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Libri e Riviste Il problema del politico. Saggio su Hegel e Schmitt
| Il problema del politico. Saggio su Hegel e Schmitt |
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Edoardo Dallari
DAL TESTO – "Il problema del Politico, nella crescita dell'interdipendenza globale a "geometria variabile" dettata dall'imporsi delle forze economiche e tecniche, assume ora una rilevanza primaria: la tendenza fondamentale risiede nel tramonto dello Stato nazionale e nella soppressione dei confini che regolavano i rapporti tra i vari stati. Se lo Stato è la grande creazione del razionalismo occidentale, come interpretare il suo dissolvimento? Non crediamo sia lecito rispondere a questo interrogativo sostenendo che fattualmente gli stati nazionali persistono nella loro esistenza e che anzi sono chiamati ancor di più a svolgere il loro ruolo politico nella rete globale, poiché nella precedente affermazione - il tramonto della sovranità nazionale - non è in discussione la considerazione della loro azione nello scacchiere geopolitico internazionale odierno, quanto l'individuazione essenziale del processo destinale del superamento della forma Stato legato alle contraddizioni interne all'orizzonte logico cui questa forma è indissolubilmente unita. L'unico fatto da rendere evidente consiste nella non centralità dello Stato territorialmente definito, autonomo e sovrano nelle dinamiche globali odierne, nell'incapacità dello Stato nazione di ergersi a principio ordinatore del reale. Bisogna indagare se questo movimento possa essere spiegato come semplice spoliticizzazione, ovvero come un venir meno della nazionalità per opera della forma economica, oppure se sia possibile rintracciare internamente alla stessa conformazione complessa della forma Stato i germi del suo superamento. L'interrogazione verte attorno alla possibilità di una politica meta-statale e al rapporto che intercorre tra politica ed economia in questa conformazione del mondo disegnata da spazi regionali plurimi o neo-imperiali - l'Unione Europea, la Russia, l'America del Nord, l'America meridionale, l'Asia orientale, il Medioriente e l'Africa del Nord -, con lo scopo di individuare lo spazio d'azione che il Politico possiede nell'epoca del capitalismo finanziario e del progresso tecnico, dei grandi accordi commerciali e della crisi della democrazia." L'AUTORE – Edoardo Dallari (Reggio Emilia, 1993) è dottore in filosofia ed è allievo di Massimo Cacciari e Vincenzo Vitiello. Si occupa dell'analisi dei rapporti che intercorrono, all'interno del pensiero occidentale, tra metafisica, teologia e politica, con un occhio di riguardo alle dinamiche della globalizzazione odierna. Dopo essersi concentrato sul pensiero antico ne "Il pòlemos dell'ordine. Platone e Agostino: èros e libido dominandi" (Aracne, 2015), affronta in questo volume un possibile cammino all'interno della Modernità studiando il pensiero di Hegel e Schmitt. INDICE DELL'OPERA – Hegel/Schmitt: un problema ancora aperto? Prefazione, di Vincenzo Vitiello – Introduzione (1. Premessa - 2. Il mondo globale) - 1. Caos e ordine (1.1. Epimeteo e il senso della crisi - 1.2. La potenza della mediazione - 1.3. Necessaria impotenza della decisione) - 2. Il problema del politico: stato e sovranità (2.1. La realtà della libertà - 2.2. Governare la differenza - 2.3. «Hegel è morto» - 2.4. Autorità e potere: le contraddizioni dello Stato) - 3. Oltre lo stato (3.1. Sradicamento - 3.2. Il Politico nell'epoca globale) - Bibliografia |
IL LIBRO – La civiltà occidentale, volenti o nolenti, è la civiltà globale: globali sono le sue massime creazioni della tecno-scienza, del capitalismo, del diritto e della politica. Tutto il mondo, certamente con diverse intensità, non può prescindere, restio o meno, poco conta, dal pensare secondo la prassi del diritto internazionale, dal ragionare nei termini di libertà ed eguaglianza, dall'impresa economica e dallo sviluppo tecnologico. In tale dominio questa civiltà si è compiuta, ha estrinsecato la massima potenzialità del suo λόγος, ha consegnato al mondo la sua eredità, si è inserita in ogni forma culturale presente sul pianeta mutandola essenzialmente. Non ha alcun senso parlare di globalizzazione se non nei termini di una occidentalizzazione del globo - dall'Europa all'America e da qui al resto del mondo".