Cremlino. Dalle origini all'ascesa di Putin |
Catherine Merridale
IL LIBRO – Nel 2010, dopo decenni di oblio, le icone del Salvatore e di san Nicola sono tornate alla luce: dipinte su due porte d'accesso al Cremlino, avevano osservato dall'alto per quattro secoli i mutamenti del paese, scomparendo poi nel nulla nel 1937. Si pensava fossero state distrutte dalla furia iconoclasta dello stalinismo, e invece erano state salvate da ignoti operai, nascoste per settant'anni sotto uno strato gentile di intonaco. In epoca di rinascita nazionale, la scoperta è stata sapientemente sfruttata dal governo di Vladimir Putin: era una storia di uomini devoti che rischiavano la vita, in un periodo di terrore, per salvare le immagini miracolose di Mosca. Una storia del Cremlino finiva così per riassumere l'intera storia del popolo russo. DAL TESTO – "Ma la memoria, come tutti sappiamo, è mutevole. Lo stesso Cremlino è un archivio del passato. È anche un luogo sacro: i suoi edifici un tempo indicavano i punti più santi di Mosca. I riti che si sono formati intorno a essi dalla celebrazione delle funzioni sacre alle incoronazioni e ai funerali dei regnanti, in origine erano concepiti per incarnare la verità di un'atemporalità religiosa. Persino all'epoca dei santi, però, il cerimoniale cambiava e si modificava. Di generazione in generazione, il significato delle stesse parole e delle stesse processioni evolveva in forme drasticamente nuove. Nemmeno gli edifici restavano inalterati, e potevano rivelarsi i testimoni più inaffidabili di tutti. Se un muro veniva ridipinto, o un palazzo abbattuto e ricostruito, era come se la sua precedente incarnazione non fosse mai esistita. Così, quando tornava il familiare ciclo delle preghiere, con le schiere di preti a portare le icone e i cortigiani nei loro abiti dorati, l'ambientazione era stata modificata in modo così radicale da incoraggiare idee del tutto nuove e (per mancanza di un termine migliore) falsi ricordi. Quando si parla di edifici, che sono così concreti, l'unico passato è quello che esiste in questo momento. È un segreto che i bolscevichi sfruttarono in modo drammatico nel 1929, quando distrussero gli antichi monasteri del Cremlino. Ho scoperto che oggi pochi, persino a Mosca, sanno indicare dove fossero situati gli edifici. Alcuni dubitano persino che siano mai esistiti e, quando vedono vecchie fotografie che li rappresentano, si grattano la testa perplessi." L'AUTRICE – Catherine Merridale ha insegnato presso le università di Cambridge, Bristol e Londra, occupandosi di storia e politica russa. I suoi libri hanno ottenuto riconoscimenti internazionali e sono stati tradotti in tutto il mondo. Il suo "Night of Stone. Death and Memory in Russia" ha vinto lo Heinemann Prize for Literature ed è stato selezionato per il Samuel Johnson Prize. In Italia ha pubblicato "I soldati di Stalin. Vita e morte nell'Armata Rossa 1939-1945" (Mondadori, 2007). Con "Cremlino" ha vinto nel 2014 il Wolfson History Prize e il Pushkin House Russian Book Prize. Dal 2016 è membro della British Academy. INDICE DELL'OPERA – Introduzione - 1. Pietre angolari - 2. Rinascita - 3. Il Palazzo d'oro - 4. Kremlenagrad - 5. Mosca eterna - 6. Ordini classici - 7. Uccello di fuoco - 8. Nostalgia - 9. Acropoli - 10. Fortezza rossa - 11. Cremlinologia - 12. Normalità – Ringraziamenti – Note - Bibliografia ragionata - Indice delle mappe e delle illustrazioni - Indice analitico |