La costruzione delle Alpi |
Antonio De Rossi
IL LIBRO – La tesi sostenuta in questo libro è che le Alpi del Novecento siano state oggetto di uno specifico progetto di civilizzazione e trasformazione dei territori d'alta quota che, muovendo dalla traslazione e puntuale rideclinazione tra le montagne dei valori e delle pratiche urbane della modernità, ha determinato - nell'interazione con un luogo altro ed estremo - un peculiare e per certi versi originale modello e paradigma di uso e costruzione dello spazio. A tale modello e paradigma, in relazione con studi e ricerche recenti, in queste pagine l'Autore ha voluto dare il nome di modernismo alpino, anche per sottolineare l'ipotesi avanzata nel precedente volume de "La costruzione delle Alpi" - dedicato al pittoresco alpino - di un preciso avvicendarsi di differenti fasi costruttive, al contempo materiali e concettuali, che segnano la modificazione delle montagne nel corso della modernità. Espressione - quella di modernismo alpino - con la quale vuole mettere in evidenza non soltanto la parabola del turismo, certamente il principale vettore di modernità e modernizzazione dell'ambiente montano nel corso del Novecento, ma l'insieme di discorsività, pratiche, esperienze che interessano le Alpi nel corso del pieno Novecento, ancora oggi in attesa di una ricomposizione interpretativa capace di andare al di là delle parziali letture tematiche e disciplinari esercitate fino a oggi. Modernismo, quindi, nel senso più ampio e lato del termine, travalicando i singoli significati attribuiti a questa parola dalla storiografia architettonica o artistica. Un paradigma certamente non monolitico, costiutuito da visioni e apporti sovente eterodossi e dai caratteri non lineari, che però per più di mezzo secolo definirà il campo delle narrazioni - intorno ai temi della modernizzazione e dello sviluppo, della tecnica e dell'ambiente, del turismo e del destino del mondo alpino storico – sulla montagna. In continuità con il volume precedente, tale paradigma viene indagato innanzi tutto a partire dalle Alpi occidentali - Francia, Italia, Svizzera -, anche se l'estensione novecentesca, delle modalità di scambio e di circolazione di riferimenti, saperi, esperienze ha obbligato, soprattutto per i primi capitoli dedicati ai materiali costitutivi il modernismo alpino, a un tour d'horizon comprendente altresì i territori alpini di lingua tedesca. Come nel primo libro, al centro della narrazione viene posta la lente e categoria interpretativa della costruzione: una storia quindi innanzitutto fisica, ma anche degli immaginari e dei differenti modi di concettualizzare la montagna che hanno guidato la mutazione e il progetto dell'ambiente alpino nella modernità. Scelta costruttiva che corrisponde anche a un preciso intento tattico: utilizzare la lettura degli esiti morfologici delle differenti modalità di appropriazione e consumo della montagna come dispositivo per mettere in scena e cercare di comprendere - facendole dialogare tra loro - le molteplici immagini, intenzionalità di trasformazione, pratiche sociali che interessano le Alpi del Novecento nel loro intersecarsi di montagne e città. La spazializzazione dei fenomeni, la morfogenesi dei territori, quindi, come ordito della narrazione e trama dell'interpretazione. DAL TESTO – "Ma chi sono gli attori del modernismo alpino? Sono promotori turistici, campioni e maestri di sci, proprietari di alberghi, personale per la gestione delle stazioni e delle attrezzature tecnologiche, architetti, progettisti e produttori di impianti di risalita, ingegneri stradali e idroelettrici, dirigenti industriali, tecnici dello sviluppo rurale, giornalisti, grafici pubblicitari, registi e attori di Bergfilme, giudici di gara, commercianti di articoli sportivi, alpinisti di fama e gestori di rifugi, piloti specializzati nel volo di montagna, aristocratici e altoborghesi residenti permanentemente nelle località turistiche." L'AUTORE – Antonio De Rossi, architetto, è professore ordinario di Progettazione architettonica e urbana, e direttore del centro di ricerca Istituto di Architettura montana, presso il Politecnico di Torino. Il suo precedente volume, "La costruzione delle Alpi. Immagini e scenari del pittoresco alpino (1773-1914)", pubblicato da Donzelli nel 2014, è stato insignito nel 2015 del Premio Rigoni Stern e del Premio Acqui Storia. INDICE DELL'OPERA – Proemio - I. Modernismo alpino (1. Una civilizzazione d'alta quota? - 2. Temi, immagini, declinazioni - 3. Paesaggi rarefatti e sublime tecnologico) - II. La montagna meccanizzata (1. Auto e montagna, un binomio inscindibile - 2. L'epopea delle Hochalpenstraßen - 3. La motorizzazione dello sguardo) - III. L'ebbrezza dello sci (1. Nuove pratiche e rappresentazioni della montagna - 2. Remontées mécaniques - 3. Spazialità ed estetica dello sci da discesa) - IV. Le Alpi, laboratorio per l'architettura moderna (1. Chalet du skieur e Sporthotel - 2. La copertura come atto fondativo - 3. Architettura come solidificazione dell'interazione col paesaggio - 4. Costruzione, tecnica, Holzbau - 5. Sanatori e colonie montane - 6. Sperimentazioni d'alta quota - 7. L'ingegneria montana e la sua estetica - 8. Modernità nella tradizione) - V. Cantieri del modernismo alpino (1. Sestriere, la «città Novecento della neve» - 2. Bardonecchia, «sole, neve, gioia di vivere» - 3. Cervinia, «modernissima cittadina dal nome italianissimo» - 4. Tour d'horizon sulle Alpi occidentali - 5. Torino, «capitale delle Alpi») - VI. Una nuova urbanistica d'alta quota (1. Le prime «cités de sports d'hiver» - 2. Il Piano regolatore della Valle d'Aosta - 3. Courchevel, la prima stazione integrata francese - 4. Visioni geoplastigrafiche - 5. La stazione villaggio) - VII. Infrastrutturazioni alpine (1. Paesaggi della houille blanche - 2. L'industrializzazione delle vallate - 3. La Strada delle Alpi occidentali) - VIII. La montagna all'inverso: ricerche e progetti per il territorio rurale (1. Le Alpi attraverso la lente dei generi di vita e dell'antropogeografia - 2. La casa rurale montana sotto lo sguardo di etnologi e geografi - 3. Cultura architettonica e edilizia rurale alpina - 4. Le ricerche sullo spopolamento montano - 5. Saperi tecnici e progetto del territorio rurale) - IX. L'età d'oro del modernismo alpino (1. Un palcoscenico per la modernità - 2. Lungo l'ambiguo crinale del linguaggio - 3. L'affaire Mollino - 4. Un nodo centrale: i convegni di architettura montana di Bardonecchia - 5. Excursus: dispositivi dell'architettura moderna in montagna) - X. Turismo e spopolamento, un paradigma totalizzante (1. La montagna urbanizzata - 2. La fine di un mondo - 3. La terza dimensione dimenticata) - XI. Modernismo radicale (1. Le stazioni integrate francesi - 2. Mirabilia tecnologiche - 3. Esperienze costruttive sulle Alpi italiane) - XII. Crisi del modernismo alpino e nascita di un nuovo paradigma (1. Articolazione e diversificazione delle visioni sulla montagna - 2. Il villaggio reinventato: l'architettura come atmosfera - 3. Conclusioni provvisorie. La patrimonializzazione delle Alpi) - Elenco delle illustrazioni - Indice dei nomi - Indice dei luoghi |