Storia e leggenda dei cosacchi Stampa E-mail

Federico D'Errico

Storia e leggenda dei cosacchi

Mursia, pagg.152, € 17,00

 

derrico cosacchi  IL LIBRO – Dalle antiche comunità scite, unne e alane dalle quali si formò il nucleo originario fino alle imprese dei reparti nelle recenti guerre in Cecenia, Afghanistan e Ucraina, questo saggio ricostruisce la storia dei cosacchi e ne racconta le tradizioni e i valori: la nascita delle enclavi del Don e Zaporovsky, la conquista della Siberia, le rivolte contro il dominio degli zar. E ancora: le guerre fratricide durante la Rivoluzione d'Ottobre e nella Seconda guerra mondiale. Riuniti sotto il comando dei loro atamani, personaggi leggendari come Jermak, Stenka Razin, Platov, Krasnov, i cosacchi hanno combattuto in tutti i grandi conflitti. Nessun impero, né quello zarista, né quello turco, né quello comunista, è riuscito ad assimilarli e a cancellarne la cultura. Instancabili in battaglia così come nelle feste, custodi di una tradizione millenaria i cosacchi hanno cavalcato attraverso i secoli scrivendo una storia che ha il fascino di una leggenda.

  DAL TESTO – "I cosacchi si consideravano guardie della frontiera e difensori dell'ortodossia, come una specie di crociati della fede e riservavano, salvo durante le guerre con i polacchi, un trattamento amichevole verso tutti i cristiani delle varie confessioni.
  "È opinione molto diffusa che fossero essenzialmente cavalieri della steppa, una delle più temibili cavallerie del passato, cosa sicuramente vera, come hanno dimostrato con le loro leggendarie cariche da Korsum a Borodino.
  "Ma pochi sanno che, fin dalla nascita dei loro primi gruppi armati, erano stati marinai e soprattutto pirati.
  "Prendendo l'eredità dei normanni, che avevano occupato i loro territori, lungo il Dnepr, il Don, il Volga e le coste del Mar Nero, dominavano le rive a bordo di imbarcazioni di evidente derivazione vichinga, effettuando devastanti incursioni. Usavano navi di circa venti metri in legno di tiglio, salice o quercia, dal fasciame sottile ed elastico, congiunto a incastro senza l'uso di chiodi. Nonostante il fondo piatto, erano in grado di tenere le onde; le chiamavano chaika o gabbiano, dalla forma allungata, con una sola vela maestra quadrata come i drakkar e costruite praticamente con due prore, per essere maneggevoli nell'attracco, come nel salpare."

  L'AUTORE – Federico d'Errico (Bari, 1949), già ufficiale paracadutista nella Folgore e corrispondente di guerra nel Sahara spagnolo e in Libano durante la guerra civile, ha lavorato in Russia per la Comunità Europea e poi per la Camera di Commercio di Roma. Attualmente è presidente di un'importante società che si occupa della difesa del patrimonio tecnologico italiano. Ha scritto per prestigiosc testate nazionali fra cui «Il Giornale d'Italia» e «Il Borghese». Nel 2001 ha organizzato un Convegno Internazionale delle Comunità Cosacche. È stato insignito della croce di San Giorgio di seconda classe conferita dall'Amministrazione del Presidente della Repubblica Federale Russa.

  INDICE DELL'OPERA – Presentazione - Capitolo Primo. I popoli della steppa - Capitolo Secondo. Pirati o cavalieri - Capitolo Terzo. Zaporosky e le armate del Don - Capitolo Quarto. La conquista della Siberia - Capitolo Quinto. Col ferro e col fuoco - Capitolo Sesto. Atamani, pirati, avventurieri - Capitolo Settimo. Da indomabili ribelli a guardiani dell'impero - Capitolo Ottavo. La rivolta di Pugacev e le guerre del Sud - Capitolo Nono. Le due aquile - Capitolo Decimo. Dai monti di Prometeo alla steppa di Tamerlano - Capitolo Undicesimo. Guerre e rivoluzione - Capitolo Dodicesimo. Guerre fratricide - Capitolo Tredicesimo. Distruzioni e catastrofi - Capitolo Quattordicesimo. La rinascita - Ringraziamenti - Bibliografia - Bibliografia russa