Vincent Azoulay
Pericle La democrazia ateniese alla prova di un grand'uomo
Einaudi, pagg. XIII-300, € 30,00
IL LIBRO – Per i manuali di storia Pericle è lo statista illuminato, l'amico dei filosofi, l'urbanista insigne, il principale artefice del «miracolo» greco e soprattutto l'inventore della democrazia. Ma quanto della sua leggenda regge alla prova della verità storica? Da Tucidide e Plutarco a Montaigne, Voltaire e Rousseau, da Hobbes agli ideologi nazisti, a lungo Antichi e Moderni si sono interrogati sui rapporti tra Pericle e la comunità ateniese. Il grand'uomo fu dunque un leader onnipotente o un mero ventriloquo delle aspirazioni popolari? Ecco l'enigma che questa esemplare ricerca prova a risolvere. «Personaggio familiare dei libri di scuola e delle opere dedicate alla Grecia antica, Pericle ha il raro privilegio d'incarnare da solo un "secolo intero", condensando intorno al suo nome l'apogeo di Atene e il fiorire della prima democrazia della storia. Rivelato da un busto di epoca romana, il suo volto impenetrabile sembra costituire una sfida lanciata allo storico. Come interpretare questa statua levigata, priva della minima asperità? Come proporre un nuovo sguardo su un soggetto già studiato cosí tante volte? Accingersi all'analisi di questo monumento della storia comporta chiaramente il rischio di perdersi nell'oceano di una storiografia pletorica senza mai raggiungere un porto sicuro... Se Pericle ha indubbiamente pesato sulle decisioni collettive della città, inversamente la vita del grand'uomo rivela in filigrana l'influenza del demos ateniese sui suoi dirigenti. Anche solo per esercitare il minimo potere, il grand'uomo doveva tener conto delle aspettative popolari, e in tal senso armonizzare, allineare e adattare il proprio comportamento. È proprio la complessa interazione tra il popolo e i suoi capi ciò che merita di venir posto al centro dell'indagine. Un progetto incentrato su Pericle dovrà quindi muoversi su uno stretto crinale: guardarsi dall'idealizzare Atene, senza per altro negare la rottura prodotta dall'invenzione della democrazia; evitare se possibile i paralleli ingannevoli senza rinunciare a lasciar affiorare alcuni anacronismi ben controllati, poiché la storia, anche quella di marca positivista, è sempre alimentata dai dibattiti di oggi; infine, non cedere né all'illusione del grand'uomo, né a quella dell'onnipotenza delle masse, per indagare piuttosto la tensione produttiva sussistente tra lo stratega e la comunità ateniese. È soltanto in vista di questa triplice condizione che si può sperare di accordare tutto il loro spessore storico a Pericle e alla città, sottolineando i profondi divari e le poche analogie con la vita democratica contemporanea». Questo libro – scrive Paul Cartledge nella Prefazione – "è scritto con chiarezza magistrale e dimostra una finezza interpretativa di notevole profondità."
DAL TESTO – "Ma Pericle non fu trascurato dalla propaganda hitleriana. Il fatto è che quest'ultima non rispettava affatto il principio di non-contraddizione: i nazisti celebravano nello stesso tempo la Roma imperiale di Augusto e la resistenza eroica di Arminio contro le legioni di Augusto nella foresta di Teutoburgo, veneravano la città spartana, pur continuando a esaltare lo stratega ateniese. "La loro ammirazione per Pericle era tuttavia selettiva e si focalizzava innanzi tutto su due tratti caratteristici, che escludevano tutti gli altri. In primo luogo, sulla scorta di Pohlenz o Jaeger, gli studiosi nazisti celebravano il capo carismatico, di cui proponevano un esplicito paragone con Hitler. Sin dal 1933, in un volume collettivo patrocinato dal nuovo stato nazional-socialista, Fritz Schachermeyr sosteneva che il capo ateniese si era imposto in un'epoca di crisi della democrazia, una crisi «del tutto simile a quella che abbiamo conosciuto noi prima dell'avvento di Adolf Hitler». Secondo lo storico austriaco, la volontà riformatrice manifestata da Pericle avrebbe tuttavia inciampato nel «substrato mediterraneo estraneo alla razza» nordica di Pericle e delle élite indogermaniche di Atene. Il sottointeso era chiaro: se Atene avesse avuto il coraggio di sbarazzarsi dei suoi elementi parassitari - come stava facendo la Germania - non avrebbe mai perduto la guerra del Peloponneso. [...] "Oltre il capo carismatico, i nazisti ammiravano in Pericle soprattutto l'uomo che aveva dato avvio ai grandi lavori di costruzione. Nelle sue memorie, Albert Speer ricordava che lo stesso Hitler amava presentarsi come il nuovo Pericle: l'ateniese aveva eretto il Partenone e le Lunghe Mura, come lui aveva fatto costruire le Autobahnen."
