Le insorgenze controrivoluzionarie nella storiografia italiana Stampa E-mail

Massimo Viglione

Le insorgenze controrivoluzionarie nella storiografia italiana
Dibattito scientifico e scontro ideologico (1799-2012)

Leo S. Olschki, pagg.XII-132, € 16,00

 

viglione_insorgenze  IL LIBRO – Massimo Viglione ricostruisce in questo libro la storia della storiografia italiana sul problema delle insorgenze controrivoluzionarie (1790-1814). È un lavoro che nessuno ha mai condotto finora in tale ampiezza, sia per la vastità cronologica (in pratica dal 1799 a oggi) che per la profondità concettuale del dibattito presentato. L'autore ripercorre l'intero iter storiografico di questi due secoli, con precipua attenzione al grande e anche polemico dibattito svoltosi in occasione del bicentenario della Rivoluzione Francese e dell'invasione napoleonica della Penisola. Le tematiche e gli autori vengono presentati nella loro completezza: nella prima parte dell'opera, dalle origini risorgimentali (Cuoco, Botta, Mazzini) alle opere dei decenni del nazionalismo e del fascismo, da Croce e Volpe fino alle opere di stampo marxista dei decenni postbellici; quindi, nella seconda, viene analizzato tutto il grande e acceso dibattito degli ultimi venti anni, che ha visto "scontrarsi" - a volte anche con toni aspri - due scuole interpretative (quella "filogiacobina" e quella "filoinsorgente") e la nascita anche di una nuova differente impostazione, critica con entrambe le correnti suddette.

  DAL TESTO – “[…] sembra veramente possibile sostenere che l'europeismo delle rivolte, lungi dall'avallare la spiegazione 'localista' e 'fazionista', ancor più dà invece peso all'interpretazione dell'Insorgenza italiana come parte - preponderante - dell'intera Controrivoluzione europea che si oppose ovunque e in contemporanea in quegli anni all'avanzata irresistibile della Rivoluzione. "Non v'è chi non veda" che se le cause delle rivolte fossero state davvero il conto delle vacche, le liti con i fittavoli o le risse paesane, al massimo si sarebbero avuti 5-6 casi di rivolta (10 avrebbero già costituito una strana coincidenza...). Siccome le insorgenze sono state centinaia in tutta Italia (e in Europa) per venti anni e oltre, in situazioni sociali del tutto differenti le une dalle altre, con una costanza metodologica insurrezionale impressionante, sorge il dubbio che le 'università' e i cambiamenti climatici di Cirillo o i municipi di Romagnani, o le alleanze di classe della Sinisi, non esauriscano punto le vere ragioni delle rivolte. E sorge anche il dubbio che la professoressa Anna Maria Rao non abbia proprio del tutto ragione quando apoditticamente sostiene la irricomponibilità del quadro insurrezionale, in quanto esiste un elemento unitivo ideale di tutte le rivolte, italiane ed europee, quell'elemento prettamente religioso, politico e ideologico che la Rao e i suoi discepoli (e tanti altri) non accetteranno mai. Quell'elemento che li costringe a offendere ripetutamente la professionalità di tutti quegli studiosi che invece lo vedono e lo spiegano apertamente.”

  L’AUTORE – Massimo Viglione è ricercatore di ruolo dell'Istituto di Storia dell'Europa mediterranea del Consiglio Nazionale delle Ricerche e docente di Storia d'Italia dal XVI secolo al 1870 e Pensiero e istituzioni nella civiltà cristiana presso l'Università Europea di Roma. Si è specializzato sul tema delle conseguenze della Rivoluzione Francese in Italia e sul tema del Risorgimento. Fra i suoi studi, ricordiamo: Rivolte dimenticate. Le insorgenze degli italiani dalle origini al 1815 (Città Nuova, 1999); «Libera Chiesa in libero Stato»? Il Risorgimento e i cattolici: uno scontro epocale (Città Nuova, 2005); 1861. Le due Italie. Identità nazionale, unificazione, guerra civile (Edizioni Ares, 2011).

   INDICE DELL’OPERA – Presentazione - Introduzione - Capitolo I. La storiografia anteriore al bicentenario - 1. Le prime opere dei decenni risorgimentali (Cuoco e l'inizio della storiografia sulle insorgenze - Carlo Botta e Andreas Hofer - Patrioti e lazzari in Mazzini) - 2. La storiografia nazionalista - 3. Gli autori nazionalisti che aprono all'interpretazione sociale (Niccolò Rodolico - Giacomo Lumbroso - Alberto Consiglio - Autori fascisti? - Gioacchino Volpe) - 4. Lucarelli e il sanfedismo come lotta di classe - 5. Croce e l'inizio della storiografia filogiacobina - 6. La storiografia filogiacobina del secondo dopoguerra (I decenni del silenzio - Si distinguono alcuni autori - Un'eccezione - Una voce fuori dal coro) - Capitolo II. L'importante rinascita degli studi in occasione del bicentenario - 1. L'interpretazione degli autori 'filoinsorgenti' - 2. Gli approfondimenti della storiografia filogiacobina (e non solo) - 3. Il paradigma di A. M. Rao in «Studi Storici» e il relativo dibattito - 4. Un attacco senza eguali - 5. Un'altra storiografia è possibile - Capitolo III. Cenni conclusivi - Indice dei nomi