Fernando Gentilini
I demoni Storie di letteratura e geopolitica
Baldini+Castoldi, pagg.360, € 20,00
Fin dai primi passi della civiltà umana, la letteratura ha avuto un impatto significativo sulla storia del mondo, allo stesso livello della geopolitica stessa. Infatti, coloro che detengono il potere e governano non agiscono unicamente sulla base di calcoli razionali e interessi personali. Un esempio evidente può essere osservato nel modo in cui governanti come Assurbanipal, Alessandro il Grande e Augusto costruirono i loro imperi, ispirati dai racconti epici di Gilgamesh, Achille ed Enea. In modo simile, gli imperatori Adriano e Marco Aurelio furono guidati dai principi della filosofia greca presenti nella letteratura. Inoltre, Costantino e Teodosio scelsero di seguire gli insegnamenti delle Sacre Scritture, mentre il califfo Omar, motivato dalle prescrizioni del Corano, prese Gerusalemme. La storia continua con Carlo Magno, il quale si fece incoronare dal Papa, dopo aver tratto ispirazione dagli scritti di Sant'Agostino. Anche Caterina di Russia si dedicò alla legislazione, parafrasando le idee di Montesquieu. Inoltre, figure come Lenin si innamorarono delle idee comuniste dopo aver letto le opere di Chernyshevsky, mentre Mussolini si ispirò a Nietzsche e D'Annunzio per prendere decisioni cruciali. E poi, c'è Churchill, che sconfisse i nazisti trovando forza e coraggio nei versi di Macauley.
Nelle pagine di questo volume, Fernando Gentilini (diplomatico di professione e collaboratore del quotidiano «la Repubblica») accompagna il lettore in un viaggio di scoperta, esplorando l'influenza del potente demone letterario sulle azioni dei sovrani, delle regine, degli statisti e dei tiranni di ogni epoca. La sua narrazione ci rivela come le scelte politiche di queste figure, sia all'interno sia all'esterno del loro Paese, siano profondamente intrecciate con i miti, le tradizioni e i libri che hanno plasmato la cultura e la società. Si tratta di una storia epica, lunga tremila anni, eppure, ancora oggi, non è conclusa definitivamente, neanche dopo la rivoluzione digitale.
Dopotutto, come possiamo altrimenti spiegare il fatto che persino i leader moderni come Barack Obama cerchino un futuro possibile nei romanzi di fantascienza o che Vladimir Putin, nel decidere di attaccare l'Ucraina, si rifaccia a opere come quelle di Dostoevskij e ai profeti del Dnepr? Questi esempi dimostrano come il legame tra politica e letteratura sia ancora forte e persistente, nonostante l'avanzamento tecnologico e la trasformazione dei mezzi di comunicazione. La letteratura continua a esercitare una profonda influenza sugli individui in posizioni di potere, tanto da plasmare le loro visioni del mondo e le loro azioni concrete. In questo senso, la letteratura rimane una forza potente e di grande rilevanza nella storia umana, che si fa strada nella società contemporanea. |