Cultura di destra Stampa E-mail

Furio Jesi

Cultura di destra
Con tre inediti e un’intervista

Edizioni Nottetempo, pagg.297, Euro 17,50

 

jesi_culturadidestra  IL LIBRO – “Che cosa vuol dire cultura di destra?”, chiede un intervistatore a Furio Jesi nel 1979. È “la cultura entro la quale il passato è una sorta di pappa omogeneizzata che si può modellare nel modo più utile, in cui si dichiara che esistono valori non discutibili, indicati da parole con l’iniziale maiuscola”. Originale mitologo della modernità, Jesi dedica gli studi qui raccolti a individuare le matrici sotterranee, il linguaggio e le manifestazioni delle “idee senza parole” della cultura di destra otto-novecentesca; e lo fa smascherandone i luoghi comuni, le formule e le parole d’ordine che alludono a un nucleo mitico profondo e inconoscibile, ma fondante e modellante, cui fanno riferimento i principi ricorrenti di Tradizione, Passato, Razza, Origine, Sacro. Un “vuoto” da riempire di materiali mitologici, manipolati dalla propaganda politica di destra per legittimare il suo potere e gli ordinamenti sociali dominanti. Da questa prospettiva, Jesi indaga gli apparati linguistici e iconici sottesi al fascismo e al neofascismo, al nazismo e al razzismo, penetra nelle pieghe dell’esoterismo di Julius Evola e del lusso retorico dannunziano, attraversa le pagine di Liala e Pirandello.
   Questa nuova edizione è corredata da tre inediti e un’intervista.

  DAL TESTO – “[…] nel rifiuto del nazismo da parte di esponenti della cultura tedesca del primo ’900 che fu­rono poi indicati e messi alla gogna come i precursori del pensiero di Hitler e di Rosenberg, sta uno dei nodi più difficili da sciogliere. Esaminata oggi, l’opera di un Frobenius presenta caratteri di non conformismo così netti nei confronti di buona parte della cultura bor­ghese del suo tempo (la valorizzazione dell’autonomia di ogni cultura “primitiva”, e della sua dignità pari se non superiore a quella delle culture dei “civilizza­ti”) che è difficile scorgervi il precedente del nazismo come ideologia squisitamente borghese. Ma vedremo che questa apertura ai “primitivi”, questa ammirazio­ne delle loro forme di cultura, se da una parte si di­rebbe un ottimo antidoto contro il razzismo, dall’altra si è accompagnata molto bene a ideologie esplicita­mente fasciste e antisemite – è, per esempio, il caso di uno storico delle religioni come Mircea Eliade, sul quale torneremo più oltre. Così come l’ufficiale delle SS prediligeva i cani o i canarini, e per questo pro­babilmente vedeva qualcosa di scorretto nei cartelli che vietavano l’accesso “ai cani e agli ebrei”, alcuni documenti testimoniano che non solo nel 1933 ma in pieno III Reich illustri etnologi e specialisti di storia o scienza delle religioni, legati a ideologie naziste o fasciste, conciliavano il razzismo antisemita con l’ap­prezzamento e la ammirazione per popoli “primi­tivi”. L’apprezzamento dei “primitivi” palese in un Frobenius ha potuto portare a studi di indubbio pre­gio, profondità, efficacia innovatrice nell’ambito delle scienze umane: ma ha un fondo di razzismo pur esso, come è razzismo ogni dottrina secondo la quale gli uomini di un gruppo nascono portatori di una data cultura e soggetti a un dato destino. Dai discorsi di Humboldt sul genio delle lingue, a quelli di Frobenius sulla “parte che fu scritta proprio per noi”, esiste una continuità di presupposti conciliabili con quelli del nazismo, anche se conciliabilità di presupposti non si­gnifica necessariamente complicità, o se, addirittura, dalla formulazione di quei presupposti si possono far proseguire linee che portano all’opposto del nazismo.”

  L’AUTORE – Furio Jesi (1941-1980) è stato studioso di miti, storico delle religioni e critico letterario. Studioso eclettico e originale, ha elaborato modelli interpretativi innovativi sul mito e sulle sue manifestazioni moderne. Tra i suoi saggi: Letteratura e mito (1968), Il mito (1973), Spartakus (2000).

  INDICE DELL’OPERA - Prefazione, di Andrea Cavalletti - Cultura di destra - Introduzione - Note - I. Cultura di destra e religione della morte (Il passato, lo spirito e l’“ora del destino” - Linguaggio delle cose; simbologia funeraria - Intermezzo, di triviale simbologia profetica - Mitologia fascista in Spagna e in Romania - Il “messaggio segreto” del professor Eliade - Cultura di destra e paura dell’ebreo - Il Reich senza centro – Note) - II. Il linguaggio delle idee senza parole (Neofascismo sacro e profano - Prestigio culturale di saggi. Julius Evola - Documenti di lusso spirituale e di lusso materiale. Due commemorazioni del Carducci. Liala e affini - Eroismo e castità. Gotta, Brocchi - “Honnête homme”, “homme de bien”, “grand homme” - La brutalità del gesto inutile. D’Annunzio, Pirandello – Note) - Appendice - I. Commemorazione di Giosuè Carducci tenuta nella sala della Società Filodrammatica Sportiva il 3 marzo 1907 in Porto Maurizio - II. Commemorazione di Giosuè Carducci tenuta nella Loggia massonica di Porto Maurizio, marzo 1907 - Tre inediti e un’intervista (La religione degli ebrei dinanzi al fascismo - Il cattivo selvaggio. Teoria e pratica della persecuzione dell’uomo “diverso”. Schema generale - Il cattivo selvaggio. Teoria e pratica della persecuzione dell’uomo “diverso”. 1. Lo sporco selvaggio – Note - Ricetta: mettere il passato in scatola, con tante maiuscole… Colloquio con Furio Jesi) - Indice dei nomi