2084. La fine del mondo Stampa E-mail

Boualem Sansal

2084
La fine del mondo


Neri Pozza, pagg.254, € 17,00

 

sansal 2084  IL LIBRO – Nell'Abistan – un impero così vasto da coprire buona parte del mondo – 2084 è una data presente ovunque, stampata nel cervello di ognuno, pronunciata in ogni discorso, impressa sui cartelli commemorativi affissi accanto alle vestigia dello Shar, la Grande Guerra santa contro i makuf, i propagandisti della «Grande Miscredenza».
  Nessuno sa a che cosa corrisponda davvero quella data. Qualcuno dice che ha a che fare con l'inizio del conflitto, altri con un suo particolare episodio. Altri ancora che riguardi l'anno di nascita di Abi, il Delegato di Yölah, oppure il giorno in cui Abi fu illuminato dalla luce divina, al compimento del suo cinquantesimo anno di età. In ogni caso, è da allora che l'immenso paese, che era detto semplicemente il «paese dei credenti», fu chiamato Abistan, il mondo in cui ci si sottomette gioiosamente alla volontà di Yölah e del suo rappresentante in terra, il profeta Abi.
  La Grande Guerra santa è stata lunga e terribile. Le sue tracce sono religiosamente conservate: edifici sventrati, muri crivellati, interi quartieri sepolti sotto le macerie, enormi crateri trasformati in immondezzai fumanti.
  Tuttavia, l'armonia più totale regna ora nelle terre dell'Abistan. Nessuno dubita delle autorità – gli Onorevoli e gli Adepti della Giusta Fraternità e i membri dell'Apparato – così come nessuno dubita che Yölah abbia offerto ad Abi di imprimere un nuovo inizio alla storia dell'umanità. L'abilang, una nuova lingua, ha soppiantato tutte le lingue precedenti, considerate stolti idiomi di non-credenti. Le date, il calendario, l'intera storia passata dell'umanità non hanno ormai piú alcuna importanza e senso nella Nuova Era, e tutto è nella mano di Yölah. Yölah sa le cose, decide del loro significato e istruisce chi vuole. Agli uomini non resta che «morire per vivere felici», come recita il motto dell'esercito abistano.
  Perché, però, dubbi e sospetti si insinuano nella mente del trentacinquenne Ati al ritorno a Qodsabad, la capitale dell'impero, dopo anni trascorsi in un sanatorio arroccato su una montagna? Perché nel suo cuore si fa strada la tentazione di attraversare la Frontiera, al di là della quale, si dice, vivano i Rinnegati, i makuf, i propagandisti della Grande Miscredenza capaci di tutto?
  Ispirato alla celebre opera di George Orwell 1984, 2084. La fine del mondo narra di un mondo futuro dove tutti gli incubi del presente sembrano realizzati nella forma di una feroce teocrazia totalitaria.

  DAL TESTO – "Non è sicuro che tutte queste libertà servissero a granché ma era molto eccitante. La cosa più strana era che ai Rinn, pur godendo nel loro bailamme di una tale autonomia, piaceva recarsi a Qodsabad, Ur, nella loro toponomastica, per smerciare prodotti e oggetti del passato molto apprezzati dai notabili e riportare a casa dolciumi per la famiglia. Anche loro usavano i tunnel della Gilda e pagavano un pedaggio. L'Apparato li braccava senza pietà e va da sé che quelli catturati finivano allo stadio il giovedì successivo, dopo la grande Implorazione. La loro esecuzione era uno spettacolo pregevole, che inaugurava i festeggiamenti. A tale scopo era stata creata una polizia speciale, l'AntiRinn, sapeva riconoscere quei fantasmi, pedinarli e catturarli come si deve. Si è constatato che quegli esseri abituati alla vita selvatica e al brigantaggio erano nettamente più reattivi dei credenti, ingessati in routine troppo numerose e severe. Non lo si diceva perché avrebbe significato distruggere una leggenda e attentare alla sicurezza dello Stato, ma sembrava proprio che i V, dotati di facoltà enormi, non riuscissero a individuare la traccia mentale dei Rinn, si confondeva con quella dei pipistrelli le cui onde ultrasoniche troppo potenti saturavano il radar dei V e lo disorientavano. Peggio: se diretto specificamente su un V, il flusso mentale dei Rinn poteva causargli emorragie dolorose, e in ogni caso umilianti per creature così temute, considerate campioni di invisibilità, ubiquità e telepatia. Erano congetture, argomenti di conversazione, nessuno aveva mai visto un V, meno che mai mentre perdeva sangue dal naso o dalle orecchie."

  L'AUTORE – Boualem Sansal è nato nel 1949 in Algeria e vive a Boumerdès, nei pressi di Algeri. Alto funzionario del ministero dell'Industria algerino fino al 2003 (incarico da cui fu allontanato per i suoi scritti e le sue prese di posizione politica), ha vinto il Prix du premier Roman e il Prix Tropiques1999 con il suo primo romanzo "Le serment des barbares", il Grand Prix RTL-Lire 2008 con "Le Village de l'Allemand", e il Grand Prix du roman 2015 de l'Académie française con "2084". Nel 2014 è stato nominato per il Premio Nobel per la letteratura.

  INDICE DELL'OPERA – Avvertenza - Libro 1 - Libro 2 - Libro 3 - Libro 4 - Epilogo