Orientamenti della dottrina statunitense di diritto internazionale |
Paolo Bargiacchi
IL LIBRO – Questo volume sviluppa un ragionamento realistico sul diritto internazionale in rapporto ad alcuni aspetti e ad alcune posizioni della dottrina statunitense per evidenziare come, in ambito internazionale, il dato di fatto della necessaria coesistenza interstatuale è anche, e già, un dato giuridico la cui portata fondamentale nel definire le correlate nozioni e dinamiche (a cominciare da quelle che contrappongono il singolo membro al resto della società internazionale) non può in alcun modo essere ignorata o elusa se l'analisi sul diritto internazionale si prefigge di descrivere l'origine e la realtà effettiva delle norme giuridiche primarie internazionali. DAL TESTO – "Una parte non indifferente della scienza giuridica statunitense del diritto internazionale, nei suoi diversi orientamenti, sconta una sorta di «peccato originale» che, in sostanza, consiste nel non apprezzare in modo adeguato, al momento di esaminare il diritto internazionale, il fatto che la vita politica internazionale si svolge in un ambito spaziale necessitato che, inevitabilmente, coinvolge tutti gli Stati all'interno di un unico contesto sociale con le sue dinamiche e le sue regole." L'AUTORE – Paolo Bargiacchi (Roma, 1971) è Professore Ordinario di Diritto internazionale nella Facoltà di Scienze Economiche e Giuridiche dell'Università degli Studi "Kore" di Enna. Nei ruoli universitari dal 2003, ha insegnato Diritto dell'Unione europea nelle Facoltà di Giurisprudenza (sede di Trapani) e di Scienze della Formazione dell'Università di Palermo e nella Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Messina. Ha altresì insegnato Diritto internazionale privato, tutela internazionale dei diritti umani e Diritto internazionale dei conflitti armati. È, o è stato, docente e relatore di materie internazionalistiche ed europee in Convegni, Seminari, Master e Corsi di Specializzazione presso Università ed Enti italiani, stranieri ed internazionali come l'Università Sapienza di Roma, l'Università di Cordoba (Spagna), l'UTEPSA di Santa Cruz de la Sierra (Bolivia), l'Università di Astana (Kazakhstan), la SIOI (Società Italiana per l'Organizzazione Internazionale), la Scuola di Perfezionamento per le Forze di Polizia, la Scuola Internazionale di Alta Formazione per la prevenzione ed il contrasto al crimine organizzato e lo European Center for Peace and Development in Kosovo. È membro del Comitato dei diritti umani della SIOI e Corresponding Editor per International Legal Materials, oltre che membro di Comitati scientifici di Riviste giuridiche e geopolitiche e di Collegi di Dottorato. È autore di numerosi saggi di diritto internazionale e di diritto dell'Unione, oltre che di tre monografie edite dalla Giuffré e di un "Manuale di Diritto dell'Unione europea" pubblicato nel 2015 per la Aracne. Insieme al Prof. Augusto Sinagra ha altresì pubblicato nel 2009 per la Giuffré un "Manuale di Diritto internazionale pubblico" la cui edizione in lingua spagnola, riveduta ed aggiornata, è uscita nel 2013 in Argentina e la cui seconda edizione italiana è uscita nel 2016. INDICE DELL'OPERA – Abbreviazioni & acronimi – Prefazione, di Aldo Bernardini – Premessa – Capitolo I. Piano dell'indagine e considerazioni metodologiche (1. Considerazioni introduttive - 2. Gli orientamenti politici e gli orientamenti giuridici non realistici rilevabili in una parte non indifferente della dottrina statunitense di diritto internazionale - 3. sull'attività de jure condito e de jure condendo dello studioso del diritto internazionale) – Capitolo II. Le evidenze materiali della coesistenza socio-giuridica internazionale (1. Considerazioni introduttive - 2. La necessarietà della coesistenza intersoggettiva all'interno della dimensione spaziale internazionale - 3. La coeva esistenza, in ragione dell'indicata «necessarietà», della «formazione sociale internazionale» e l'inevitabile giuridicità, per il singolo Stato in quanto membro della «formazione sociale», di alcune dinamiche che si manifestano al suo interno: ubi soaetas, ibi auctoritas et ius. Il pregiudizio consensualistico e statalista che impedisce ad una parte della dottrina internazionalista statunitense di apprezzare adeguatamente la giuridicità di quelle dinamiche – 4. Il negazionismo del diritto internazionale come principale conseguenza dell'indicato pregiudizio consensualistico e statalista. L'esempio della tesi negazionista di Bolton e correlata critica di ordine teorico-generale alla tesi nella misura in cui si fonda su pregiudizi di impronta austiniana per negare l'esistenza del diritto internazionale – 5. Segue: critica di ordine empirico alla tesi di Bolton nella misura in cui si fonda