Giovanni Verga
I Malavoglia
Garzanti Libri, pagg. LXXVII-279, € 8,50
IL LIBRO – Nei "Malavoglia", il romanzo verista per antonomasia, Verga si immerge nel microcosmo di Aci Trezza, nella comunità che sta attorno ai protagonisti e si confronta con i miti di quell'umanità elementare: la religione della famiglia incarnata dal patriarca, il biblico padron 'Ntoni, ed ereditata dal mite Alessi; l'ideale dell'ostrica come difesa dall'urto della marea, da cui tutti gli eroi del romanzo sono investiti dopo il naufragio della Provvidenze, la vaghezza dell'ignoto, che getta gli inquieti, il giovane 'Ntoni e la sorella Lia, in bocca al mondo, "pesce vorace" che inghiotte coloro che spezzano il vincolo tutelare delle origini. Ma nel capolavoro verghiano la letteratura compie il suo miracolo: quello di trasformare la storia della piccola comunità siciliana in un'epopea popolare di straordinaria modernità.
DAL TESTO – "Padron 'Ntoni invece non lo conosceva neanche di vista Franceschello, e badava agli affari suoi, e soleva dire: «Chi ha carico di casa non può dormire quando vuole» perché «chi manda ha da dar conto». "Nel dicembre 1863, 'Ntoni, il maggiore dei nipoti, era stato chiamato per la leva di mare. Padron 'Ntoni allora era corso dai pezzi grossi del paese, che son quelli che possono aiutarci. Ma don Giammaria, il vicario, gli avea risposto che gli stava bene e questo era il frutto di quella rivoluzione di satanasso che avevano fatto collo sciorinare il fazzoletto tricolore dal campanile. Invece don Franco lo speziale si metteva a ridere fra i peli della barbona, e gli giurava fregandosi le mani che se arrivavano a mettere assieme un po' di repubblica, tutti quelli della leva e delle tasse li avrebbero presi a calci nel sedere, ché soldati non ce ne sarebbero stati più, e invece tutti sarebbero andati alla guerra, se bisognava. Allora padron 'Ntoni lo pregava e lo strapregava per l'amor di Dio di fargliela presto la repubblica, prima che suo nipote 'Ntoni andasse soldato, come se don Franco ce l'avesse in tasca; tanto che lo speziale finì coll'andare in collera. Allora don Silvestro il segretario si smascellava dalle risa a quei discorsi, e finalmente disse lui che con un certo gruzzoletto fatto scivolare in tasca a tale e tal altra persona che sapeva lui, avrebbero saputo trovare a suo nipote un difetto da riformarlo. Per disgrazia il ragazzo era fatto con coscienza, come se ne fabbricano ancora ad Aci Trezza, e il dottore della leva, quando si vide dinanzi quel pezzo di giovanotto, gli disse che aveva il difetto di esser piantato come un pilastro su quei piedacci che sembravano pale di ficodindia; ma i piedi fatti a pala di ficodindia ci stanno meglio degli stivalini stretti sul ponte di una corazzata, in certe giornataccie; e perciò si presero 'Ntoni senza dire «permettete». La Longa, mentre i coscritti erano condotti in quartiere, trottando trafelata accanto al passo lungo del figliuolo, gli andava raccomandando di tenersi sempre sul petto l'abitino della Madonna e di mandare le notizie ogni volta che tornava qualche conoscente dalla città, che poi gli avrebbero mandati i soldi per la carta."
L'AUTORE – Giovanni Verga nacque nel 1840 a Catania. Nel 1865 fu a Firenze e successivamente a Milano, dove venne a contatto con gli ambienti letterari del tardo Romanticismo. Il ritorno in Sicilia e l'incontro con la dura realtà meridionale indirizzarono dal 1875 la sua produzione più matura all'analisi oggettiva e alla resa narrativa di tale realtà. Considerato il maggior esponente del verismo, morì a Catania nel 1922.
INDICE DELL'OPERA – Giovanni Verga: la vita; profilo storico-critico dell'autore e dell'opera; guida bibliografica - I Malavoglia – Introduzione - Capitolo I - Capitolo II - Capitolo III - Capitolo IV - Capitolo V - Capitolo VI - Capitolo VII - Capitolo VIII - Capitolo IX - Capitolo X - Capitolo XI - Capitolo XII - Capitolo XIII - Capitolo XIV - Capitolo XV |