La politica fiscale nell'età giolittiana |
Gianni Marongiu
IL LIBRO – Con un tono generalmente minimale, si scrive che, dopo la bocciatura del progetto 'Wollemborg' (1901), la promessa riforma democratica dell'ordinamento tributario si ridusse «ad alleviare certi carichi onerosi e ingiusti sulle classi meno abbienti», DAL TESTO – "[...] l'Italia, sotto il profilo fiscale, nel 1914, era ben diversa da quella che Zanardelli e Giolitti avevano ereditato, perché tutte le diverse tipologie di tributi erano utilizzate senza alcun tabù, perché ne erano state inventate di nuove e moderne e molte di esse erano applicate con una maggiore equità. L'AUTORE – Gianni Marongiu, oggi professore emerito dell'Università di Genova, ha insegnato per quaranta anni «Diritto tributario» a Trieste, a Genova e alla Bocconi. Agli studi giuridici ha sempre accompagnato l'interesse per la storia del fisco dell'Italia unita, non limitandosi ad analizzare la disciplina sotto il profilo esegetico e tecnico-professionale, ma considerando il ruolo centrale dei tributi nel misurare l'equità degli assetti socio-economici, il consenso alle istituzioni e l'equilibrio tra i fini proclamati e i mezzi predisposti. Una migliore conoscenza di questa storia e dell'impegno profuso dalle diverse generazioni, può contribuire a irrobustire una coscienza fiscale, oggi in Italia molto flebile. INDICE DELL'OPERA – Introduzione - I. La devozione antica e profonda per la monarchia liberale e per lo Statuto (1. La fine della crisi delle libertà - 2. Le elezioni del giugno del 1900 e lo scacco del dilemma posto da Pelloux: ordine o disordine - 3. La tutela dell'ortodossia statutaria: il governo Saracco - 4. Il nuovo secolo tra la 'tregua di Dio' invocata nel 'Quid Agendum' di Sonnino – 5. ...e il programma liberale di Giolitti - 6. Lo sbocco politico della crisi: il governo Zanardelli - 7. La 'devozione antica e profonda per la monarchia liberale' e per le guarentigie individuali e collettive sancite dallo Statuto - 8. La difesa del prestigio e del ruolo del Parlamento e del governo - 9. Giolitti, l'invocato interprete di un programma innovativo - 10. Il partito socialista e la 'logomachia delle tendenze' - 11. Le voci e la forza dell'opposizione conservatrice e la replica giolittiana sul ruolo di garanzia del Parlamento e della monarchia - 12. Un governo tutore delle libertà e quindi anche di quelle di sciopero e di lavoro: la approvazione, nel 1901, del bilancio degli interni da parte dei socialisti - 13. Una più ampia tutela del lavoro alla luce di un concreto liberalismo - 14. Una maggiore protezione anche degli emigranti divenuti 'quasi cittadini' e confermatisi fragili contribuenti di cospicue risorse) - II. La riforma dei tributi tra l'ancora recente immobilismo e un rinnovato interesse per l'Europa (1. Le priorità programmatiche: uno sguardo alla immodificata struttura del sistema tributario statale... - 2 ...e alla compressa finanza locale - 3. Una necessaria precisazione sul ruolo anche della imposizione indiretta - 4. La pesante eredità di un ordinamento fiscale non riformato, stretto tra la nozione del tributo come esplicitazione del solo rapporto di sudditanza – 5. ...e lo scarso fascino dei principi statutari - 6. La difesa dell'integrità dello Statuto nella prospettiva di Zanardelli e di Giolitti - 7. Le dichiarazioni fiscali di Zanardelli e la indicazione, nuova, di un maggior onere per le classi agiate - 8. Una puntualizzazione sulle contrapposte ipotesi di imposte progressive - 9. I modelli stranieri: dall''income tax' inglese alle imposte 'sintomatiche' francesi e al novellato sistema fiscale tedesco - 10. Le iniziative del ministro delle finanze Wollemborg: un complesso disegno di riforma dei tributi erariali e locali - 11. Il loro abbandono e l'asserito tramonto di una 'fìscalità democratica' - 12. Alcuni importanti rilievi critici al progetto non ascrivibili