Gajto Gazdanov
Il fantasma di Alexander Wolf
Voland Edizioni, pagg.157, € 14,00
IL LIBRO – Sud della Russia. In un afoso giorno nel pieno della guerra civile, un sedicenne volontario della Guardia bianca si imbatte in un soldato nemico. Sparano entrambi, ma il ragazzo ha la meglio e fugge sul cavallo bianco della sua vittima. Molti anni più tardi, a Parigi, divenuto ormai un giornalista affermato, legge un racconto che narra proprio la vicenda che non ha mai smesso di tormentarlo. Il suo avversario di un tempo non è morto, è uno scrittore e vive a Londra... Un classico della letteratura moderna, un romanzo trascinante e potente, un mistero che avvince il lettore dalla prima all'ultima pagina.
DAL TESTO – "Mi è impossibile descrivere i sentimenti che si impadronivano di me a mano a mano che leggevo. Vi si narrava un episodio di guerra; non vi era la pur minima indicazione del paese in cui si era svolto né della nazionalità dei protagonisti; soltanto il titolo stava a indicare che doveva trattarsi della Russia. Cominciava così: ""Il miglior cavallo che io abbia mai posseduto era uno stallone dal mantello bianco, mezzosangue, di grosse dimensioni, dal trotto particolarmente ampio e disteso. Era talmente bello che mi veniva fatto di paragonarlo a uno di quei destrieri di cui si parla nell'Apocalisse. Un paragone ben indovinato – per quanto mi riguarda personalmente - visto che proprio in groppa a questo cavallo andai a briglia sciolta incontro alla morte su una terra infuocata, in uno degli anni più caldi della mia vita." "Vi trovai l'esatta ricostruzione di quanto avevo vissuto nell'epoca lontana della guerra civile in Russia e la descrizione di quei giorni insopportabilmente caldi in cui si erano avuti gli scontri più lunghi e cruenti. Arrivai, infine, alle ultime pagine del racconto; le lessi quasi con il fiato sospeso. Vi riconobbi la mia giumenta morella e la curva della strada dove fu uccisa. L'uomo, che raccontava in prima persona, all'inizio aveva pensato che il cavaliere caduto insieme alla cavalla fosse quanto meno ferito in maniera grave: aveva sparato due volte e gli sembrava di averlo colpito entrambe. Non capisco come mai avessi avvertito un colpo soltanto. "Ma non era morto e, evidentemente, nemmeno ferito" continuava l'autore "perché lo vidi rialzarsi; alla vivida luce del sole mi parve di scorgere nella sua mano lo scuro riflesso di una pistola. Non aveva fucile, lo so con certezza." "Il bianco stallone aveva continuato la sua pesante corsa e si era avvicinato al luogo dove ritto in una strana immobilità - sono parole sue - forse paralizzato dalla paura, stava un uomo con la pistola in mano. L'autore allora aveva frenato l'impetuosa corsa del cavallo e aveva appoggiato il fucile alla spalla, ma all'improvviso, pur non avendo udito alcuno sparo, aveva sentito in un punto indefinito un dolore mortale e una tenebra bruciante gli era calata sugli occhi. Era tornato in sé per un breve, febbrile istante, il tempo di udire lenti passi avvicinarsi, ma subito era sprofondato di nuovo in uno stato di incoscienza. Un altro breve intervallo di tempo e, ormai quasi in delirio, chissà come, aveva percepito qualcuno chino sopra di lui."
L'AUTORE – Nato a Pietroburgo nel 1903, volontario a quindici anni nella Guardia bianca, Gajto Gazdanov emigrò a Parigi, dove si adattò ai mestieri più umili. Dalla metà degli anni '20 cominciò a pubblicare le sue opere, raggiungendo subito il successo. I contemporanei lo paragonarono, per forza e stile, a Proust, Kafka, Camus, Nabokov. Considerato il miglior scrittore russo dell'emigrazione europea, è morto nel 1971.
INDICE DELL'OPERA – Il fantasma di Alexander Wolf - Note del traduttore - Viaggio con un russo di Zachar Prilepin |