sull'asserita mancanza di sanzioni giuridiche e sulla presenza di violazioni impunite nella vita di relazione internazionale per negare l'esistenza del diritto internazionale - 6. L'impossibilità di fondare l'obbligatorietà del diritto internazionale sul consensualismo se si vuole ricostruirlo come dimensione eteronoma rispetto ai suoi fattori di produzione ed ai suoi destinatari - 7. Qualificazione della «formazione sociale internazionale» come «società» e non «comunità» internazionale) – Capitolo III. Approcci diversi al rapporto tra politica e diritto: il realismo di Morgenthau, la teoria liberal della Slaughter e la configurative jurisprudence della New haven school (1. L'esistenza ed il ruolo del diritto internazionale nel realismo di Morgenthau - 2. Segue: il funzionalismo come metodologia – 3. La possibile incertezza nel ricostruire il diritto applicabile in alcune situazioni a fronte delle posizioni contrapposte degli Stati: l'impiego degli unmanned aerial vehicles fuori dalle combat zones - 4. L'errata percezione che la metodologia policy-oriented ha della metodologia positivista del diritto internazionale – 5. Cenni sintetici alla teoria realista e alla teoria costruttivista delle relazioni internazionali – 6. La teoria liberal del diritto internazionale nell'elaborazione della Slaughter. La disaggregazione dello Stato – 7. Segue: il sistema delle fonti di diritto internazionale secondo la teoria liberal – 8. Segue: considerazioni critiche sulla teoria liberal come teoria giuridica di diritto internazionale – 9. La confìgurative jurisprudence della New Haven School. Considerazioni introduttive – 10. Segue: un approccio contextual, policy-oriented e multi-method per l'instaurazione di un world public order of human dignity) – Capitolo IV. Prime riflessioni sulla International Institutional Law (1. Cenni introduttivi – 2. La «costituzionalizzazione» dell'ordinamento internazionale – 3. Questioni terminologiche inerenti la International Institutional Law: «organizzazioni internazionali», «istituzioni internazionali» e «forme di cooperazione interstatuale internazionale» - 4. Segue: la posizione di Amerasinghe e di Klabbers – 5. L'autonomia delle organizzazioni internazionali dagli Stati membri – 6. La Move to Institutions di Kennedy e le International Organizations as Law-makers di Alvarez – 7. Riflessioni conclusive sulla International Institutional Law – 8. La perdurante sostanziale immutazione della sovranità dello Stato nelle attuali relazioni internazionali interdipendenti ed «istituzionalizzate») – Capitolo V. Il rapporto tra potestà di governo, applicazione della legge e situazioni territoriali nella giurisprudenza delle corti federali: la prigione di Landsberg e le basi militari di Guantanamo e Bagram (1. Il rapporto tra power, law e territorio nell'esperienza politico-giuridica statunitense tra intraterritorialità, strict territoriality e funzionalismo – 2. La sentenza Eisentrager della Corte suprema del 1950 ed il non riconoscimento dell'habeas corpus agli stranieri detenuti nella prigione di Landsberg nella Germania occupata – 3. La sentenza Rasul della Corte suprema del 2004 ed il riconoscimento dell'habeas corpus agli stranieri detenuti nella base militare di Guantanamo a Cuba in forza dell'esercizio statunitense della «de facto sovereignty» sull'area – 4. La sentenza Boumediene della Corte suprema del 2008 e l'applicazione del multi-factor functional test elaborato dalla Corte al rapporto tra power e law per confermare l'extraterritorialità dell'habeas corpus per i detenuti di Guantanamo – 5. La sentenza Al Maqaleh della Corte distrettuale per il Distretto di Columbia del 2009 ed il riconoscimento dell'habeas corpus agli stranieri detenuti nella base militare di Bagram in Afghanistan in forza dell'assimilabilità tra le situazioni territoriali di Bagram e Guantanamo alla luce del multi-factor functional test della sentenza Boumediene - 6. La sentenza Al Maqaleh della Corte di Appello per il Distretto di Columbia del 2010 ed il non riconoscimento dell'habeas corpus ai detenuti di Bagram in forza della sostanziale assimilabilità tra le situazioni territoriali di Bagram e Landsberg alla luce della diversa interpretazione del multifactor functional test della sentenza Boumediene - 7. Riflessioni conclusive sull'applicazione del multifactor functional test della sentenza Boumediene alla situazione territoriale delle basi militari «located in an active theater of war». Opportunità, a tal riguardo, di sostituire la locuzione «de facto sovereignty» con la nozione di «controllo qualificato» e di valutare tale nozione con maggiore riguardo alle circostanze che la caratterizzano all'interno della base piuttosto che a quelle complessive e «surrounding») - Indice degli autori |