Storia del Partito liberale italiano nella Prima Repubblica Stampa E-mail

Pierluigi Barrotta

Storia del Partito liberale italiano nella Prima Repubblica

Rubbettino Editore, pagg.234, € 16,00

 

barrotta pli  IL LIBRO – Il libro ricostruisce la storia del Partito liberale italiano dal secondo dopoguerra sino al suo scioglimento, nel 1994. Le vicende del partito sono inquadrate nel più ampio contesto della storia politica e sociale italiana. Nel volume, ampio spazio viene dedicato alle lotte politiche interne al partito. La storia del Pli si caratterizza per le perduranti e radicali divergenze politiche che animarono la vita del partito, come testimoniano le molte scissioni, che iniziarono già negli anni Quaranta, e poi lo scontro politico che segnò l'ascesa di Valerio Zanone alla segreteria del partito nel 1976. Queste divergenze vengono attentamente studiate e adeguatamente chiarite. In particolare, si evince come centrale fosse il modo con cui i liberali intendevano rapportarsi con gli altri partiti laici e con la Democrazia cristiana, questione che si intrecciava con problemi non solo di schieramento, ma anche di contenuto.

  DAL TESTO – "Il Pli è stato un partito fatto da galantuomini, persone dotate di grande cultura e consapevoli di affrontare situazioni storiche e sociali non favorevoli alle loro idee. Erano convinti di avere una visione «lungimirante», che, con il senno del poi, si sarebbe persino rivelata «profetica», ma non sempre riuscirono a svilupparla efficacemente in riferimento alla situazione italiana.
  "Il problema fondamentale che i liberali italiani dovettero affrontare non era di facile soluzione. A loro mancava un elettorato di riferimento naturalmente e profondamente liberale. In Italia non è mai esistito un diffuso sentimento liberale, come quello, ad esempio, descritto dal libro di Eugenio Biagini sul liberalismo popolare in Inghilterra. La storia dei dirigenti del Pli è la storia di un'affannosa ricerca di gruppi sociali e di opinione disponibili a sostenere le battaglie liberali. Più di una volta credettero di averli trovati, ma si sbagliarono. In realtà, si trattò spesso di un elettorato che votava liberale in maniera strumentale, per difendere interessi e valori che al liberalismo erano estranei. Quando le situazioni cambiarono, non esitarono a voltare le spalle al Partito liberale e, con ciò, ai valori che avrebbero dovuto difendere."

  L'AUTORE – Pierluigi Barrotta è ordinario di Filosofia della scienza e direttore del Dipartimento di Civiltà e forme del sapere dell'Università di Pisa. Ha studiato alla Scuola Normale, a Londra e a Cambridge; e ha proseguito i suoi studi presso i centri di ricerca in filosofia della scienza dell'Università di Pittsburgh e della London School of Economics. Dal 2004 al 2008 è stato direttore dell'Istituto italiano di cultura a Londra. Tra i suoi ultimi lavori ricordiamo "Scientists, Democracy and Society. A Community of Inquirers" (New York e Berlino, 2018). Dal 1984 al 1987 è stato segretario nazionale della Gioventù liberale italiana.

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione - Verso il primo congresso del dopoguerra (1. Riorganizzazione e azione politica nell'immediato dopoguerra - 2. Il significato politico del saggio Perché non possiamo non dirci "cristiani" - 3. Il Pli come pre-partito - 4. La questione economica. Liberismo e liberalismo - 5. I primi risultati elettorali) - La controversa svolta monarchica (1. Il congresso del '46 - 2. Le conseguenze - 3. L'ascesa di Roberto Lucifero - 4. La sconfitta del Blocco nazionale) - Dalla riunificazione liberale a Malagodi (1. La provvisoria riunificazione - 2. L'idea di «terza forza» - 3. La terza via e il neoliberalismo - 4. La definitiva scissione - 5. La sinistra liberale e i suoi critici) - L'opposizione al centrosinistra (1. Malagodi e la Confindustria - 2. La crisi del centrismo - 3. La svolta del centrosinistra - 4. I liberali di fronte alle domande di partecipazione - 5. Il declino) - Il lib-lab e gli ultimi anni (1. Il lib-lab - 2. L'ascesa alla segreteria di Valerio Zanone e l'opposizione al compromesso storico - 3. L'avvio del pentapartito e «la questione morale» - 4. Il congresso di Genova e le segreterie di Biondi e di Altissimo - 5. Lo scioglimento) - Note - Indice dei nomi