Etruscologia Stampa E-mail

Massimo Pallottino

Etruscologia
Settima edizione


Hoepli, pagg.XX-564, € 44,90

 

pallottino etruscologia  IL LIBRO – Si presenta con questa settima edizione, profondamente rinnovato nella materia e nella struttura, un libro di lunga tradizione che ha avuto sempre buona accoglienza in Italia e fuori d'Italia, fino al punto di poter essere giudicato «an established classic» della sua materia.
  Nel quarto di secolo che separa la prima apparizione (1942) dalla sesta edizione (1968) di "Etruscologia" il suo contenuto si è più o meno sensibilmente arricchito di dati e di riferimenti bibliografici, senza per altro condurre a sostanziali alterazioni di formula e d'impianto. Ma nel corso degli anni ormai trascorsi dalla sesta edizione il quadro conoscitivo e critico della civiltà etrusca ha avuto ulteriori sorprendenti sviluppi, con un'accelerazione per molti aspetti senza precedenti.
  Riportare gli Etruschi dalla sfera di una connotazione convenzionale di isolamento e di «singolarità» - che ha nutrito la leggenda del loro mistero - e da una cognizione prevalentemente antiquaria, frammentata e superficiale ai termini definiti di un contesto storico è compito essenziale della critica moderna, già avviato, ma al quale occorre dare sempre più vigoroso impulso. A questa esigenza risponde soprattutto il rifacimento pressoché totale dei capitoli della prima parte del libro, con il tentativo di delineare un vero e proprio profilo di storia dell'Etruria dalle origini alla sua inclusione nel sistema romano. Ma il perseguimento di prospettive storiche si estende anche alle altre parti, di rassegna topografica e di trattazione sistematica dei diversi aspetti della civiltà etrusca: particolare attenzione, tra questi, l'Autore ha rivolto ai problemi del territorio, dell'economia, della società, e alle loro interdipendenze, su cui più vivace è sembrato concentrarsi l'interesse degli studiosi.

  DAL TESTO – "Particolarmente interessante è il problema delle origini del fascio littorio. La sua origine etrusca è sostenuta esplicitamente dagli scrittori di età imperiale, come SILIO ITALICO (Puniche, VIII, 483 sgg.) e FLORO (I, 1, 5). Si è già accennato al fatto che LIVIO parla di littori inviati da ciascuna città dell'Etruria al seguito del capo elettivo della comunità nazionale. La più antica rappresentazione di fasci senza scure s'incontra in un rilievo chiusino del Museo di Palermo che si data nella prima metà del V secolo a. C.; cade quindi l'ipotesi che i littori e i fasci al seguito dei magistrati etruschi nelle città federate - quali appaiono ad esempio nei sarcofagi tarquiniesi – siano una imitazione delle costumanze di Roma. Ora il caso ha voluto che, scavandosi nel 1893 una tomba arcaica della necropoli di Vetulonia, venisse alla luce un oggetto composto di più elementi di ferro ossidato nel quale I. FALCHI riconobbe un fascio formato di piccole verghe cave e di un'ascia a doppia lama. Il reperto, disgregato nella rimozione e nel trasporto, fu ricomposto nel Museo Archeologico di Firenze dove è tuttora visibile. Sono state sollevate riserve sulla forma originaria dell'oggetto e sulla sua interpretazione come un fascio: la quale è tuttavia probabile, anche se si tratta di un modellino ridotto per uso funerario e se la scure è rappresentata da una bipenne. La bipenne, quale arma di guerra o di parata, appare a Vetulonia in un'epoca contemporanea più o meno a quella della tomba (VII-VI secolo a.C.), documentata dalla stele funeraria di Avele Feluske, che rappresenta un guerriero armato. Ma la coincidenza più singolare sta nel fatto che SILIO ITALICO attribuisce proprio ai Vetuloniesi la invenzione dei fasci: avremmo in questo caso un altro fortunato esempio della corrispondenza tra tradizioni letterarie e scoperte archeologiche. È noto che l'ascia ebbe nelle civiltà orientali e del mondo mediterraneo un carattere speciale di simbolo politico e religioso: così, tra l'altro a Creta in età minoica e nella Sardegna nuragica. Nell'Italia arcaica, che è alla confluenza di varie correnti culturali mediterranee, l'accetta oltre che strumento di lavoro e di guerra è indubbiamente arma di capi: come si rileva dall'esame delle figurazioni a rilievo della situla di bronzo della Certosa a Bologna e dalle stele figurate di Larth Ninie di Fiesole e di Avele Feluske di Vetulonia. In quest'ultima si ha la presenza della bipenne, che potrebbe essere effettivamente anche un simbolo del potere. Ammettendo da un lato l'esistenza dei bastoni lignei per la fustigazione, riuniti in fascio e recati al seguito del principe nelle sue udienze giudiziarie e da un altro lato l'arma di parata del re, è possibile che si sia pensato alla loro associazione in un oggetto unico, che rappresentasse la sovranità nelle sue caratteristiche fondamentali: cioè nell'aspetto giudiziario, militare e forse anche religioso. È probabile che in origine il fascio fosse soltanto uno e che il moltiplicarsi del numero dei littori sia dovuto all'estendersi della sovranità su più territori o al moltiplicarsi dei personaggi detentori del potere supremo."

