L’ingerenza umanitaria nel diritto internazionale |
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Dimitris Liakopoulos
DAL TESTO – "Sicuramente la Comunità Internazionale, rappresentata dalle NU, vive oggi un processo di trasformazione che si ricollega al complesso rapporto tra norme di diritto internazionale ritenute fondamentali e il modo di essere e funzionare dell'ONU. Questo processo si trova ora al limite tra la legalità (interventi autorizzati dal Consiglio evidentemente permessi, almeno quando siano giustificati dall'esistenza di una minaccia alla pace), e l'illegalità (ingerenza umanitaria unilaterale degli Stati, che resterebbero in ogni caso vietati). Naturalmente è preferibile la prima categoria di ingerenze, ma sicuramente non me la sento di condannare questo o quell'altro Stato per aver impedito un altro olocausto, anche se l'intervento non fosse del tutto disinteressato." L'AUTORE – Dimitris Liakopoulos è docente di diritto dell'Unione europea e diritto internazionale presso l'Università della Tuscia e avvocato cassazionista. INDICE DELL'OPERA – Introduzione. Piano dell'indagine - Parte prima - Capitolo I. L'ingerenza umanitaria unilaterale tra la dottrina e la prassi (1. Il significato giuridico di ingerenza umanitaria - 2. Grozio: L'origine dell'ingerenza umanitaria - 3. L'ingerenza umanitaria prima dell'entrata in vigore della Carta delle Nazioni Unite - 4. L'ingerenza umanitaria nell'era delle Nazioni Unite - 5. La prassi degli Stati - 6. L'intervento dell'Arabia Saudita a Yemen (1963) - 7. L'intervento dell'India in Pakistan orientale (1971) - 8. Il conflitto tra Vietnam e Cambogia (1978) - 9. L'intervento della Tanzania in Uganda (1979) - 10. L'intervento statunitense a Grenada (1983) - 11. L'intervento dell'India in Sri Lanka (1987) - 12. L'intervento degli Stati Uniti in Panama (1989) - 13. Alcune considerazioni conclusive sulla prassi esaminata) - Capitolo II. Ingerenza umanitaria e diritto internazionale umanitario (1. Diritto internazionale umanitario e ingerenza umanitaria - 2. L'assistenza umanitaria nell'ambito dell'ingerenza umanitaria - 3. L'assistenza umanitaria e la teoria del consenso - 4. Limiti della liceità dell'ingerenza umanitaria per la protezione delle popolazioni civili interessate dai conflitti armati - 5. Principio di proporzionalità dell'intervento rispetto ai valori minacciati dal conflitto - 6. Dovere di diritto di ingerenza per la protezione delle vittime di conflitti armati, degli Stati e delle Organizzazioni Internazionali governative e non governative) - Capitolo III. L'ingerenza umanitaria collettiva nella prassi recente - Sezione prima (1. Il divieto dell'uso della forza e l'ingerenza umanitaria - 2. Le giustificazioni dell'uso della forza in base all'articolo 51 della Carta dell'ONU - 3. Il principio di «non ingerenza» - 4. Il principio della domestic jurisdiction - 5. (Segue): La competenza a decidere l'applicazione o non dell'articolo 2, paragrafo 7 della Carta - 6. (Segue): L'eccezione al principio del dominio riservato prevista dall'ultima parte dell'articolo 2, paragrafo 7 - 7. La tutela dei diritti dell'uomo: Norme jus cogens - 8. (Segue): Norme jus cogens in contrasto con i Trattati internazionali - 9. (Segue): Il problema della determinazione del contenuto dello jus cogens - 10. (Segue). Altre norme imperative del diritto internazionale generale - 11. Le garanzie del diritto internazionale umanitario) - Sezione seconda (12. L'ingerenza umanitaria collettiva nella prassi recente. Principi generali - 13. La prima guerra al Golfo e l'operazione «Provide Comfort» (1990) - 14. L'emergenza umanitaria in Bosnia Erzegovina (1991) - 15. L'operazione «Restore Hope» in Somalia (1992) - 16. L'operazione «Tourquoise» in Ruanda (1993) - 17. L'intervento in Haiti (1994) - 18. Il caso del Kosovo (1999) - 19. (Segue): Il cοnfronto con Timor orientale (1999)) - Sezione terza (20. Il caso dell'Iraq. Ritorno al multilateralismo collettivo (2003) - 21. (Segue): Regole di acceso e nuovo sistema di ispezioni previsto dalla Risoluzione ONU, n. 1441 - 22. (Segue): La liceità dell'intervento ai sensi della Carta delle Nazioni Unite e l'autorizzazione del Consiglio di Sicurezza - 23. (Segue): Self-defense preventiva - 24. (Segue): Il possesso di armi di distruzione di massa: Caratteristiche speciali di «law of arms control» - 