Gli antimoderni |
Antoine Compagnon
IL LIBRO – Non vi è forse epoca che non sia stata attraversata dal rifiuto del cambiamento e dal rimpianto della tradizione perduta. Tuttavia, ed è la tesi che alimenta queste pagine, se i tradizionalisti ci sono sempre stati, lo stesso non si può dire degli antimoderni. DAL TESTO – "L'appellativo antimoderno non è univoco, ma come è stato osservato in ogni capitolo, esso dipende dal punto di vista. Nel movimento moderno, si è sempre antimoderni in relazionne a qualcuno. Bergson è un moderno per Maritain, e anche un modernista, condannato in quanto "modernista", dal nome dell'eresia cattolica, mentre per Péguy egli è un antimoderno nel senso che dà le armi per combattere il «mondo moderno», determinista, positivista, materialista, meccanicista, intellettualista e associazionista. Thibaudet e Benda, il bergsoniano e l'antibergsoniano, non possono essere antimoderni allo stesso modo. Il primo lo è per il suo ecumenismo e la sua indulgenza, che si esprimono con la stessa attitudine di Maurras, Barrès e Bergson, in nome di un liberalismo letterario e politico sempre più difficile da difendere negli anni Trenta, che non può prescindere dagli estremi, in particolare dal surrealismo e dal comunismo. Il secondo lo è per via del suo razionalismo, del criticismo e del classicismo, per via della sua antipatia nei confronti della letteratura e del pensiero contemporanei, il che ha fatto sì che le sue posizioni fossero talvolta confuse, a torto, con quelle dell'Action française. Ma, nella discussione che impegna con Bataille, Caillois e il Collège de Sociologie, antimoderni alla ricerca del sacro, alla vigilia della guerra del 1940, Benda è risolutamente un moderno. Dietro a loro, si profila Renan, uno degli scrittori più ambigui, moderno e antimoderno insieme, adepto della scienza, ma non ingenuo scientista, il che spiega come mai Péguy ne faccia il responsabile del «mondo moderno» e contemporaneamente un ultimo bastione contro il «mondo moderno»." L'AUTORE – Antoine Compagnon insegna letteratura francese alla Sorbona e alla Columbia University di New York. Dal 2006 fa parte dell'Haut Conseil de l'éducation ed è stato chiamato al Collège de France. Dal 2007 è professore onorario all'École des hautes études commerciales de Paris e presidente del comitato scientifico dell'École normale supérieure. Tra i suoi libri, "I cinque paradossi della modernità" (il Mulino, 1993), "Proust tra due secoli" (Einaudi, 1992), "Il demone della teoria. Letteratura e senso comune" (Einaudi, 2000), "Un'estate con Montaigne" (Adelphi, 2014). INDICE DELL'OPERA – Introduzione. I moderni in libertà - Parte I. Le idee - 1. Controrivoluzione - 2. Antilluministi - 3. Pessimismo - 4. Peccato originale - 5. Sublime - 6. Vituperazione - Parte II. Gli uomini - 1. Chateaubriand e Joseph de Maistre dietro a Lacordaire - 2. Antisemitismo o antimodernismo, da Renan a Bloy - 3. Péguy tra Georges Sorel e Jacques Maritain - 4. Thibaudet, l'ultimo critico felice - 5. Julien Benda, un reazionario di sinistra alla «NRF» - 6. Julien Gracq tra André Breton e Jules Monnerot - 7. Roland Barthes nelle vesti di san Policarpo – Conclusione. I reazionari di fascino – Postfazione. Dopo gli antimoderni - Nota bibliografica – Note - Indice dei nomi |