De Gaulle Stampa E-mail

Gaetano Quagliariello

De Gaulle

Rubbettino, pagg.765, € 36,00

 

quagliariello_degaulle  IL LIBRO – Charles de Gaulle è stata una delle figure preminenti del Novecento. L'unico uomo dello scorso secolo che ha avuto la capacità di salvare il proprio Paese dall'abisso in ben due occasioni: dopo la disfatta del 1940, quando decise di non rassegnarsi alla sconfitta rappresentando la dignità e le ambizioni della patria in esilio; al tempo della crisi algerina, disinnescando una guerra civile ormai sul punto di esplodere.
  Gaetano Quagliariello, su di lui e sul fenomeno del quale fu iniziatore - il gaullismo - ha scritto una fondamentale monografia nel 2003 (De Gaulle e il gollismo, Il Mulino, Bologna). È poi tornato sull'argomento nel corso degli anni, con opere pubblicate in italiano e in francese.
  In questa nuova edizione del suo lavoro, interamente riveduto, aggiunge alla sua riflessione un aspetto del tutto inedito: interpretare il gaullismo anche in virtù di una comparazione possibile tra Italia e Francia del secondo dopoguerra, che evidenzi somiglianze e diversità, a partire da una visione unitaria della storia nazionale dei due Paesi. In questo solco, egli ripercorre in particolare la parabola e il peso del partito politico e analizza il rapporto con l'elemento carismatico. Ne scaturisce una lettura che porta la storia ad attualizzarsi e a proporsi con ancora più forza come "maestra di vita", in grado di dispensare consigli e ammonimenti per il presente e per le scelte fondamentali alle quali ci chiama.

  DAL TESTO – “Il Generale, all'inizio dell'iter di revisione, si rifiutò di delineare una soluzione costituzionale coerente, limitandosi a formulare pochi principi che avrebbe voluto assolutamente salvaguardati. Questi cominciarono ad essere tratteggiati in una discussione preliminare con Debré. De Gaulle immaginò una divisione dell'esecutivo in due distinte funzioni, incarnate rispettivamente dal Presidente della Repubblica e dal Primo ministro, Il Capo dello Stato, in particolare, avrebbe dovuto ottenere poteri rilevanti quali il diritto di sciogliere l'Assemblea, la possibilità di rimettere al popolo la decisione su un problema attraverso il referendum e, soprattutto, di accedere a poteri eccezionali in caso di gravi crisi nazionali. De Gaulle, inoltre, riconobbe che il Primo ministro sarebbe dovuto essere responsabile di fronte al Parlamento. Stando al racconto di Debré, si trattò di una concessione - assai più che di una convinzione - alla quale il Generale sapeva di non potersi sottrarre: vi erano i principi generali approvati il 3 giugno 1958 da rispettare; gli impegni assunti con Mollt e, infine, qualcosa da accordare all'anglofilia del guardasigilli. In quest'occasione de Gaulle parlò anche del futuro Senato, che immaginò come una Camera tripartita formata da rappresentanti locali dei territori d'oltremare e, soprattutto, di gruppi professionali e sindacali. Egli intendeva, così, operare un’apertura verso gli istituti della democrazia sociale, in linea con le elaborazioni sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese: obiettivo - questo - che attraversò tutta la storia del gollismo al tempo di de Gaulle, fino all'atto conclusivo compiutosi, come si vedrà, con la sconfitta nel nel referendum del 1969. Incalzato da Debré  sulla necessità di inserire nella costituzione il rispetto del principio maggioritario e sui modi per regolamentare il rapporto federativo tra la madrepatria e i territori d’oltremare, il Generale fu, invece, vago e fece cadere il discorso: se ne sarebbe riparlato in seguito.”

  L’AUTORE – Gaetano Quagliariello (1960), è professore ordinario di storia contemporanea presso la Luiss «Guido Carli» di Roma. Attualmente è Senatore della Repubblica. Prima di questa edizione del suo studio su de Gaulle ha tra l'altro pubblicato: La religion gaulliste, Perrin, Paris, 2007; Gaullisme. Une classification impossible, L'Harmattan, Paris, 2009.

  INDICE DELL’OPERA – Precisioni e Ringraziamenti - Introduzione. Quel che de Gaulle mi ha insegnato sulla storia d'Italia (Francia e Italia nel secondo dopoguerra - Le differenze genetiche - La diversa parabola del partito politico - L'avvento della Quinta Repubblica e l'allargamento del fossato - 1968 anno terribile: quello breve e quello lungo - Francia e Italia: diversificazione a sinistra abisso a destra - Il fattore c: il carisma - La transizione riuscita e quella incerta) - De Gaulle, la guerra e la politica (Comprendere la guerra - La guerra che c'è stata e la guerra che ci sarà - Il 18 giugno 1940: l'origine del carisma - Quando il carisma si stabilizza - La France Libre e la fondazione del gollismo politico - Le fratture interne al gollismo e il compromesso necessario) - Il gollismo al tempo della Guerra fredda (Dalla guerra alla pace: la difficile transizione del gollismo - Dopo la guerra: la transizione fallita - A un passo dalla meta: l'irresistibile ascesa dell'Rpf - Il declino di un partito che avrebbe voluto essere la nazione - Lo scontro finale tra le istituzioni e l'Rpf – L’Rpf alle elezioni - L'eredità di una sconfitta) - De Gaulle - Mendès France e la sfida del carisma (La strada verso il «deserto» - De Gaulle, i gollisti e l'ascesa al potere di Mendès France - Il triangolo tra de Gaulle, Mendès France e i gollisti - La Ced e il declino della IV Repubblica - La battaglia contro la Ced: l'ultima raffica dell'Rpf - Declino e fine del governo Mendès France - Mendès France e le conseguenze non volute) - Il «deserto» del Generale e le «oasi» dei gollisti (I repubblicano-sociali e il governo Faure - I repubblicano-sociali verso la sconfitta elettorale e oltre - Le conseguenze del 6 febbraio 1956 all'interno della famiglia gollista - Dalla svolta di Suez alla caduta di Mollet - I tre fronti del gollismo - Repubblicano-sociali: un laboratorio per nuove istituzioni? - La gestione del silenzio) - Lo strappo (Il laboratorio dello storico - Giochi della memoria - I prodromi della grande crisi - Le ambiguità del 13 maggio 1958 - Quando de Gaulle ritrovò la parola - Tutti i de Gaulle possibili - Alla ricerca di de Gaulle - L'orlo del baratro - De Gaulle, i gollisti e il 13 maggio 1958) - Le tre emergenze della transizione (Algeria: il futuro è aperto - La transizione socioeconomica - La nuova costituzione: i tempi, i luoghi e gli uomini - La sconfitta del Parlamento - Come si definisce una costituzione di successo: ambiguità, compromessi e rinvii - La costituzione della V Repubblica: una svolta europea) - Dalla transizione al consolidamento (Crisi e ricomposizione dei partiti politici - Vecchia famiglia, nuovo partito - Il difficile accordo tra carisma e partito - La costituzione materiale - La guerra è finita - La sfida decisiva) - Le ombre della grandeur (Le contraddizioni del Generale - Tra continuità e rottura: gli esordi della politica estera gollista (1958-1963) - Il problema della successione - Uno splendido declino) – L’Epilogo (...E venne un nuovo maggio - La seconda fase della crisi - Scomparsa del Generale e apparizione della «maggioranza silenziosa» - Cambio della guardia a Matignon - Gli ultimi bagliori di un destino compiuto - De Gaulle e Pompidou: il duello - La fine annunziata) - Indice dei nomi