L'AUTORE – Vincent Azoulay insegna Storia greca all'Université de Paris-Est Marne-la-Vallée ed è membro dell'Institut Universitaire de France. Ha pubblicato "Xénophon et les grâces du pouvoir. De la charis au charisme" (Publications de la Sorbonne, 2004) e "Les Tyrannicides d'Athènes. Vie et mort de deux statues" (Seuil, 2014). Per Einaudi ha pubblicato "Pericle" (2017), vincitore del Prix du Livre d'Histoire du Sénat.
INDICE DELL'OPERA - Elenco delle illustrazioni - Prefazione. Introdurre il Pericle di Vincent Azoulay – Ringraziamenti – Pericle – Introduzione (Metodo: l'inchiesta biografica considerata come Odissea - Cronologia: una breve storia di Pericle - Fonti: la creazione del personaggio nell'Antichità) – I. Un normale giovane aristocratico ateniese? (Le carte vincenti del giovane Pericle - Un ingresso graduale nella vita politica) - II. La basi del potere pericleo: lo stratega (Lo stratega rieletto: un magistrato popolare - Lo stratega vittorioso: i sentieri della gloria - Lo stratega accorto: il deliberato rifiuto dell'eroismo) - III. La basi del potere pericleo: l'oratore (Pericle e la retorica: saper parlare - Pericle in tribuna: sapersi comportare - Pericle fuori scena: saper tacere) - IV. Pericle e l'imperialismo ateniese (Pericle e la costruzione dell'impero ateniese - Pericle di fronte agli alleati: pratiche e rappresentazioni imperiali - Pericle fuori scena: saper tacere) - V. Un'economia periclea? (Pericle e la gestione razionale dell'oikos: la nascita di un'«economia di mercato» - Pericle e lo sfruttamento dell'impero: lo sviluppo di un'economia di rendita - Pericle e i misthoi: l'instaurazione di una politica di redistribuzione) - VI. Pericle e la sua cerchia: famiglia e amici (Pericle e il suo oikos: usi politici della parentela - Pericle e la philia: le amicizie nefaste) - VII. Pericle e l'eros: tra unità civile e sovversione politica (L'amoroso triangolo democratico: la città, il capo e il popolo - Pericle e Aspasia: il ritorno del rimosso) - VIII. Pericle e gli dèi della città (Il portavoce della religione civile: il rapporto collettivo con il divino - L'esponente di una pietà equivoca: il rapporto personale con il divino) - IX. Dopo Pericle: il declino di Atene? (La morte di Pericle e l'entrata in scena dei demagoghi - La critica socratica: uno stratega ininfluente) - X. Pericle in disgrazia: un lungo purgatorio (XV-XVIII secolo) (Pericle nel Rinascimento - Le ragioni di una lunga eclissi - Il dimenticato del Grand Siècle - Pericle alla prova dell'Illuminismo) - XI. Pericle ritrovato: la fabbrica del mito pericleo (XVIII-XXI secolo) (Le radici del mito pericleo - L'apogeo del mito pericleo - L'usura del mito pericleo) - Epilogo. Individuo e democrazia: il posto del «grand'uomo» («Pericle l'Olimpio»: il potere di uno solo? - Pericle sotto controllo: il potere è di tutti!) – Note – Bibliografia - Indice dei nomi e delle cose notevoli |