Hobbes e Galileo |
Gregorio Baldin
IL LIBRO – Nel De motu, loco et tempore (1642-43), Thomas Hobbes descrive Galileo Galilei come "il più grande filosofo di tutti i secoli" e, nel De Corpore (1655), lo scienziato viene presentato come colui che "ci ha aperto la porta di tutta quanta la fisica, cioè la natura del moto". Il tema dell'influenza di Galileo sulla filosofia naturale di Hobbes viene qui trattato per la prima volta in modo ampio e approfondito, così come viene studiata l'importante funzione svolta da Marin Mersenne come diffusore delle idee galileiane e interlocutore del filosofo inglese. Del rapporto con Galileo l'autore mette in luce i molteplici aspetti: gli elementi metodologici ed epistemologici, ma anche le profonde analogie concettuali e lessicali nel campo della fisica, per giungere a un confronto ravvicinato sul tema della struttura della materia, dal quale emerge una comune concezione meccanicista dell'universo. Si tratta di un universo infinito che si sostituisce al cosmo aristotelico ed è popolato da due soli elementi: materia e movimento. DAL TESTO – "La concezione hobbesiana della visione diverge radicalmente da quella di Galileo su un punto fondamentale: il filosofo inglese considera la luce nient'altro che un movimento propagantesi attraverso il mezzo mentre Galileo le aveva attribuito una realtà autonoma considerandola un corpo estremamente rarefatto e risoluto nei suoi atomi indivisibili. La teoria della trasmissione della luce di Hobbes è, invece, molto simile a quella di Descartes, il quale riteneva che la luce fosse «l'azione o la tendenza a muoversi di una certa materia molto sottile che riempie i pori dei corpi trasparenti». Infatti, benché contestasse apertamente la nozione cartesiana di tendenza o inclinazione al movimento, Hobbes sottraeva al fenomeno luminoso la dimensione particolare ed esclusiva che gli aveva attribuito il Pisano, riconducendolo, come Cartesio, al movimento che si trasmette nel mezzo. In questo, Hobbes e Descartes sembrerebbero apparentemente molto più 'aristotelici' di Galileo, il quale, fedele alla sua posizione 'democritea', aveva descritto la luce come una sostanza reale risoluta nei suoi ultimi atomi indivisibili." L'AUTORE – Gregorio Baldin è dottore di ricerca e cultore della materia in storia della filosofia presso l'Università del Piemonte Orientale (Vercelli) ed è stato ricercatore post-doc presso l'École Normale Supérieure de Lyon (LabEx Comod). Si occupa principalmente di storia delle idee e del pensiero scientifico del primo Seicento, focalizzando l'attenzione sulle figure di Thomas Hobbes e Paolo Sarpi. Ha pubblicato contributi per "Galilaeana", per la "Rivista di Storia della filosofia" e per "Storia del pensiero politico". Attualmente insegna nei licei. INDICE DELL'OPERA – Introduzione - Capitolo primo. Hobbes e Mersenne (1. La fondazione filosofica delle scienze - 2. Certezza e probabilità: verità matematiche e ipotesi fisiche - 3. Problemi astronomici, analogie animali e spiegazioni meccaniche - 4. La luce e l'ottica tra geometria e fisica) - Capitolo secondo. Hobbes: principi di filosofia galileiana (1. Qualità reali e puri nomi - 2. Accidenti 'essenziali' - 3. Corpi, accidenti e cause - 4. 'Predominii, qualità occulte e simili fanciullezze': Gaiileo, Hobbes e la critica a Keplero - 5. Le maree - 6. Cose fatte 'meccanicamente dalla natura' - 7. Cause e necessità - 8. La matematica e il libro della natura - 9. Galileo e Hobbes tra sensate esperienze e necessarie dimostrazioni - 10. Sulla classificazione hobbesiana delle scienze) - Capitolo terzo. Il momento di Galileo e il conatus di Hobbes (1. Il moto inerziale – 2. L'inerzia e il conato – 3. Momento e conatus - 4. Le Mecaniche e la fisica galileiana di Hobbes – 5. 'La gravità non è altro che un conato' - 6. Ricerche sulla causa della gravità – 7. Verso un nuovo vocabolario scientifico) - Capitolo quarto. I paradossi della materia (1. Corpi solidi, fluidi e minutissima polvere - 2. Risoluzione massima, indivisibili e atomi - 3. Un fluido sottile - 4. Infiniti indivisibili e divisibili indivisi - 5. 'Trasmutazioni' e 'transustanziazioni' della materia - 6. Conclusione) - Bibliografia |