Oltre il superuomo |
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Julius Evola
DAL TESTO – "Bisogna riconoscere che per «volontà di potenza» Nietzsche non intende la volontà di un dominio solo esteriore, ma altresì interiore. Il superuomo non è solo il dominatore di uomini, ma anche colui che sa far corrispondere ad istinti sviluppati fino ad una elementare, paurosa veemenza la facoltà di padroneggiarli assolutamente, ma non nel senso di soffocarli bensì di tenerli quasi come belve pronte a scattare non appena egli lo voglia. Sennonché sia nell'uno che nello altro caso, ossia tanto nel dominatore di sé che degli altri, nella parte della filosofia di Nietzsche che qui consideriamo il tutto finisce sempre col ridursi ad una sensazione. Il valore della «volontà di potenza», sviluppata duramente attraverso le vie tanto del bene che del male, attraverso le prove più estreme e fino ai limiti più insensati, in una inesorabilità sia di fronte a sé che di fronte agli altri, un tale valore è sempre quello della sensazione accresciuta e esasperata della «vita», e di un «io» il quale da altro non trae la coscienza e la conferma di sé, se non da questa stessa selvaggia sensazione. L'onda si gonfia, ma non trova sbocco, non trova trasfigurazione. L'esasperazione, in fondo, è a vuoto; l'ascesi è buia, quasi «demoniaca», godente di se stessa, priva di un significato superiore." L'AUTORE – Julius Evola, filosofo e pittore italiano (Roma 1898 - ivi 1974), inizialmente dedito a studi tecnici e matematici (era iscritto alla facoltà di Ingegneria), seguì ben presto la sua vera vocazione, l'arte e la filosofia, aderendo, dopo la fine della Prima guerra mondiale (alla quale partecipò come ufficiale di artiglieria), al movimento futurista di Balla e Marinetti (nel 1919 era presente all'Esposizione nazionale futurista di Milano, nel 1921 all'Exposition internationale d'art moderne a Ginevra). Ma dal gennaio del 1921 i suoi interessi si erano già spostati verso il dadaismo, entrando in contatto con Tristan Tzara e diventando una figura di rilievo nella produzione pittorica italiana, come dimostra la sua presenza al Salon Dada di Parigi nel giugno del 1921. Il '21, tuttavia, fu anche l'anno di una drammatica crisi personale che sfociò in un tentato suicidio; il superamento di tale crisi segnò per E. l'inizio di un interesse via via sempre più esclusivo per la filosofia. In questo ambito, la formazione di E. rivela la costante presenza di temi nietzschiani e gentiliani, ai quali tuttavia egli volle imprimere una torsione nel senso di un «idealismo magico» ("Saggi sull'idealismo magico", 1925), nel quale confluirono varie esperienze mistiche e misteriche dell'Oriente e dell'Occidente (yoga, tantrismo, ermetismo, mitraismo, mistica 'ghibellina' del Graal, ecc.). La sua adesione al fascismo (che rimase tuttavia ideologica, perché non fu mai iscritto al PNF) e le sue simpatie per il nazismo derivano da una interpretazione degli stessi in chiave di rinnovamento del paganesimo ("Imperialismo pagano", 1928) e di rifiuto della modernità ("Rivolta contro il mondo moderno", 1934). Nella modernità E., sensibile al classico mito delle quattro epoche del mondo (oro, argento, bronzo e ferro), vedeva il ritorno della quarta età, la peggiore di tutte. A tale rifiuto è collegata in parte anche la sua analisi dell'ebraismo, considerato il principale 'volano' del liberalismo e dell'ideologia del profitto. Il razzismo di E. non era legato a fattori biologici, ma 'spirituali', quali il mito aristocratico vagamente 'nietzschiano' delle razze intellettualmente e culturalmente superiori. Ferito nell'aprile del 1945 a Vienna durante i bombardamenti, restò paralizzato agli arti inferiori. Nel '48 rientrò in Italia, dove nel '50 fu arrestato e coinvolto nel processo ai Fasci di azione rivoluzionaria (FAR). Prosciolto dalle accuse, passò il resto della sua vita dedicandosi agli studi filosofici, che comprendono riflessioni sulla "Metafisica del sesso" (1958), scritti su Ernst Jünger, sulla filosofia indiana e sul taoismo, e ancora riflessioni sul fascismo. I suoi numerosi scritti inediti sono in corso di pubblicazione a cura della Fondazione Julius Evola. (fonte: http://www.treccani.it/enciclopedia/julius-evola_(Dizionario-di-filosofia)) INDICE DELL'OPERA – Nota – Introduzione. Nietzsche e il "superuomo" negli scritti di Julius Evola, di Giovanni Perez - Oltre il superuomo - Attraverso e di là da Nietzsche (1926) - Sorpassamento del superuomo (1934) – L'equivoco dell'irrazionalismo (1936) - Tolstoi e Dostoievskij (1939) - Spigolature indo-americane. I Tantra e «Um l'Onnipotente» (1943) - Il «miglior Nietzsche» (1953) - Revisione dell'opera di Nietzsche. Morale e Superuomo (1957) - Federico Nietzsche: Sono una macchma che può saltare in aria (1957) - Il mito Marcuse (1968) - Nichilismo europeo (1969) - Nietzsche ancora oggi (1971) - Nichilismo e senso della vita in Nietzsche (1971) – Dioniso e la «Via della Mano Sinistra» (1973) - Postfazione. Evola, Nietzsche e i "destini stellari", di Giovanni Sessa |