Storia del pensiero liberale |
Giuseppe Bedeschi
IL LIBRO – Il liberalismo è un'idea controversa: la parola (nel suo significato attuale) è entrata nel linguaggio politico solo nella prima metà dell'Ottocento; inoltre ci sono state diverse correnti di pensiero liberale. In questo libro Bedeschi sviluppa un'ampia indagine storico-dottrinale: approfondisce in primo luogo i presupposti sociali e culturali del liberalismo (in autori come Locke, Montesquieu, Smith, Kant, Humboldt); espone e discute il liberalismo francese nell'età della Restaurazione (i "dottrinari", Constant); approfondisce il rapporto fra liberalismo e democrazia in Tocqueville e in Mill; esamina i grandi pensatori liberali del Novecento (Kelsen, Croce, Popper, von Hayek, Aron). Ne esce un quadro assai variegato e complesso, che evidenzia sia le peculiarità dei singoli pensatori liberali, sia il loro convergere su alcuni motivi di fondo, che sono ancora al centro della nostra cultura politica. DAL TESTO – "[...] anche quando si dice che non c'è stato un solo liberalismo, e che ci sono stati in realtà molti liberalismi, l'uso stesso del sostantivo (sia pure al plurale) non denota qualcosa di comune che ne giustifica l'uso? Se non fosse così, tanto varrebbe rinunciare alla stessa parola "liberalismo", espungerla dal lessico filosofico-politico: ma questo nessuno osa proporre. Dopotutto, ci possono essere delle democrazie che si definiscono tali perché in esse la maggioranza del popolo si riconosce nel partito o nel gruppo di partiti al potere (e il popolo manifesta tale riconoscimento per mezzo di plebisciti), ma che nessuno si sognerebbe mai di definire liberal-democrazie, perché in esse le minoranze dissenzienti non sono sufficientemente garantite e tutelate. Ancora: nel linguaggio politico corrente si dice che noi europei viviamo in società liberal-democratiche. Dove l'aggettivo "liberale" è assai importante, sia per quel che include (il rigoroso rispetto dei diritti e delle sfere individuali da parte dei pubblici poteri, nonché la libertà di esprimere le proprie opinioni e di organizzarsi in associazioni e in partiti per tradurle nella realtà), sia per quel che esclude (per esempio, non viviamo in democrazie plebiscitarie). L'AUTORE – Giuseppe Bedeschi è professore emerito di Storia della filosofia nell'Università La Sapienza di Roma. Fra le sue opere: "Storia del pensiero liberale" (Roma-Bari, 2003, 6a edizione), "La fabbrica delle ideologie. Il pensiero politico italiano del Novecento" (Roma-Bari, 2002), "Liberalismo vero e falso" (Firenze, 2008), "Introduzione a Marx" (Roma-Bari, 2007, 11a edizione), "Introduzione alla Scuola di Francoforte" (Roma-Bari, 2008, 7a edizione), "Il rifiuto della modernità. Saggio su Jean-Jacques Rousseau" (Firenze, 2011, 2a edizione). INDICE DELL'OPERA – Introduzione - Prima parte. I presupposti intellettuali del liberalismo - 1. Locke. I diritti fondamentali degli uomini: vita, libertà, averi - 2. Montesquieu. Occorre che il potere freni il potere - 3. Il liberalismo economico di Adam Smith – 4. Kant. Una società che faccia valere universalmente il diritto - 5. Humboldt. I limiti dello stato - Seconda parte. I liberali francesi nell'età della Restaurazione - 1. I "dottrinari" - 2. Constant. La libertà dei moderni - Terza parte. Liberalismo e democrazia in Tocqueville e in Mill - 1. Tocqueville. La democrazia può uccidere la libertà - 2. John Stuart Mill. Elogio della varietà e del dissenso - Quarta parte. Il pensiero liberale fra le due guerre - 1. Kelsen. Lo stato è l'ordinamento giuridico - 2. Croce. La storia è storia della libertà - 3. Tra Croce ed Einaudi - 4. De Ruggiero. Diversità di mentalità fra liberalismo e democrazia - Quinta parte. Il pensiero liberale dopo la seconda guerra mondiale - 1. Popper. Società aperta e razionalismo critico - 2. Von Hayek. La società libera - 3. Il neo-elitismo di Aron - Indice dei nomi |