Il lavoro in Italia Stampa E-mail

Manfredi Alberti

Il lavoro in Italia
Un profilo storico dall'Unità a oggi


Carocci Editore, pagg.256, € 21,00

 

alberti lavoro  Il concetto di "lavoro" ha conosciuto trasformazioni fondamentali nell'arco della storia italiana, segnando il passaggio dall'economia rurale e agricola, caratteristica della società pre-unitaria, alla moderna economia industriale e post-industriale che definisce l'Italia contemporanea. La storicizzazione del lavoro non è un esercizio meramente accademico, ma un tentativo di comprendere le radici sociali, politiche ed economiche di un concetto che ha avuto e continua ad avere un impatto centrale sulle strutture sociali, sulle disuguaglianze e sulle dinamiche di potere nel paese. A partire dall'Unità d'Italia, il mondo del lavoro ha subito continui mutamenti, segnati da grandi cambiamenti strutturali, come l'industrializzazione, la modernizzazione del mercato del lavoro, il progresso delle politiche sociali e la crescente centralità del lavoro nella costruzione dello Stato e della Repubblica italiana.

  Dalla seconda metà del XIX secolo fino ai giorni nostri, l'evoluzione del lavoro in Italia si è intrecciata con altre questioni cruciali, come il fenomeno delle migrazioni interne ed esterne, il riconoscimento dei diritti dei lavoratori e le lotte sindacali, la gestione della transizione demografica e sociale e la risposta dell'ordinamento giuridico alle sfide del mercato del lavoro. Le trasformazioni economiche globali e le influenze delle teorie economiche hanno avuto un impatto decisivo sulla concezione del lavoro come valore sociale ed economico. Inoltre, l'evoluzione dei diritti dei lavoratori, dalla conquista dei diritti sindacali alla creazione del welfare state, è stata una delle principali sfide politiche e culturali del paese, fino all'affermazione dei diritti dei lavoratori e all'emergere di nuove questioni legate alla flessibilità e alla precarietà del lavoro.

  Il libro di Manfredi Alberti, *Il lavoro in Italia. Un profilo storico dall'Unità a oggi*, si propone di tracciare un'analisi complessiva di questa evoluzione, con una particolare attenzione alla connotazione storica e sociopolitica del lavoro in Italia, utilizzando una vasta gamma di fonti storiche e statistiche per offrire un'analisi approfondita dei vari aspetti del fenomeno. In un periodo storico segnato da rapidi cambiamenti e sfide globali, il lavoro continua a essere una delle questioni centrali per la comprensione della società italiana e per l'orientamento delle politiche economiche e sociali.

  Alberti analizza il lavoro non solo sotto il profilo economico, ma anche sociale, politico e culturale, adottando un approccio integrato, che combina storia economica, storia sociale e storia del diritto, permettendo al lettore di comprendere l'evoluzione del lavoro come un fenomeno multidimensionale, plasmato da fattori esterni e interni, da ideologie e teorie economiche, dalle strutture politiche e, non ultima, dalla condizione dei lavoratori stessi.

  La prima parte del libro è dedicata al periodo che va dall'Unità d'Italia (1861) alla fine del XIX secolo, un'epoca caratterizzata dalla preponderanza dell'economia rurale e dalla scarsa industrializzazione. Alberti sottolinea come, in un contesto di grande disuguaglianza e sfruttamento del lavoro agricolo, si comincino a delineare le prime forme di organizzazione sindacale e di intervento statale, seppur ancora limitato. La modernizzazione del paese e la crescita delle classi urbane portano lentamente alla nascita di un nuovo tipo di lavoratore, segnato dal processo di industrializzazione che aveva preso piede in Europa.

  Con l'ingresso nel XX secolo, Alberti esamina l'irrompere dell'industrializzazione, che dà vita a una nuova classe operaia urbana. Gli anni tra le due guerre mondiali, seppur segnati da gravi conflitti sociali e politici, sono anche il periodo di affermazione di nuove ideologie economiche e politiche, tra cui il socialismo e il fascismo, che influenzano profondamente la condizione dei lavoratori. La Grande Depressione degli anni '30 e la Seconda Guerra Mondiale accelerano il processo di trasformazione dell'economia italiana e pongono al centro la questione del diritto del lavoro e delle relazioni sindacali. L'autore, quindi, dedica attenzione alla nascita delle leggi sociali, come quelle fasciste, che hanno avuto il merito di introdurre una prima legislazione sul lavoro.

  Il periodo del boom economico (1950-1970) è trattato da Alberti con una scrupolosa analisi delle trasformazioni sociali ed economiche che coinvolgono il mondo del lavoro. La massiccia industrializzazione del paese, che investe in particolare il Nord Italia, contribuisce a un notevole aumento dell'occupazione, ma al tempo stesso crea nuove forme di disuguaglianza e di alienazione del lavoro. La centralità del lavoro nella vita sociale, tuttavia, spinge anche all'affermazione dei diritti dei lavoratori, grazie alla crescita dei sindacati, ma anche al rafforzamento delle politiche del welfare, che culminano con la nascita della Costituzione repubblicana e con l'introduzione di strumenti legislativi a tutela dei lavoratori.

  Con l'ingresso nell'era post-industriale, la condizione del lavoro in Italia muta profondamente. Alberti non manca di evidenziare come, a partire dagli anni '80 e '90, l'economia dei servizi abbia gradualmente sostituito l'industria come motore principale dell'economia nazionale. La precarizzazione del lavoro, la flessibilità imposta dalle riforme del mercato del lavoro e la globalizzazione economica segnano il nuovo volto del lavoro in Italia. Questi cambiamenti, se da un lato hanno contribuito a una maggiore dinamica del mercato del lavoro, dall'altro hanno anche sollevato nuove sfide, tra cui l'aumento delle disuguaglianze sociali, la diffusione di forme di lavoro non tutelato e il parziale smantellamento del welfare state. Alberti esplora questi fenomeni con un'analisi lucida e dettagliata delle riforme degli anni '90 e 2000, mettendo in evidenza le contraddizioni e le resistenze che queste hanno suscitato.