Le insorgenze controrivoluzionarie nella storiografia italiana |
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Massimo Viglione Le insorgenze controrivoluzionarie nella storiografia italiana Leo S. Olschki, pagg.XII-132, € 16,00
DAL TESTO – “[…] sembra veramente possibile sostenere che l'europeismo delle rivolte, lungi dall'avallare la spiegazione 'localista' e 'fazionista', ancor più dà invece peso all'interpretazione dell'Insorgenza italiana come parte - preponderante - dell'intera Controrivoluzione europea che si oppose ovunque e in contemporanea in quegli anni all'avanzata irresistibile della Rivoluzione. "Non v'è chi non veda" che se le cause delle rivolte fossero state davvero il conto delle vacche, le liti con i fittavoli o le risse paesane, al massimo si sarebbero avuti 5-6 casi di rivolta (10 avrebbero già costituito una strana coincidenza...). Siccome le insorgenze sono state centinaia in tutta Italia (e in Europa) per venti anni e oltre, in situazioni sociali del tutto differenti le une dalle altre, con una costanza metodologica insurrezionale impressionante, sorge il dubbio che le 'università' e i cambiamenti climatici di Cirillo o i municipi di Romagnani, o le alleanze di classe della Sinisi, non esauriscano punto le vere ragioni delle rivolte. E sorge anche il dubbio che la professoressa Anna Maria Rao non abbia proprio del tutto ragione quando apoditticamente sostiene la irricomponibilità del quadro insurrezionale, in quanto esiste un elemento unitivo ideale di tutte le rivolte, italiane ed europee, quell'elemento prettamente religioso, politico e ideologico che la Rao e i suoi discepoli (e tanti altri) non accetteranno mai. Quell'elemento che li costringe a offendere ripetutamente la professionalità di tutti quegli studiosi che invece lo vedono e lo spiegano apertamente.” L’AUTORE – Massimo Viglione è ricercatore di ruolo dell'Istituto di Storia dell'Europa mediterranea del Consiglio Nazionale delle Ricerche e docente di Storia d'Italia dal XVI secolo al 1870 e Pensiero e istituzioni nella civiltà cristiana presso l'Università Europea di Roma. Si è specializzato sul tema delle conseguenze della Rivoluzione Francese in Italia e sul tema del Risorgimento. Fra i suoi studi, ricordiamo: Rivolte dimenticate. Le insorgenze degli italiani dalle origini al 1815 (Città Nuova, 1999); «Libera Chiesa in libero Stato»? Il Risorgimento e i cattolici: uno scontro epocale (Città Nuova, 2005); 1861. Le due Italie. Identità nazionale, unificazione, guerra civile (Edizioni Ares, 2011). INDICE DELL’OPERA – Presentazione - Introduzione - Capitolo I. La storiografia anteriore al bicentenario - 1. Le prime opere dei decenni risorgimentali (Cuoco e l'inizio della storiografia sulle insorgenze - Carlo Botta e Andreas Hofer - Patrioti e lazzari in Mazzini) - 2. La storiografia nazionalista - 3. Gli autori nazionalisti che aprono all'interpretazione sociale (Niccolò Rodolico - Giacomo Lumbroso - Alberto Consiglio - Autori fascisti? - Gioacchino Volpe) - 4. Lucarelli e il sanfedismo come lotta di classe - 5. Croce e l'inizio della storiografia filogiacobina - 6. La storiografia filogiacobina del secondo dopoguerra (I decenni del silenzio - Si distinguono alcuni autori - Un'eccezione - Una voce fuori dal coro) - Capitolo II. L'importante rinascita degli studi in occasione del bicentenario - 1. L'interpretazione degli autori 'filoinsorgenti' - 2. Gli approfondimenti della storiografia filogiacobina (e non solo) - 3. Il paradigma di A. M. Rao in «Studi Storici» e il relativo dibattito - 4. Un attacco senza eguali - 5. Un'altra storiografia è possibile - Capitolo III. Cenni conclusivi - Indice dei nomi
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