né a pregiudizi ideologici e culturali né a resistenze conservatrici - 13. Segue: l'incompleta disciplina dei modelli accertativi - 14. La centralità della progettata (da Wollemborg) imposta personale e progressiva e la ragione delle preoccupazioni anche alla luce delle esperienze prussiana e austriaca - 15. La necessaria convivenza dei principi fiscali di proporzionalità e di progressività e le incertezze definitorie e programmatiche anche all'interno del movimento socialista - 16. Il solitario e innovativo progetto di Ivanoe Bonomi - 17. L'impatto della descritta progettualità su un tenace oppositore: la proposta di Sidney Sonnino - 18. Ancora uno sguardo all'Europa e l'influenza delle esperienze inglese e francese sulle trasmissioni "mortis causa" - 19. L'applicazione del principio di progressività all'imposta di successione: la riforma del 1902) - III. L'incidenza dell'approccio riformistico sulla fiscalità comunale e sulle diverse realtà locali e regionali (1. Le ancora recenti resistenze alla detassazione dei consumi più popolari - 2. Il loro superamento: la graduale abolizione del 'dazio' comunale sui farinacei e la riduzione dei Comuni 'chiusi' (1902) - 3. La mozione dell'opposizione agraria sul 'Mezzogiorno' - 4. La innovativa progettualità del governo Zanardelli: un 'delitto di lesa maestà' contro la tradizionale normativa unitaria? - 5. Il viaggio del presidente del Consiglio in Basilicata - 6. La rinnovata attenzione di Giolitti per le città e i progetti del movimento comunale - 7. La municipalizzazione dei servizi pubblici - 8. Le ripetute fibrillazioni all'interno del partito socialista tra l'evoluzionismo riformistico e il volontarismo rivoluzionario - 9. Le ferme precisazioni di Zanardelli sulla impossibilità di ridurre le spese militari - 10. La primavera del 1903, le nuove tensioni ingenerate dalla 'questione ferroviaria': il passaggio del socialisti alla opposizione - 11. Le manifestazioni irredentistiche e i segni di irrequietezza di Giolitti: le sue dimissioni da ministro degli Interni (11 giugno) e la fine politica e fisica di Zanardelli - 12. Il secondo governo Giolitti: la sua novità, pur nella assenza di ministri socialisti e radicali - 13. Il difficile avvio e l'enunciazione di un programma di riforme, tutte attuate, nel solco della politica interna di libertà - 14. I provvedimenti per la Basilicata - 15. La cancellazione di vecchie discriminazioni fiscali a danno delle terre e dei contadini meridionali - 16. L'abbandono dell'uniformità legislativa e l'avvio di una legislazione fiscale per lo sviluppo - 17. Le realtà urbane e l'attenzione per l'edilizia popolare - 18. Un ulteriore strumento fiscale al servizio dei Comuni - 19. L'istituzione dell'imposta locale sulle aree fabbricabili - 20. Le misure a favore della scuola elementare e la loro incidenza sulla finanza comunale) - IV. Il contributo dei governi alla pace e all'ammodernamento dell'Italia (1. Uno sguardo alla politica estera tra la tradizionale alleanza della 'Triplice' e i buoni rapporti con le altre potenze: il riavvicinamento alla Francia - 2. La fine estate del 1904 e le forti tensioni sociali: il primo sciopero generale - 3. La gestione innovativa di Giolitti e le accuse di 'inetto uomo di Stato' . 4. Le elezioni del 1904 e la ribadita linea programmatica - 5. La lettura giolittiana del travagliato mondo cattolico - 6. L'elezione a presidente della Camera del radicale Marcora e la progettata statalizzazione dell'esercizio ferroviario - 7. Il governo Fortis e l'avocazione allo Stato delle ferrovie - 8. La difficile stagione del rinnovo dei trattati di commercio stretta tra l'isolato e contrastato liberismo inglese – 9. ...e un potente protezionismo mondiale - 10. La difesa dell'agricoltura e delle industrie italiane - 11. La caduta di Fortis e il primo breve governo Sonnino: un vasto programma affidato a una eterogenea maggioranza - 12. Il