I demoni |
Fëdor Dostoevskij I demoni. Testo russo a fronte Bompiani, pagg.2080, Euro 38,00
IL LIBRO - “Senza dubbio alcuno io scriverò male: essendo più poeta che artista io ho sempre preso temi, al disopra delle mie forze. E perciò questo lo guasterò, certamente. Il tema è troppo forte. Ma poiché ancora nessuno fra tutti i critici che mi hanno giudicato mi ha negato un certo ingegno, anche in questo lungo romanzo vi saranno punti non cattivi. Questo è tutto.” Lettera di Dostoevskij ad Apollòn Nikolaèvicv Màjkov del 9-21 ottobre 1870 “La nostra civiltà è piena di dèmoni e di demòni. Fëdor Dostoevskij ha scelto i secondi per scrivere il suo romanzo, ma non si è dimenticato dei primi. Certo, romanzo è quasi un termine improprio per il grande russo: anche I demoni, come tutti i suoi libri, è un’opera nella quale si scontrano idee, quesiti essenziali; un testo che presenta personaggi subito identificabili con dei pensatori: sovente lottano con le proprie idee, quasi sempre la loro vita si trasforma in uno spazio filosofico. [...] Albert Camus notò che questo romanzo è un libro profetico, giacché rivela il nostro nichilismo, le varie e forsennate aspirazioni che caratterizzano la contemporaneità. Dostoevskij, dal canto suo, offre come unico paradigma Cristo. Le discussioni degli atei che popolano le pagine de I demoni non riescono a evitarlo e la sua presenza, ora tacita e ora esplicita, è la vera bussola che l’autore mette nella sua opera. Nulla era per questo scrittore più bello, più ragionevole, più perfetto di Cristo.” Dall’Introduzione di Armando Torno
DAL TESTO - "La porta di Lebjadkin era solo accostata, ma non chiusa, e noi entrammo liberamente. Tutta la loro abitazione consisteva in due brutte, piccole stanzette, con le pareti affumicate, da cui pendeva letteralmente a brandelli la tappezzeria sporca. Un tempo c'era stata per alcuni anni un'osteria, finché il padrone Filippov non l'aveva trasferita nella casa nuova. le altre stanze che avevano fatto parte dell'osteria erano ora chiuse, e quelle due erano state date a Lebjadkin. La mobilia era composta da semplici panche e di tavole di legno grezzo; c'era inoltre una vecchia poltrona senza un bracciolo. Nella seconda stanza, in un angolo c'era un letto con una coperta di cotone a fiorami, appartenente a M.lle Lebjàdkina, mentre il capitano, la sera, si buttava a dormire sul pavimento, non di rado vestito com'era. Dappertutto c'erano, briciole, immondizie, pozze; un grosso straccio, tutto bagnato, stava in mezzo al pavimento nella prima stanza e lì, nella stessa pozza, c'era pure una vecchia scarpa logora".
L'AUTORE - Fëdor M. Dostoevskij (Mosca 1821-San Pietroburgo 1881) è forse il più grande narratore russo e uno dei classici di tutti i tempi. Le sue opere e i suoi personaggi, intensi, drammatici, affascinanti, sono attuali e modernissimi. Lo scrittore, a causa delle sue convinzioni socialiste, nel 1849 venne condannato a morte. La pena fu poi commutata in quattro anni di lavori forzati in Siberia e nell’esilio fino al 1859.
IL CURATORE - Armando Torno (Milano 1953), editorialista del “Corriere della Sera”, è autore di numerose pubblicazioni. Sempre di Dostoevskij, per questa stessa collana, ha curato I fratelli Karamazov (2005), Diario di uno scrittore (2007) e L'idiota (2009).
INDICE DELL'OPERA - Introduzione. I demoni del nulla, di Armando Torno - Nota introduttiva, di Ettore Lo Gatto - Parte prima - I. Invece dell'introduzione: alcuni particolari della biografia del rispettabilissimo Stepàn Trofìmovič Verchovenskij - II. Il principe Harry. Proposta di nozze - III. I peccati altrui - IV. la zoppa - V. Il serpente saggio - Parte seconda - I. La notte - II. La notte (continuazione) - III. Il duello - IV. Tutti in attesa - V. Prima della festa - VI. Petr Stepànovič in faccende - VII. Dai nostri - VIII. Lo zarevič Ivàn - IX. Hanno perseguitato Stepàn Trofìmovič - X. I filibustieri. Mattina fatale |