1925. I due Manifesti Stampa E-mail

Benedetto Croce - Giovanni Gentile

1925. I due Manifesti
Il Manifesto degli intellettuali fascisti e il Manifesto degli intellettuali antifascisti

A cura di Antonio Maria Carena

Nino Aragno Editore, pagg.147, € 13,00

 

croce-gentile duemanifesti  IL LIBRO – Nella prima metà degli anni '70 si è discusso se sia esistita o meno una cultura fascista. La discussione nelle sue linee alte era tra Norberto Bobbio e Eugenio Garin: il primo che la riteneva inesistente, mentre il secondo dissentiva radicalmente da quella immagine. All'interno di questa questione non è senza significato riconsiderare la stagione dell'ultimo confronto ideale tra mondo culturale fascista e antifascista nella primavera 1925 intorno alla vicenda dei due manifesti contrapposti, il primo ispirato da Gentile, il secondo da Benedetto Croce, non solo sul piano dei temi, ma anche per comprendere sia il grado di forza che ancora erano in grado di esprimere gli antifascisti, sia la geografia del fascismo in quel momento nel paese, ovvero il suo radicamento.
  Il Manifesto degli intellettuali fascisti ha due caratteristiche: nasce da un atto che indica una conflittualità interna e non è immediatamente proposto e non corrisponde ancora a un progetto definito, testimoniato dalla frase di chiusura del testo che appare più una «comunicazione di servizio» piuttosto che un'enunciazione e che implicitamente distingue tra area generale del movimento fascista e coloro che erano «convenuti a Bologna per la prima volta a congresso». In un qualche modo quel testo si configura dunque come parte di un processo in costruzione, ancora dai contorni non definiti. Quel testo, per quanto idealmente orientato, testimonia di una condizione d'incertezza che solo parzialmente è controbilanciata dall'«organizzazione dello Stato totalitario» che in quei mesi inizia sostanzialmente a prendere corpo.
  Il Manifesto degli intellettuali antifascisti, invece, si presenta come un testo definito, per certi aspetti, "ultimo". È anch'esso conseguente a una condizione, per certi aspetti complementare e opposta a quella che attraversa il "sottotesto" del manifesto degli intellettuali fascisti: ovvero quella di apparire come l'occasione di una possibile mobilitazione. Il senso è quello della testimonianza più che quello dell'impegno, che del resto costituisce la premessa stessa dell'appello. L'impegno, infatti, deve essere definito da una classe politica, quale i firmatari dell'appello non riconoscono a se stessi.

  DAL TESTO – "Il Fascismo viene accusato d'essere un movimento reazionario antiliberale, antioperaio, ma l'accusa è falsa. Il Fascismo è spirito di progresso e di propulsione di tutte le forze nazionali. Intende piuttosto a rompere la crosta che il vecchio ordinamento politico aveva creato, attraverso l'apparenza fallace del vecchio liberalismo democratico, intorno alla effettiva attività individuale del cittadino, mediante l'atomismo del suffragio universale polverizzatore degli interessi reali, onde ogni individuo è portato a sentirsi impegnato nel sistema delle forze economiche. Quell'ordinamento dava il popolo in mano ai politicanti di professione dominati dalla coalizione sempre più potente di interessi particolaristici e perciò antitetici all'interesse comune della Nazione."

  GLI AUTORI – Benedetto Croce (Pescasseroli, 25 febbraio 1866-Napoli, 20 novembre 1952) filosofo, storico, erudito, critico letterario, senatore del Regno e ministro dell'istruzione nel secondo governo Giolitti. Fondatore con Giovanni Gentile della rivista «La critica» e dell'indirizzo di pensiero dell'idealismo filosofico. Tra i maggiori esponenti della cultura italiana ed europea del Novecento, teorico del liberalismo e principale rappresentante dell'opposizione liberal-democratica al fascismo.
  Giovanni Gentile (Castelvetrano, 29 maggio 1875-Firenze, 15 aprile 1944) filosofo e storico della filosofia, professore all'Università prima di Palermo e poi di Roma, ministro dell'istruzione nel primo governo Mussolini e autore della Riforma della scuola. Fu insieme a Benedetto Croce il maggiore esponente dell'idealismo italiano. Direttore della Scuola normale superiore di Pisa e della Enciclopedia italiana fondata da Giovanni Treccani, fu un teorico dello stato etico e del fascismo italiano, alla cui adesione si deve la sua tragica morte.

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione, di Antonio Maria Carena - Prima parte. I due Manifesti - Manifesto degli intellettuali fascisti agli intellettuali di tutte le Nazioni - Manifesto degli intellettuali antifascisti - Seconda parte. Testimonianze e reazioni - Guido De Ruggiero, Sine ira - Giovani Amendola, L'intellettualità di un manifesto - Il manifesto antifascista. I quaranta protestanti - Il catechismo del Senatore Croce - Il raglio dell'asino - Un chiaro discorso a Benedetto Liberale ed ai suoi compagni di (s)ventura - Piero Gobetti, Amendola - Guglielmo Ferrero, Per una nuova democrazia - Giovanni Amendola, Discorso al I Congresso dell'Unione Nazionale – Appendice. Adesioni al manifesto degli intellettuali fascisti e al manifesto degli intellettuali antifascisti - Indice dei nomi