Il ritorno del Budda Stampa E-mail

Gajto Gazdanov

Il ritorno del Budda

Voland Edizioni, pagg.172, € 15,00

 

gazdanov budda  IL LIBRO – Parigi, anni '30 del XX secolo. Un milionario viene ucciso. La statuetta dorata di un Budda scompare. Un giovane studente russo, squattrinato e afflitto da vertiginose allucinazioni, è arrestato e accusato di omicidio. Snodandosi tra la livida e fervida immaginazione del protagonista e i vicoli bui dei bassifondi parigini popolati di disperati, il libro è in parte un racconto poliziesco, in parte un thriller filosofico e in parte una storia d'amore. Un romanzo dallo stile ipnotico, una riflessione vivida e feroce sugli strappi dell'esilio e gli inganni della realtà.

  DAL TESTO – "Sentivo adesso in ogni circostanza della mia vita una curiosa illusorietà, stratiforme e imprescindibile, sia nei confronti di progetti e propositi, sia di situazioni immediate e concrete della mia esistenza che potevano cambiare completamente nel corso di pochi giorni o di poche ore. Una condizione, del resto, a me nota perché faceva parte delle cose che non avevo dimenticato. Il mondo si componeva di fatti e sentimenti che riconoscevo, come se li avessi già vissuti in un passato lontano e ora riemergessero dopo un sonno perduto nel tempo. Mi accadeva persino in casi in cui, con ogni probabilità, mi imbattevo per la prima volta. Era come se nella gigantesca e caotica combinazione di eventi diversi cercassi quasi a tentoni la via un tempo già percorsa, chissà come e quando. Forse per questo la maggior parte degli avvenimenti mi lasciava indifferente e soltanto alcuni rari istanti, che presentavano magari solo apparentemente qualche coincidenza, trattenevano con forza straordinaria la mia attenzione. Mi sarebbe stato difficile definire in cosa si distinguessero dagli altri: una sfumatura inspiegabile, un particolare fortuito, ma per me evidente. Quasi mai riguardavano direttamente il mio destino o i miei personali interessi, il più delle volte si trattava di visioni incomprensibili che mi affioravano davanti agli occhi. Già prima, per molti anni di seguito, mi era accaduto di sentirmi come se non appartenessi a me stesso e di partecipare in maniera esteriore e marginale a quanto mi succedeva: avevo un atteggiamento di totale distacco nei confronti della realtà, anche se si trattava di eventi burrascosi dove a volte si celava un pericolo mortale. Ma conoscevo la morte soltanto in modo teorico e non ero in grado di penetrarne il vero significato che, con ogni probabilità, avrebbe suscitato nella mia anima l'orrore e mi avrebbe portato a vivere in modo diverso. Non di rado mi sembrava – quando rimanevo solo e nessuno mi impediva di immergermi in un'infinita serie di sensazioni, visioni e pensieri confusi – di non riuscire a fare un ultimo sforzo per vedermi in una sola, netta e ampia rappresentazione e cogliere finalmente il significato nascosto e totale del mio destino, da sempre tracciato nella mia memoria come un casuale susseguirsi di eventi accidentali. Ma mai arrivavo a farlo e non riuscivo nemmeno mai a capire perché un fatto qualsiasi, all'apparenza senza nessuna attinenza con me, all'improvviso assumesse ai miei occhi un'importanza tanto evidente quanto incomprensibile."

  L'AUTORE – Nato a Pietroburgo nel 1903, Gajto Gazdanov nel '20 abbandona la Russia dopo aver combattuto nelle file dell'Armata Bianca di Vrangel' e si stabilisce a Parigi, dove per mantenersi lavora negli stabilimenti della Renault e poi come conducente di taxi. Considerato il migliore scrittore russo dell'emigrazione europea, è stato dai contemporanei paragonato, per forza e stile, a Proust, Kafka, Camus, Nabokov. Muore nel 1971 a Monaco di Baviera. I suoi romanzi sono tradotti anche in inglese, francese e tedesco. Dello stesso autore Voland ha pubblicato "Il fantasma di Alexander Wolf" (2014).