  L'AUTORE – Massimo Pallottino (1909 - 1995) fu professore all'Università di Roma, socio dell'Accademia dei Lincei e di numerose altre Accademie. Universalmente considerato come uno dei maggiori antichisti del nostro tempo, estese le sue ricerche all'archeologia, alla storia, all'arte e alla linguistica, affermandosi specialmente nell'etruscologia. In campo archeologico si deve al Pallottino la fondamentale scoperta di Pyrgi. I suoi studi storici sboccano in saggi sulle origini di Roma, che genialmente rivalutano la tradizione letteraria, mentre il libro sulle origini degli Etruschi e la sintesi tradotta in più lingue sull'etruscologia affermano la teoria della genesi di quel popolo in Italia. Sul piano storico-artistico, l'indagine sulla scuola di Vulca, che rovescia le concezioni tradizionali, è seguita dalle sintesi sulla pittura etrusca e più in generale sull'arte etrusca; in ambito romano il saggio sull'arco degli Argentari avvia un'analisi innovatrice della componente italica che ha poi la sua sintesi nell'opera generale sulle genti e le culture dell'Italia preromana; in ambito orientalistico sono fondamentali gli studi sull'orientalizzante e sull'urarteo. Infine, un lungo arco di scritti sull'etrusco apre nuove vie all'interpretazione di questa lingua. Promotore e organizzatore della ricerca, il Pallottino ha creato una fiorente scuola di allievi e ha presieduto grandi istituzioni scientifiche e culturali, operando con continuo e generoso impegno per la tutela e la valorizzazione del patrimonio archeologico in Italia e nel mondo.

  INDICE DELL'OPERA – Premessa – Abbreviazioni - Introduzione alla conoscenza del mondo etrusco (Considerazioni preliminari - Storia degli studi etruscologici - Il "mistero etrusco": mito e pseudo-scienza - Come vediamo oggi gli Etruschi) - Parte I. Gli etruschi nella storia dell'Italia e del Mediterraneo - Cap. I. L'Italia agli albori della storia (Teorie tradizionali - I dati archeologici - I dati linguistici - Possibili conclusioni sulla nascita delle strutture storiche dell'Italia antica) - Cap. II. Il problema delle origini etrusche (Stato della questione - Analisi critica della teoria della provenienza orientale - Analisi critica delle teorie della provenienza settentrionale e dell'autoctonia - Prospettive attuali: l'origine degli Etruschi come processo formativo) - Cap. III. La fioritura arcaica (Gli Etruschi sul mare: primato delle città costiere tirreniche - Estensione territoriale e sviluppo dell'Etruria interna - L'espansione etrusca in Italia: a) verso il sud / b) verso il nord - Nuovi equilibri internazionali. Gli eventi dell'area tirrenica dalla metà del VI agli inizi del V secolo - La società e la civiltà dell'Etruria arcaica: fattori, valori, riflessi) - Cap. IV. L'Etruria nel mondo italico (La crisi tirrenica. Sviluppo dei centri padano-adriatici - Le invasioni italiche e celtiche e la perdita dei territori periferici - Politica esterna ed interna delle città etrusche tra il V e il principio del III secolo – Il dominio di Roma e le sopravvivenze ed eredità dell'Etruria) - Parte II. Aspetti della civiltà etrusca - Cap. V. Città e necropoli d'Etruria (Descrizioni topografiche - Etruria meridionale - Etruria centro-settentrionale - Territori periferici - I musei) - Cap. VI. Società e istituzioni (Caratteristiche e sviluppi della società etrusca - L'organizzazione politica: città-stati e loro associazioni - Il potere e le forme istituzionali nei singoli stati) - Cap. VII. La religione (Problemi e documenti - Concezione del divino - L'al di là - Forme del culto) - Cap. VIII. Letteratura e arti (Libri etruschi - Musica e danza - Arte: i monumenti architettonici - Le opere figurate - Il problema dell'"arte etrusca") - Cap. IX. La vita e i costumi (Lettura dei monumenti figurati - L'ambiente della vita etrusca: la città e la casa - Aspetti della vita, economia, tecnica - Armi e abbigliamento) - Parte III. Il problema della lingua - Cap. X. Impostazione del problema (Premessa generale - I precedenti della ricerca - Nuovi orientamenti e sviluppi) - Cap. XI. I testi etruschi e la loro interpretazione (Il materiale: entità e caratteristiche delle testimonianze superstiti: - a) documentazione diretta / b) documentazione indiretta - Il processo interpretativo - Testi commentati) - Cap. XII. Le conoscenze linguistiche (Gli elementi dell'espressione: segni e suoni - La struttura grammaticale: forme, funzioni, sintassi - Lessico e onomastica - Considerazioni sulla posizione linguistica dell'etrusco, sulle sue origini e sulla sua evoluzione - Appendice: saggio di vocabolario) - Bibliografia generale - Indice delle illustrazioni con i relativi riferimenti (I. Figure nel testo - II. Tavole fuori testo) - Indici analitici (I. Soggetti storici e geografici - II. Nomi degli autori: I. Autori antichi - 2. Autori moderni) - Tavole