Dalla parte dei vinti Stampa E-mail

Piero Buscaroli

Dalla parte dei vinti. Memorie e verità del mio Novecento

Mondadori, pagg.521, Euro 24,00

 

buscaroli_dallapartedeivinti.jpg  IL LIBRO - Nonostante sia trascorso più di mezzo secolo dal crollo del fascismo e dalla fine del secondo conflitto mondiale, siamo davvero convinti di sapere come andarono effettivamente le cose? Il tanto discusso dopoguerra italiano può considerarsi concluso? Piero Buscaroli, critico musicale, scrittore e giornalista non ne è affatto convinto e ha deciso di aprire la sua valigia di carte, documenti inediti e ricordi troppo a lungo taciuti per raccontarci il suo Novecento.

  Adolescente romagnolo con la passione per il pianoforte, assiste con stupore a fianco del padre Côrso, insigne latinista, al naufragio "non casuale" del 1943-45, che precipitò l'Italia in una spirale di guerra e violenze. L'interpretazione di eventi come la "congiura" del 25 luglio contro Mussolini, la dissoluzione militare e civile dell'8 settembre, l'occupazione tedesca e i "crimini dei vincitori" ci restituisce l'immagine di un Buscaroli "schierato a vita", cittadino coatto di una "ex nazione".

  Le sue "passeggiate fuori dalle solite strade della storiografia dominante" lo portano poi a visitare luoghi simbolo del Novecento come il Giappone e la Germania del dopoguerra, il Vietnam del 1966, la Praga del 1968, senza rinunciare agli incontri, che si susseguono in questi anni, con personaggi altrettanto significativi, da Ezra Pound a Dino Grandi, dall'ambasciatore giapponese Hidaka - l'ultima persona che ebbe un colloquio con Mussolini prima dell'arresto ordinato dal re - al dittatore portoghese Salazar.

  Come in una rapsodia a lungo studiata, gli argomenti e gli spunti polemici "disperatamente difformi " disegnano i confini via via più precisi di una tragedia insieme personale e collettiva, che ha segnato nel profondo la coscienza contemporanea. Per Buscaroli, il revisionismo delle verità osteggiate e sepolte dal pregiudizio ideologico si è fatto imperativo morale, mentre lo spirito di contraddizione da cui si sente mosso diventa strumento essenziale di libertà.

  In una felice mescolanza di cronaca giornalistica e documento storico, Dalla parte dei vinti riesce a unire alla scrupolosa e talvolta inedita ricostruzione di fatti decisivi dell'ultimo cinquantennio il ritmo appassionato e mai pretestuoso del feroce pamphlet politico. Che farà discutere.

 

  DAL TESTO - “A due milioni di persone ascende il conto complessivo dei russi che, alla fine delle ostilità, si trovarono nelle mani degli «alleati» occidentali: uomini, donne, bambini, neonati e nascituri; soldati sovietici catturati nelle immense «sacche» seguite alle battaglie d’accerchiamento dell’Estate 1941, e poi arruolati nella Wehrmacht per ragioni diversissime, dalle convinzioni anticomuniste all’insofferenza della prigionia, al reclutamento forzato; ausiliari civili dei due sessi, dal tecnico alla sguattera; fuggiaschi sballottati tra i due fronti, risucchiati nelle ritirate dal miraggio del cibo, di un tetto; decine di migliaia di familiari, ignari e innocenti; relitti di comunità nazionali disperse e perseguitate da Stalin disposti a collaborare anche col diavolo pur di abbattere il regime sovietico; idealisti religiosi, membri di emigrazioni politiche e ideologiche che, quando in eguali forme combatterono contro il nazionalsocialismo e il fascismo, furono lodate quali espressioni dello spirito di libertà.

  “[…] In quella moltitudine i colpevoli di un qualsiasi crimine furono insignificante minoranza. Eppure, nulla fu tentato per sottrarre gli innocenti al massacro: immediato, o differito nella consunzione. Furono dunque mandati alla morte anche coloro che, secondo ogni diritto e ogni morale, dovevano essere salvati”.

 

  L'AUTORE - Piero Buscaroli, nato nel 1930, dopo il liceo classico studia organo, armonia e contrappunto con Ireneo Fuser, si laurea in Storia del diritto italiano con Giovanni de Vergottini. Nel 1955 Leo Longanesi lo chiama al "Borghese", vi rimane con Mario Tedeschi fino al 1977. Inviato in musica e guerre, corre tra festival e invasioni, Palestina, Praga, Vietnam. Dopo quattro anni alla direzione di un quotidiano a Napoli, lascia il giornalismo politico, accetta una cattedra nei conservatori di Stato a Torino, Venezia, Bologna. Nel 1979 Montanelli gli offre la critica musicale del "Giornale". Pubblica: La stanza della musica (Fogola 1976), La nuova immagine di Bach (Rusconi 1982), Bach (Mondadori 1985), Johannes Brahms a Bologna e in Romagna (Nuova Alfa Editoriale 1988), La morte di Mozart (Rizzoli 1996), Beethoven (Rizzoli 2004), Al servizio dell'Imperatore (Marietti 1820 2006), L'imbroglio del Requiem (Zecchini 2006). E tra storia politica e arte: Figure & Figuri (Volpe 1977), I luoghi e il tempo (Fogola 1979), La vista, l'udito, la memoria (Fogola 1987), Paesaggio con rovine (Camunia 1989), Gabriel musico maestro di simboli labirinti & terremoti (Zecchini 2007).

 

  INDICE DELL'OPERA - Come fu che, a tredici anni… - …mi precipitai nell’orribile storia – Con Salazar, a vita – I Buscaroli e Dino Grandi – Parigi-Bratislava, senza ritorno – Passeggiate tedesche – Revisionista in Giappone – Le brevi notti di Tokyo – Hidaka: riscrivere il 25 Luglio – Mishima: una domanda scritta col sangue – Con Wilhelm Furtwängler sulla soglia – I crimini dei vincitori I - I crimini dei vincitori II - I crimini dei vincitori III - I crimini dei vincitori IV – L’olocausto dell’aria I - L’olocausto dell’aria II - L’olocausto dell’aria III – Ma chi è questo Piero Santerno? – Ritratti d’epoca – La ferocia e la pietà – Ezra, coi vinti – Pound e il mito italiano