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Ernst Jünger

Visita a Godenholm

Adelphi, pagg.100, Euro 9,00

 

godenholm.jpg  IL LIBRO - Su un’isola sperduta nel Mare del Nord un piccolo gruppo di persone, accomunate dall’aspirazione a conoscere il proprio vero Sé, si raccoglie intorno a un uomo misterioso. Signore della luce e principe delle tenebre, costui conduce vita ritirata in una casa turrita, in compagnia di una domestica dalla risata beffarda, un pescatore con il petto sfregiato e una servetta silenziosa e ubiqua. Nei giorni in cui la notte è quasi inesistente o la luce dura un’ora, quando il tempo dell’orologio e della civiltà cessa di scorrere, i tre discepoli – un medico-filosofo, uno studioso di preistoria e una giovane – ascoltano gli apoftegmi del Maestro, e grazie ai suoi poteri ipnotici, o forse all’assunzione di allucinogeni, compiono un viaggio nel proprio mondo interiore. Viaggio a metà tra l’allucinazione e il delirio, l’evocazione e il sogno, attraverso un prisma di luci, suoni e colori in cui si intrecciano paesaggi tropicali e piane mitteleuropee, aurore boreali e interni contadini. Mago della parola Jünger si rivela anche nell’altro pannello del dittico qui offerto: storia di rara perfezione, calata nel folto della foresta tedesca. Dove un adolescente, durante una battuta di caccia, vive un’esperienza determinante: se fino allora ha sognato ogni notte di possedere un fucile per abbattere una preda, di fronte al cinghiale sventrato e profanato dalle mani dei suoi carnefici prova vergogna e profondo rispetto per l’animale, che da quel momento prenderà, nei suoi sogni, il posto dell’arma.

 

  DAL TESTO - "Gli uomini non sembravano rassegnati alla solitudine come a un male ineluttabile della loro terra. La sentivano e l'amavano. Può darsi che l'avessero nel sangue, ereditata dai padri, i primi navigatori e colonizzatori. Che cosa aveva attratto quegli uomini sulle lontane coste del Mare del Nord e del Mediterraneo: conquiste, bottino, avventura e ricchi banchi di pesci? Anche questo, certo - ma era soprattutto l'impulso di arrivare sino ai confini e di superarli, sino a quegli estremi limiti dove ha inizio la solitudine. Finché continuarono a essere animati da quell'impulso, gli uomini dominarono il mondo, ovunque toccassero una spiaggia, e quand'anche ne sbarcasse un solo drappello nel porto di una città popolosa. Ricchezza e potere, con le loro immagini, equivalevano soltanto agli interessi, al guadagno mondano di un capitale invisibile. Un capitale che non si esauriva mai del tutto, ma tornava a riemergere come una fonte zampillante ogni volta che si riaffacciavano sulla scena principi, poeti e scienziati".

 

  L'AUTORE - Ernst Jünger nacque a Heidelberg nel 1895 (il 29 marzo). Volontario nella prima guerra mondiale, ha idealizzato la guerra come prova di coraggio e presa di coscienza di ignote dimensioni psichiche. Si veda il diario di guerra Nelle tempeste d'acciaio (In Stahlgewittern, 1920), nei racconti di Fuoco e sangue (Feuer und Blut, 1925), Ludi africani (Afrikanische Spiele, 1936), e nei saggi "La lotta come esperienza interiore" (1922) e "Il cuore avventuroso" (Das abenteuerliche, 1929; una seconda edizione fu pubblicata dall'editore francofortese Klostermann nel 1938). Nel saggio "L'operaio" (1932) polemizzò con il romanticismo politico e identificò nel lavoratore-soldato il rappresentante dell'epoca moderna che ha distrutto in sé ogni individualità. Del 1934 è la raccolta di scritti Foglie e pietre (Blätter und Steine; edito da Hanseatische Verlags-Anstalt di Amburgo) in cui rientrarono anche scritti precedenti: Fuoco e movimento (Feuer und Bewegung, 1930), I demoni della polvere (Die Staubdämonen, 1931) breve saggio sull'opera di Alfred Kubin, Lettera dalla Sicilia all'uomo nella luna (Sizilischer Brief an den mann im Mond, 1930), La mobilitazione totale (Die totale Mobilmachung, 1930) questi ultimi due scritti teorizzazioni sull'Operaio che è tema di un altro libro di Jünger, Il lavoratore (Der Arbeiter, 1932). E ancora: il diario di Soggiorno in Dalmazia (Dalmatinischer Aufenthalt), un Elogio delle vocali (Lob der Vokale), degli Epigrammi (Epigramme) di carattere filosofico-schopenhaueriano. Nel romanzo Sulle scogliere di marmo (Auf den Marmorklippen, 1939) si avverte un certo distacco dall'ideologia nazionalsocialista. Condannò l'attacco alla Francia nel diario Giardini e strade (Gärten und Strassen, 1942) che fu proibito. Mentre altri intellettuali in Germania si schieravano apertamente con il Nazionalsocialismo (il giurista Carl Schmitt, il filosofo Martin Heidegger ecc.) Jünger se ne distanziò ponendosi su posizioni di aristocratica distanza; solo l'interesse personale di Hitler gli evitò l'eliminazione (come poi farà Stalin con Bulgakov). Tra gli scritti successivi sono: il diario della seconda guerra "Irradiazioni" (Strahlungen, 1949), e i romanzi allegorici "Heliopolis" (1949) e "Le api di vetro" (Gläserne Bienen, 1957), "Un incontro pericoloso" (1985, ma iniziato nel 1960). La sua prosa, limpida fino alla freddezza, tende a trasfigurare la realtà in allegoria. Sopravvissuto a due guerre, vissuto centenario, Jünger ha acquisito negli anni il ruolo del sopravvissuto e del testimone di ambienti e nicchie culturali del passato. Rivendicando sempre il titanismo quale poetica e ideologia fondamentale.

 

  INDICE DELL'OPERA - La caccia al cinghiale - Visita a Godenholm