25. (Segue): Guerra in Iraq: Unilateralismo ed obblighi erga omnes - 26. (Segue): Ingerenza umanitaria come atto di aggressione - 27. (Segue): Il programma Oil for Food - 28. (Segue): Il Developmet Fund for Iraq (DPI) - 29. (Segue): La Risoluzione n. 1483: Una soluzione di compromesso - 30. (Segue): La Risoluzione n. 1500 e la creazione dell'UNAMI - 31. (Segue): L'approvazione della Risoluzione 1511 del 16 ottobre 2003 - 32. (Segue): Il valore giuridico della forza multifunzionale per l'Iraq - 33. (Segue): L'approvazione della Risoluzione n. 1546 dell'8 giugno 2004 - 34. (Segue): Lo status legale delle Forze della Coalizione dopo il 30 giugno 2004 - 35. (Segue): L'approvazione della Risoluzione n. 1557 del 12 agosto 2004) - Sezione quarta (36. Il ruolo delle Nazioni Unite nella diplomazia preventiva - 37. (Segue): I poteri politici del Segretario generale delle Nazioni Unite - 38. (Segue): Azione preventiva a breve e lungo termine - 39. (Segue): Il preventive deployment - 40. (Segue): L'early warning come strumento di azione preventiva - 41. (Segue): Le commissioni fact-finding come strumenti della diplomazia preventiva - 42. Il caso del Libano. Lotte per un riconoscimento internazionale (2006)) - Capitolo IV. La problematica dell'attuale prassi delle Nazioni Unite - Sezione prima (1. Emergenza umanitaria e minaccia per la pace e la sicurezza internazionale - 2. Inoperattività del sistema di sicurezza collettiva - 3. I limiti delle operazioni di pace - 4. «L'autorizzazione» all'uso delle forza da parte degli Stati membri delle Nazioni Uniti - 5. Umanitarismo e/o intervenzionismo - 6. Le alternative per rendere necessaria l'ingerenza umanitaria) - Sezione seconda (7. Il ruolo delle Nazioni Unite nel mantenimento della pace in Africa. Un case study: Il caso del Congo - 8. (Segue): Le operazioni di peacekeeping multifunzionali e l'azione a favore della democratizzazione - 9. (Segue): La polizia civile delle Nazioni Unite (UNCIVPOL) - 10. (Segue): Meccanismi per la prevenzione, la gestione e la soluzione dei conflitti delle principali organizzazioni regionali e sub-regionali africane (OUA/AU, ECOWAS e SADC) - 11. (Segue): La prassi più recente: La cooperazione regionale nell'ambito delle odierne missioni delle Nazioni Unite in Africa - 12. (Segue): La prima fase dell'operazione MONUC e le violazioni al cessate il fuoco - 13. (Segue): La seconda fase della MONUC: Assetto dell'operazione e sua attuazione - 14. (Segue): La terza fase della MONUC: La complessità del processo di disarmo, smobilitazione e reintegrazione) - Capitolo V. L'aspetto morale dell'ingerenza umanitaria (1. Una giustificazione morale per l'ingerenza umanitaria - 2. Il contributo della Santa Sede - 3. Ingerenza o intervento umanitario? - 4. Il rapporto delle sanzioni economiche con l'ingerenza umanitaria) - Parte seconda - Capitolo VI. L'organizzazione dell'ingerenza umanitaria nel diritto comunitario - Sezione prima (1. Introduzione - 2. Evoluzione giuridica della politica di aiuto allo sviluppo nel diritto comunitario - 3. Il ruolo della «Riforma Relex» all'interno della politica di sviluppo e assistenza esterna dell'Unione europea - 4. La politica di aiuto umanitario nel diritto comunitario - 5. (Segue): L'aiuto alimentare nelle zone di crisi - 6. La necessità di un ufficio umanitario nell'ambito comunitario - 7. (Segue): Il Regolamento 1257/96 - 8. Il mandato di ECHO - 9. «Disaster preparedness» e prevenzione - 10. Gli obiettivi di ECHO - 10.1. Efficienza dell'aiuto umanitario - 10.2. Credibilità e visibilità dell'Unione europea - 11. Il contratto quadro di partenariato (CQP) - 12. Il parere della Corte dei Conti. Le risposte della Commissione - 13. Il rapporto di ECHO con le Nazioni Unite - 14. ECHO e i partner: Problematiche da risolvere - 15. Le missioni Petersberg e le peacekeeping operations europee - 16. L'Unione europea e la gestione civile delle crisi - 17. (Segue): La gestione militare delle crisi - 18. (Segue): Missioni umanitarie) - Sezione seconda (19. La crisi dei Grandi Laghi e l'intervento della Comunità europea - 20. (Segue): La crisi ruandese dietro la facciata dello Zaire - 21. (Segue): La crisi a Burundi - 22. L'intervento dell'Unione europea in Ruanda, Burundi e nella Repubblica Democratica del Congo - 23. Considerazioni conclusive) - Osservazioni conclusive – Bibliografia - Collezioni |