La fede armata Stampa E-mail

Lucia Ceci

La fede armata
Cattolici e violenza politica nel Novecento


il Mulino, pagg.328, € 26,00

 

ceci armata  IL LIBRO – Nel corso del Novecento in diverse aree del mondo, dall'Irlanda del Nord ai Paesi Baschi, dalle Filippine alla Colombia, dal Messico al Ruanda, i cattolici hanno legittimato l'esercizio della violenza come forma organizzata di lotta a fini politici. Rappresentazioni simboliche, mistiche del sacrificio, fonti teologiche della tradizione cristiana hanno fornito a individui e gruppi repertori e motivazioni per giustificare il ricorso alla violenza insurrezionale, nella convinzione che la scelta armata fosse non solo legittima, ma obbligatoria: per difendere istituzioni e valori ritenuti irrinunciabili o per promuovere trasformazioni radicali della vita pubblica. Analizzando una pluralità di casi su scala globale – dai cristeros messicani ai preti guerriglieri, dalla rivolta ungherese del 1956 ai troubles, dagli agli anni del terrorismo alle lotte antiabortiste – Lucia Ceci indaga il rapporto culturale del cattolicesimo con l'esercizio della violenza in un'epoca caratterizzata da mutuazioni e ibridazioni tra registri religiosi e prospettive politiche.
  Le vicende al centro del volume sono state identificate, oltre che per la rilevanza della dimensione religiosa cattolica, alla luce di criteri geografici a partire dall'ipotesi che l'esame di casi relativi a contesti regionali tra loro spazialmente distanti possa meglio illuminare movimenti di idee, narrazioni, persone e consentire di far emergere specificità e connessioni transnazionali più o meno sotterranee. Tale impostazione, valida per diversi temi di studio, sembra particolarmente utile nell'indagine storica che coinvolge la Chiesa cattolica, istituzione presente in tutto il mondo attraverso strutture, organismi, agenti pastorali e per questo promotrice di processi e scambi globali. Dall'Irlanda Nord ai Paesi Baschi, dalle Filippine alla Colombia, dal Messico al Ruanda i cattolici hanno giustificato il ricorso alla violenza contro i governi in carica in situazioni e in nome di ideali differentl, ma generalmente declinati in termini di difesa: della nazione, della giustizia sociale, delle prerogative e delle libertà della Chiesa dinanzi agli interventi secolarizzanti dello Stato, dei diritti individuali o collettivi contro la violenza di sistemi politici autoritari.

  DAL TESTO – "Negli anni della grande guerra la contaminazione tra ideali nazionali, registri religiosi e dimensioni politiche conobbe una rilevante accelerazione. La commistione tra religione politica della nazione, violenza bellica e cattolicesimo, che assolutizzava il nemico e ne legittimava l'uccisione in guerra, favorì la riattivazione di simboli e paradigmi della tradizione cattolica che sacralizzavano il ricorso alla forza per finalità politiche. Emblematico è il caso di due paesi europei con forti tradizioni cattoliche, l'Irlanda e l'Italia, dove gruppi di militanti declinarono, in chiave cristologica e palingenetica, le prospettive del martirio e del sacrificio per rafforzare nel discorso pubblico la necessità della violenza risolutrice. La questione sollecitò anche la gerarchia ecclesiastica che, in entrambi i contesti, intervenne sulle circostanze che imponevano l'obbedienza alle autorità in carica e su quelle che rendevano lecito l'uso della forza al di fuori della copertura istituzionale dello Stato."

  L'AUTRICE – Lucia Ceci insegna Storia contemporanea nell'Università di Roma Tor Vergata. Tra i suoi libri più recenti: «Il papa non deve parlare. Chiesa, fascismo e guerra d'Etiopia» (Laterza, 2010), «L'interesse superiore. Il Vaticano e l'Italia di Mussolini» (Laterza, 20192, trad. in inglese).

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione - I. Mistiche del sacrificio e violenza politica (1. Passione e risurrezione in Irlanda - 2. Tra dottrina, opinione pubblica e politica - 3. Un popolo di santi - 4. Squadrismo, violenza, obbedienza) - II. Tradizione e ribellione in Messico (1. Contro lo Stato laico - 2. Intransigenti insorgenti - 3. Cristeros - 4. In difesa della fede) - III. L'insurrezione sacralizzata (1. Crociata e terrore in Spagna - 2. Una lotta universale in un campo di battaglia nazionale - 3. La Chiesa combattente - 4. El derecho a la rebeldía - 5. La guerra santa e il Sant'Uffizio) - IV. Rivoluzione e incitazione all'odio: il vaglio di Roma nella guerra totale (1. Lo scontro tra diavoli e i comunisti cattolici - 2. La vera guerra cattolica - 3. Eretico è chi odia) - V. Guerra santa nella guerra fredda (1. Non rivoluzione, ma guerra - 2. Una crociata per salvare l'Ungheria? - 3. Mobilitazione globale - 4. Il cerchio di ferro) - VI. L'America Latina e la rivoluzione obbligatoria (1. La carità armata tra sociologia e guerriglia - 2. Circolazioni transatlantiche - 3. Teologia e rivoluzione - 4. Violenza dei pacifici e mistica della guerriglia - 5. Dalla liberazione ai diritti umani) - VII. Parole e opere (1. La crescente distonia - 2. Una componente cattolica alle origini delle Br? - 3. Divisioni e infiltrazioni - 4. L'inizio della fine - 5. La «bomba Sands») - VIII. Il Ruanda tra colonia e post-colonia (1. Un «paese cattolico» nell'Africa nera - 2. La Chiesa nella rivoluzione - 3. La costruzione del nemico interno - 4. Complicità e silenzi) - IX. Fine della rivoluzione? (1. Rosari, non pallottole: il «miracolo» Aquino nelle Filippine - 2. Luci dall'Est e moralità dei mezzi - 3. Ambiguità e processo di pacificazione nei Paesi Baschi - 4. Democrazia e politiche del terrore: il ventennio tragico del Perù - 5. Armati per la vita: gli attacchi antiabortisti negli Stati Uniti) – Conclusioni – Sigle - Indice dei nomi