Il ritorno dell'Italia nell'Occidente Stampa E-mail

Pietro Pastorelli

Il ritorno dell'Italia nell'Occidente
Racconto della politica estera italiana dal 15 settembre 1947 al 21 novembre 1949


LED – Edizioni Universitarie di Lettere Economia Diritto, pagg.320, € 37,00

 

pastorelli ritorno   IL LIBRO – Questo racconto di un periodo particolarmente significativo della politica estera italiana inizia nel momento in cui il paese recupera la sua piena sovranità in campo internazionale (15 settembre 1947). Si sviluppa attraverso le vicende di politica anche interna che hanno segnato il cammino del ritorno dell'Italia nell'Occidente: la nascita del «quadripartito» come formula di governo, i condizionamenti internazionali sulle elezioni del 18 aprile 1948, il tormentato periodo delle scelte circa la collocazione internazionale del paese, l'ingresso nel Consiglio d'Europa e nel Patto dell'Atlantico del Nord. E si conclude con la liquidazione del problema coloniale in sede di Nazioni Unite il 21 novembre 1949. Si tratta di argomenti dei quali la storiografia si è già occupata con contributi parziali, frutto di rapide incursioni nelle carte d'archivio, su questo o quel tema, spesso senza i necessari riferimenti al quadro internazionale del periodo, e in alcuni casi per dimostrare tesi prestabilite. La recentissima pubblicazione dei più di tremila documenti sul periodo nella raccolta dei Documenti Diplomatici Italiani, in combinazione naturalmente con le altre fonti documentarie e memorialistiche già disponibili, consente ora di fornire un'esposizione unitaria, e per vari aspetti nuova, di questa importante pagina di storia italiana.
  "La forma del racconto – scrive l'Autore nella Premessa - è un modo non consueto di scrivere di storia ma lo si è preferito ad una dotta ed erudita trattazione, secondo i canoni prevalenti nella storiografia, perché ha il vantaggio di mettere il lettore direttamente in contatto con le fonti senza intermediazioni di sorta. Questa forma di esposizione non è nuova per me: segue il metodo spesso usato nelle lezioni alle migliaia di studenti che ho avuto, attenti e interessati ascoltatori dei miei corsi, negli undici anni di insegnamento all'Università di Bari e negli altri trentatré in quella di Roma «La Sapienza», venticinque dei quali anche all'Università «Luiss». Ed è proprio a loro, che hanno costituito una delle soddisfazioni maggiori della mia vita, che è dedicato questo libro".

  DAL TESTO – "A giudizio dei vincitori invece, il fascismo era caduto il 25 luglio 1943 e quant'era accaduto dopo contava ben poco. E, sia detto in parentesi, le violente proteste italiane contro quella affermazione, in sede di Conferenza della pace, non valsero la sua cancellazione, ma solo l'aggiunta «e con il concorso di elementi democratici del popolo italiano». I mille antifascisti che si conoscevano tutti fra di loro, come ricordava sempre amaramente Giuseppe Saragat.
  "E veniamo alla prima conseguenza negativa dell'iniziativa americana: la determinazione delle condizioni temporali e politiche per l'ingresso dell'Italia all'O.N.U. Alla proposta di Truman, infatti, sia Churchill che Stalin si dissero favorevoli, ma il primo, dopo un violentissimo discorso che contestava il malcongegnato appunto del Dipartimento di Stato, precisò che l'ingresso poteva avvenire solo dopo la firma del trattato di pace; il secondo affermò che «cobelligeranti» erano stati anche Ungheria, Romania e Bulgaria e che quindi dovevano entrare all'O.N.U. tutte insieme. E la decisione, registrata nel protocollo finale della Conferenza di Potsdam, rese esplicite queste due condizioni sia pure con espressioni fiorite nei riguardi dell'Italia rispetto a quelle, identiche nella sostanza, usate per gli altri paesi.
  "Al governo italiano fu comunicata solo la parte della decisione che riguardava direttamente il nostro paese, ma, ad una diplomazia attenta e ben informata, non sarebbe stato difficile aver notizia della condizione politica, posta sì dai sovietici ma accettata da tutti. Sicché quando, dopo la firma del trattato di pace e in previsione della sua prossima ratifica, il 19 maggio 1947 l'Italia presentò la domanda d'ammissione all'O.N.U., s'ebbe puntualmente, il 21 agosto, il veto sovietico in Consiglio di sicurezza, poiché gli Stati Uniti non erano più disponibili ad accogliere nell'Organizzazione Bulgaria, Ungheria e Romania a motivo dei loro regimi interni, ritenuti da Washington non democratici."

  L'AUTORE – Pietro Pastorelli è professore emerito di Storia delle relazioni internazionali dell'Università di Roma «La Sapienza» e presidente della Commissione per la pubblicazione dei Documenti Diplomatici Italiani del Ministero degli Esteri. Per i tipi di LED ha pubblicato "Dalla Prima alla Seconda guerra mondiale. Momenti e problemi della politica estera italiana 1914-1943" e ha curato l'edizione italiana della "Storia diplomatica dal 1919 ai nostri giorni" di J.B. Duroselle.

  INDICE DELL'OPERA - Premessa — 1. Il recupero della piena sovranità — 2. Verso il 18 aprile 1948 — 3. Quale collocazione internazionale? — 4. L'ingresso dell'Italia nel Consiglio d'Europa e nel Trattato nord-atlantico — 5. La liquidazione del problema coloniale