L’alfiere Stampa E-mail

Carlo Alianello

L’alfiere

Bur Rizzoli, pagg.496, Euro 11,90

 

alianello_alfiere  IL LIBRO – “Questo popolo va in sfacelo per eccesso d’intelligenza. Tu gli dici patria, e lui vede il gendarme borioso, il generale traditore e il Re truffato. Facce dello stesso Pulcinella.”
  Pino Lancia è alfiere nell’esercito delle Due Sicilie, “un giovanottone alto e quadro a cui l’uniforme turchina dei Cacciatori a piedi stava come un guanto”, un novellino che si ritrova nella battaglia di Calatafimi contro le camicie rosse. È il 1860 e la spedizione dei Mille squassa l’Italia. Liberale nell’animo, Pino servirà il suo re, Francesco II di Borbone, sino alla fine, a dispetto di ogni convenienza. Attraversando l’Italia in guerra in compagnia di un giovane francescano, mentre intorno a lui si dipana un’animatissima “commedia umana” di eroismo, amore e viltà, l’alfiere assiste alla caduta del regno e all’unificazione del paese sotto le insegne sabaude.
  Classico letterario da riscoprire, il romanzo racconta il Risorgimento dalla prospettiva inedita dei vinti. Perché chi l’ha detto che i buoni – e i cattivi – fossero tutti da una parte? Chi era il vero nemico dell’Italia, in quei tempi tumultuosi? “Garibaldi e i piemontesi che vengono di fuori e a tutti i costi ci vogliono regalare questa benedetta libertà, che chi sa che gli pare e il mondo resterà sempre quello che è, o quelli che ci hanno governati sino a ora e han tollerato il sopruso, il raggiro, la corruzione?”

  DAL TESTO – “Nella notte, il canto dei grilli accompagnò la ritirata. Lo scalpiccio degli uomini con lo scalpitar dei cavalli s'incupiva in quei tratti ove il fondo della strada poggiava sul sodo, strascicava e s'ammorbidiva in un fruscio, dove la polvere densa quasi tratteneva i passi. E quello strascinìo pareva moltiplicarsi per magica riflessione di echi e perdersi sospeso sulle cavità della campagna. Sopra, il cielo era nero e metallico come il fondo d'una caldaia, ma gli orli baluginavano d'una chiarità solforosa. Deserti attorno i colli, fin dove l'occhio poteva giunger nell'oscurità, nere e sbarrate le poche case e anche gli alberi, radi e irti sul muto lampeggiar delle nuvole, parevano ostili.
  “Sfiancati dalla fatica, dopo una giornata di battaglia senza gloria, vinti dal pauroso stupore di quella fuga senza ragione, i cacciatori dell'ottavo si strascinavano più che non camminassero, ubriachi tutti di sonno, tanto che qualcuno, camminando, dormiva.
  “Le rade voci ch'or qua or là si levavano, fra i lunghi silenzi, erano subito sopraffatte dalla stanchezza e dalla monotona cadenza di quell'andar senza fine.”

  L’AUTORE – Carlo Alianello (1901-1981), romanziere e sceneggiatore, è uno dei grandi scrittori “dimenticati” della nostra letteratura. L’alfiere, pubblicato nel 1942, è il primo volume di una trilogia sul crollo del Regno delle Due Sicilie.

  INDICE DELL’OPERA - Prefazione, di Piero Gelli - L'alfiere - I – II – III – IV – V – VI – VII – VIII – IX – X – XI – XII – XIII – XIV – XV – XVI – XVII – XVIII – XIX – XX – XXI – XXII – XXIII – XXIV – XXV – XXVI – XXVII – XXVIII – XXIX - XXX