Stato di guerra e conflitto armato nel diritto internazionale Stampa E-mail

Marina Mancini

Stato di guerra e conflitto armato nel diritto internazionale

G. Giappichelli Editore, pagg.XII-340, € 38,00

 

mancini statodiguerra  IL LIBRO – Il volume prende le mosse da una ricognizione del diritto internazionale classico in materia di stato di guerra, cui è dedicato il Capitolo I. Dopo un preliminare esame dello ius ad bellum riconosciuto agli Stati in epoca classica, si analizzano le modalità di instaurazione dello stato di guerra e le conseguenze della stessa, a cominciare dall'applicazione del diritto bellico e del diritto di neutralità. Si valutano, quindi, gli effetti dell'insorgenza dello stato di guerra sulle relazioni diplomatiche, il trattamento dei sudditi nemici e dei loro beni, i rapporti commerciali, i contratti conclusi dai privati e le relazioni pattizie. In questo contesto, si effettua uno studio combinato della dottrina, della prassi e della giurisprudenza rilevante, dall'inizio del Novecento alla fine della seconda guerra mondiale.
  Nel Capitolo II, si ripercorrono le tappe del processo che nell'arco di pochi decenni ha portato alla totale abolizione dello ius ad bellum, presupposto dello stato di guerra. Tale processo si è concluso con l'adozione della Carta delle Nazioni Unite. Questa, vietando la minaccia e l'uso della forza armata nelle relazioni internazionali, ha costituito un vero e proprio spartiacque nel diritto internazionale. L'affermazione del divieto del ricorso alla violenza bellica da parte degli Stati solleva la questione della sopravvivenza dello stato di guerra, oggetto del presente lavoro. Nel Capitolo III, si illustra tale questione e si esaminano le opposte posizioni della dottrina al riguardo. Si mettono altresì in luce le molteplici sottoquestioni che si pongono.
  L'indagine è quindi diretta ad accertare se lo stato di guerra sia ancora contemplato dal diritto internazionale contemporaneo. Ad un'accurata disamina della prassi successiva all'entrata in vigore della Carta sono dedicati i Capitoli IV e V. Vengono considerati tutti i conflitti armati internazionali (ad esclusione di quelli per l'autodetenninazione) nei quali è stato sollevato il problema dell'esistenza di uno stato di guerra. Nel Capitolo IV, si analizzano i conflitti nei quali nessuno dei belligeranti sia stato autorizzato a usare la forza dal Consiglio di Sicurezza. Si dà conto peraltro delle operazioni coercitive poste in essere, su autorizzazione del Consiglio, da Stati terzi nei confronti dei belligeranti (ad esempio operazioni di interdizione navale). Nel Capitolo V, invece, si esaminano gli unici due conflitti nei quali l'uso della forza da parte di uno dei belligeranti sia stato autorizzato dal Consiglio di Sicurezza, ossia il conflitto in Corea e il conflitto nel Golfo Persico del 1991.
  Nel Capitolo VI, l'Autrice procede a un'analisi critica dell'atteggiamento degli Stati rispetto all'istituto dello stato di guerra, quale emerge dallo studio della prassi condotto nei capitoli precedenti, e si sofferma sul concetto di conflitto armato, a cui i belligeranti perlopiù si limitano a fare riferimento. L'indagine a questo punto volta ad accertare quali conseguenze produca lo scoppio di un conflitto armato nel diritto internazionale contemporaneo e se esse coincidano con quelle che l'insorgenza dello stato di guerra determinava nel diritto internazionale classico. Nel Capitolo VII, dapprima, si considera l'applicazione del diritto bellico e si dedica una speciale attenzione al problema dell'esercizio dei diritti di belligeranza; quindi, si approfondisce la questione della compatibilità dell'istituto della neutralità con lo Statuto di San Francisco e si prende in esame l'applicazione del diritto di neutralità. Nel Capitolo VIII, si analizzano gli effetti dello scoppio di un conflitto armato sui rapporti diplomatici, il trattamento dei cittadini nemici e dei loro beni, le relazioni commerciali, i contratti stipulati dai privati e i rapporti pattizi. Un apposito paragrafo è dedicato alla questione dell'applicazione dei trattati sui diritti umani anche durante il conflitto armato. In entrambi i capitoli, i risultati dello studio della prassi già effettuato sono attentamente valutati alla luce del diritto consuetudinario e pattizio sviluppatosi dall'entrata in vigore dello Statuto ad oggi, della giurisprudenza internazionale e interna e delle opinioni della dottrina.

