBRO – Era inevitabile la Grande Guerra? Dall’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo doveva necessariamente scaturire un conflitto mondiale? O si è trattato di una guerra «improbabile», scoppiata per una serie di malintesi e di errori di valutazione? Rusconi ricostruisce il febbrile lavorio politico-diplomatico del luglio 1914 e analizza le vicende belliche sino alla battaglia cruciale della Marna. Il conflitto si configura come una «guerra tedesca» per rompere l’accerchiamento di cui la Germania si sente vittima da parte dell’Intesa russo-francese e inglese. Ma la lotta per l’egemonia sul Continente assume i tratti di una «guerra di civiltà» all’interno dell’Occidente stesso. Gli effetti sono di lunga durata, anche in termini strategico-militari: il secondo conflitto mondiale inizierà infatti con l’attacco alla Francia nel 1940 inteso come replica e rivincita del 1914.

  DAL TESTO – “È fuori di dubbio che esista un nesso diretto tra la prima e la seconda guerra mondiale - tant'è vero che spesso si parla di un'unica «guerra dei trent'anni» o della «lunga guerra tedesca». Le memorie collettive e quelle dei decisori politici e militari che agiscono alla fine degli anni trenta sono condizionate dagli eventi della Grande Guerra. È la «sindrome del 1914» che accompagna la crisi e lo scoppio della guerra nel 1939 e l'anno immediatamente successivo, il 1940. In tutti i paesi compare con modalità diverse questa sindrome. In modo del tutto particolare vale in Germania. Qui non soltanto l'Augusterlebnis del 1914, il «dramma della Marna», l'esperienza del fronte (Frontenerlebnis), ma anche «la pugnalata alle spalle» e il «tradimento del novembre del 1918», evocato come causa del tracollo di un esercito rimasto «imbattuto sul campo», vengono compattati per così dire nella «sindrome del 1914». Sul collegamento tra guerra popolare, sconfitta immeritata, pace imposta (Diktat di Versailles) seguita dalla rinascita nazionale del 1933 si costruisce il mito fondante della Germania nazionalsocialista che riprende le armi sotto la guida del Führer, soldato della Grande Guerra. Tra i suoi primi obiettivi c'è la liquidazione del «sistema di Versailles» creato dalla guerra del 1914-18. Con un crescendo di iniziative dirompenti, sulla soglia della provocazione di guerra, l'ordine postbellico viene gradualmente smontato (sino agli accordi di Monaco del 1938, con la complicità degli occidentali) sinché il 1° settembre 1939 la Germania invade la Polonia (prodotto di Versailles) dando inizio alla guerra generale. L'esercito tedesco scende in campo nel 1939 e nel 1940 per rovesciare l'esito finale della guerra del 1914, addirittura per vendicare la Marna. Ancora una volta sono i tedeschi a condizionare la logica della guerra nelle sue battute iniziali.”

  L’AUTORE – Gian Enrico Rusconi ha insegnato Scienza politica nell’Università di Torino. Fra i suoi numerosi libri segnaliamo: Rischio 1914. Come si decide una guerra (1987), L’azzardo del 1915. Come l’Italia decide la sua guerra (2005), pubblicati dal Mulino, e Cosa resta dell’Occidente (Laterza, 2012).

   INDICE DELL’OPERA – Introduzione. Guerra tedesca e guerra di civiltà in Occidente - Parte prima - I. Dopo Sarajevo. Intese segrete, riti e pressioni diplomatiche - II. Chi decide a Berlino: il cancelliere o il capo di stato maggiore? - III. La Gran Bretagna tra soluzione negoziata della crisi e antagonismo anglo-tedesco - IV. La strategia di rischio del cancelliere Bethmann e il suo fallimento - Interludio. Equilibrio delle potenze, egemonia, rischio di guerra - Parte seconda - V. La Marna. La battaglia che cambia la guerra - VI. La guerra programmata. Il piano Schlieffen e il suo mito - VII. Il «piano Moltke» tra realismo e pessimismo - VIII. La guerra dei professori e le «idee del 1914» - Parte terza - IX. «L'Italietta» che non era tale. Gli impegni verso la Triplice Alleanza - X. Quanto pesano la neutralità italiana e l'intervento - Parte quarta - XI. La replica del 1939 e la sindrome del 1914 - XII. «Blitzkrieg». Il piano Schlieffen reinventato e la débâcle francese - XIII. Perché «la lunga guerra tedesca» è fallita? – Conclusioni (Una guerra che si poteva evitare? - La Germania cent'anni dopo) – Note - Indice dei nomi