terzo governo Giolitti (1906) e l'estensione del consenso per un ampio e realizzato programma riformatore - 13. Gli specifici provvedimenti fiscali di favore per le case e per le attività dei contadini meridionali - 14. Un cenno allo sviluppo industriale dell'Italia - 15. La mutata sensibilità della nuova borghesia degli affari – 16. ...e l'evoluzione delle organizzazioni sindacali - 17. Il 'buon governo' e la conversione della rendita - 18. La stabilità normativa dei tributi funzionale alla vita delle imprese - 19. Le specifiche provvidenze fiscali per lo sviluppo del Mezzogiorno: la rottura di un tabù - 20. L'attenzione del legislatore fiscale anche per le misure sociali: la consistente riduzione del dazio doganale sul petrolio - 21. Segue: la attenuazione del 'protezionismo' locale - 22. Segue: i provvedimenti per l'edilizia popolare) - V. Il rinnovato riformismo giolittiano tra tensioni e mutamenti interni e internazionali (1. L'annessione della Bosnia-Erzegovina nell'impero asburgico e la nascita, in Italia, di 'uno stato d'animo' nazionalista - 2. La prudenza, l'equilibrio e la forza, linee guida della politica estera giolittiana - 3. La crisi mondiale del 1907 e le misure del governo e della Banca d'Italia - 4. Tensioni e contrasti tra le forze politiche e sociali: l'affermazione della linea riformista - 5. Le elezioni generali del marzo 1909: il bilancio dei programmi realizzati e uno sguardo al futuro - 6. Iniziative laiche e blocchi anticlericali - 7. La partecipazione dei cattolici alle elezioni - 8. il successo elettorale dei partiti 'popolari' e le loro divisioni - 9. La riaffermata centralità del Parlamento e lo Stato quale garante della libertà e quindi anche di quella religiosa - 10. La adeguatezza militare dell'Italia quale garanzia della pace - 11. L'attenzione di Giolitti per una più vasta opinione pubblica e per i segnali della realtà internazionale - 12. La rinnovata attenzione per l'equità fiscale; la tentata riduzione della tassazione degli zuccheri - 13. L'annosa questione delle convenzioni marittime e le dimissioni di Giolitti (dicembre 1909) - 14. Dal secondo e breve governo Sonnino al propositivo governo Luzzatti - 15. Il ritorno di Giolitti e la ribadita linea liberale e profondamente riformatrice - 16. L'assunzione da parte dello Stato della istruzione elementare - 17. Il monopolio statale delle assicurazioni sulla vita - 18. Il suffragio 'quasi' universale - 19. L'impresa di Libia tra le minoritarie riserve e il generale entusiasmo patriottico - 20. Lo spiegamento di adeguate risorse voluto dal governo per la realizzazione della fatalità storica - 21. Le tensioni all'interno del mondo socialista acuite dalle preoccupazioni economiche - 22. Le elezioni del novembre 1913 e il contraccolpo del patto Gentiloni - 23. La diversa sensibilità del presidente del Consiglio attento non solo ai risultati conseguiti ma al futuro - 24. Le dimissioni di Giolitti e il primo governo Salandra - 25. La dura contestazione della stagione giolittiana e la 'politica nazionale' salandrina di fronte alle nuove, rilevanti sfide) – VI. L'evoluzione modernizzatrice del sistema tributario (1. La rincorsa dell'Italia ai paesi politicamente ed economicamente più sviluppati - 2. Le novità qualitative e quantitative dell'ordinamento fiscale italiano - 3. ...in una analisi attenta al ruolo e allo sviluppo delle città e dei Comuni - 4. Il numero e l'importanza delle funzioni esercitate dagli enti locali e in particolare dai Comuni - 5. L'onere delle spese obbligatorie e le contenute risorse fiscali quali limiti dell'azione dei Comuni: una importante precisazione per evitare letture ideologiche - 6. La sollecitazione dell'ammodernamento della fiscalità locale in autorevoli riflessioni - 7. Il quadro della fiscalità locale alla fine del secolo XIX - 8. La modestissima tassazione della ricchezza mobiliare - 9. La municipalizzazione dei