  DAL TESTO – "[...] l'obbligo di far precedere l'inizio delle ostilità da una dichiarazione di guerra o da un ultimatum con dichiarazione di guerra condizionata, stabilito dalla III Convenzione dell'Aja del 1907 sull'apertura delle ostilità, non sembra essere venuto meno nel diritto internazionale contemporaneo. Certamente esso non ha acquisito carattere consuetudinario nel corso del Novecento, essendo la prassi alquanto discordante nella prima metà del secolo e pressoché assente nella seconda metà. Altrettanto certamente, però, l'obbligo in questione non ha cessato di esistere, non potendo la Convenzione considerarsi estinta per effetto di una consuetudine abrogativa o desuetudine sviluppatasi tra gli Stati contraenti."

  L'AUTRICE – Marina Mancini, laureata in Giurisprudenza con lode presso la LUISS Guido Carli nel 1998, insegna Diritto internazionale presso il Dipartimento di Giurisprudenza ed Economia dell'Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria.

  INDICE DELL'OPERA – Abbreviazioni – Introduzione (1. Lo stato di guerra e la Carta delle Nazioni Unite - 2. Lo stato di guerra nell'ordinamento interno - 3. La cessazione dello stato di guerra nell'ordinamento internazionale - 4. Piano d'indagine) - Capitolo I. Lo stato di guerra nel diritto internazionale classico (l. Il ricorso alla guerra - 2. L'instaurazione dello stato di guerra - 3. La dichiarazione di guerra - 4. L'applicazione del diritto bellico - 5. L'applicazione del diritto di neutralità - 6. Le altre conseguenze: le relazioni diplomatiche - 7. Segue: il trattamento dei sudditi nemici e dei loro beni - 8. Segue: i rapporti commerciali - 9. Segue: i contratti conclusi dai privati - 10. Segue: i trattati) - Capitolo II. Dalla libertà di ricorrere alla guerra al divieto dell'uso della forza (1. Il Patto della Società delle Nazioni - 2. Il Patto generale di rinuncia alla guerra - 3. La Carta delle Nazioni Unite) - Capitolo III. Lo stato di guerra nell'era delle Nazioni Unite: gli interrogativi (1. La questione della compatibilità dello stato di guerra con la Carta delle Nazioni Unite - 2. I conflitti armati nell'era delle Nazioni Unite) - Capitolo IV. La prassi (1. Il conflitto arabo-israeliano del 1948-1949 - 2. Il conflitto di Suez - 3. Il conflitto indo-pakistano del 1965 - 4. Il conflitto del Vietnam - 5. Il conflitto delle Falkland/Malvinas - 6. Il conflitto tra Iran e Iraq - 7. Il conflitto nella ex Iugoslavia - 8. Il conflitto del Kosovo - 9. Il conflitto tra Eritrea ed Etiopia - 10. Il conflitto tra la coalizione anglo-americana e l'Afghanistan - 11. Il conflitto nel Golfo Persico del 2003 - 12. Il conflitto israelo-libanese del 2006 - 13. Il conflitto tra Georgia e Russia - 14. Riepilogo dei dati della prassi) - Capitolo V. I conflitti armati nei quali una parte è autorizzata a usare la forza dal Consiglio di Sicurezza (1. Il conflitto in Corea - 2. Il conflitto nel Golfo Persico del 1991 - 3. Sintesi dei dati della prassi) - Capitolo VI. Conflitto armato e stato di guerra (1. L'instaurazione dello stato di guerra nei conflitti armati contemporanei - 2. L'instaurazione dello stato di guerra nei conflitti armati in cui una parte è autorizzata a usare la forza dal Consiglio di Sicurezza - 3. Il riconoscimento del conflitto armato da parte dei belligeranti) - Capitolo VII. Le principali conseguenze dello scoppio di un conflitto armato nel diritto internazionale contemporaneo (1. L'applicazione del diritto bellico - 2. L'esercizio dei diritti di belligeranza - 3. L'istituto della neutralità e la Carta delle Nazioni Unite - 4. L'applicazione del diritto di neutralità) - Capitolo VIII. Le altre conseguenze (l. Le relazioni diplomatiche - 2. Il trattamento dei cittadini nemici e dei loro beni - 2.1. Misure nei confronti dei cittadini nemici - 2.2. Misure nei confronti dei beni di proprietà dei cittadini nemici - 3. I rapporti commerciali - 4. I contratti conclusi dai privati - 5. I trattati - 6. Il rispetto dei diritti umani) - Risultati raggiunti (1. L'istituto dello stato di guerra nel diritto internazionale anteriore alla Carta delle Nazioni Unite - 2. La progressiva limitazione dello ius ad bellum e la Carta delle Nazioni Unite - 3. La compatibilità dello stato di guerra con la Carta delle Nazioni Unite - 4. Il conflitto armato e i suoi effetti nell'era delle Nazioni Unite - 5. Il superamento dell'istituto dello stato di guerra nel diritto internazionale contemporaneo) - Indice analitico - Indice della giurisprudenza - Bibliografia essenziale