servizi pubblici, gli interventi nel settore urbanistico e il potenziamento della edilizia popolare nella particolare esperienza della giunta "Nathan" a Roma - 10. Uno sguardo al vivace sviluppo economico, demografico e sociale di tante realtà urbane - 11. Il ruolo giocato dalla diminuzione delle spese obbligatorie - 12. La più certa disciplina degli impiegati comunali quale premessa di una possibile maggiore tutela del pubblico interesse - 13. Le resistenze alla utilizzazione di tutti gli strumenti fiscali comunali ancora alla fine del secolo XIX: uno sguardo alla sottovalutata imposta di famiglia - 14. La sopravvenuta, mutata sensibilità verso i tributi personali e progressivi - 15. La valorizzazione dell'imposta comunale di famiglia nelle indicazioni di Giolitti - 16. La tassa di famiglia quale modello nel progetto di riforma generale prospettata dal ministro Majorana (1905) - 17. ...e nel progetto Sonnino-Adotta (1909) anche per la possibile introduzione dell'accertamento sintetico della capacità contributiva - 18. La diffusa applicazione dell'imposta di famiglia, l'incremento sostanziale del gettito e i suoi pregi applicativi: la conferma del suo ruolo di modello - 19. La sostanziale diminuzione del peso dei tributi comunali di consumo per effetto di una provvida legislazione e di concreti aiuti dello Stato - 20. L'attenuazione complessiva dell'imposizione locale sui consumi per effetto di adeguate scelte delle diverse autonomie - 21. Il rilevante potenziamento dei Comuni con riguardo alle entrate e alle spese - 22. L'equo bilanciamento, nell'imposizione erariale e locale, tra tributi sui redditi e imposte sui consumi - 23. L'interruzione, per lo scoppio della guerra, dello sviluppo di uno Stato più partecipato, non gradito agli "antigiolittiani" di destra e di sinistra - 24. Una riflessione sulla implementazione del pluralismo istituzionale e organizzativo - 25. Gli accresciuti rapporti del liberalismo con la democrazia e con il mercato) - VII. L'Italia verso 'la grande guerra' (1. L'Europa come 'banchetto dei popoli': una espressione risorgimentale logorata dal tempo e dagli avvenimenti - 2. La 'settimana rossa' italiana e la reazione del primo governo Salandra contro il 'regno della teppa' - 3. Lo scoppio della 'grande guerra' - 4. L'affermata neutralità dell'Italia nella consapevolezza, di alcuni, della lunghezza e della durezza del conflitto - 5. L'impatto sul governo inteso a rinvigorire un'Italia definita da Salandra 'sconquassata e infiacchita' - 6. Dai governi liberal-democratici di Giolitti alla 'politica nazionale' di Salandra: un radicale mutamento dei contenuti e del linguaggio della politica - 7. L'evoluzione del nazionalismo italiano: la guerra come suprema manifestazione dello spirito e della potenza di una nazione - 8. Contrasti e divisioni nel mondo socialista - 9. I provvedimenti fiscali della primavera del 1914 - 10. Uno sguardo alle risorse mobilitate dai belligeranti - 11. La proposta, abbandonata, della istituzione di un tributo personale e progressivo e le tensioni del bilancio pubblico - 12. Gli ulteriori, possibili provvedimenti - 13. L'immutata disattenzione del secondo governo Salandra (dicembre 1914) per adeguate scelte fiscali "per non spaurire il paese" - 14. La perdurante timidezza fiscale del governo e del "côté" interventista - 15. La crescita della febbre interventista e l'avvicinamento dell'Italia alla "Triplice Intesa" - 16. Le radiose giornate del maggio 1915 e l'entrata in guerra dell'Italia - 17. La rottura del linguaggio e dei comportamenti propri di un ceto politico parlamentare - 18. Le difficoltà del governo Salandra sul versante delle risorse - 19. La fine dell'illusione della guerra breve e la incapacità propositiva del mondo interventista e nazionalista - 20. La mortificazione delle istituzioni liberali e la fine della "dittatura parlamentare" giolittiana) - Indice dei nomi |