Storia dell'Inquisizione in Italia Stampa E-mail

Christopher F. Black

Storia dell'Inquisizione in Italia
Tribunali, eretici, censura


Carocci Editore, pagg.485, € 35,00

 

black inquisizione  IL LIBRO – Una nuova storia dell'Inquisizione in Italia dall'istituzione del Sant'Uffizio nel 1542 per opera di papa Paolo III alla fine del XVIII secolo. Le procedure, le vittime, i processi più significativi, il fenomeno della censura e il confronto con l'Inquisizione spagnola vengono ripercorsi in questo libro – che non ha mancato di suscitare accesi dibattiti in Italia e all'estero – con particolare attenzione all'ingombrante sistema di comando. Partendo da alcuni casi emblematici, Christopher Black racconta in modo vivace e coinvolgente quale sia stato il ruolo che questa famosa – per alcuni famigerata – istituzione ha svolto nella vita religiosa e sociale italiana, sfatando alcuni pregiudizi legati alla "leggenda nera" che ancora circonfonde l'immagine vulgata dell'Inquisizione.

  DAL TESTO – "L'Inquisizione romana prese vita dall'Inquisizione "medievale", che aveva conosciuto forme di controllo locale, in alcune zone dove gli inquisitori e i vescovi, nel XV secolo, avevano unito le loro forze dirigendole in particolare contro i catari e i valdesi e finendo col tempo per infangare la reputazione dei domenicani. La nuova Inquisizione, nata nel 1542, si sviluppò da questi precedenti e dalle nuove sfide della Riforma protestante. I suoi primi passi furono confusi e controversi, agitati dai conflitti tra i cardinali di Roma - gli zelanti contro i moderati - e tra le fazioni più intransigenti e alcuni papi dall'approccio più "morbido" (come Paolo III e Pio IV). L'ampliamento del raggio d'azione, a partire dal cuore dello Stato Pontificio, andò incontro negli altri stati italiani a diversi atteggiamenti: la Repubblica di Lucca, per esempio, rifiutò l'insediamento di un tribunale sotto il controllo di Roma, mentre la Repubblica di Venezia insisteva nel chiedere una netta divisione dei poteri. La disputa irrisolvibile con la Spagna per il Regno di Napoli impedì di stabilire un chiaro sistema inquisitoriale in quella regione, e Roma dovette accontentarsi di infiltrarsi e collaborare con i poteri episcopali, un metodo che prolungava il sistema medievale. Tuttavia, non fu solo nel Regno di Napoli che il vescovato continuò a esercitare un ruolo nella difesa della fede e nel controllo delle eresie. Dal momento che molti vescovi, tra il 1520 e il 1570 circa, abbracciarono alcune idee di "riforma" - sia quelle del Nord Europa che quelle ibride dei valdesiani e degli altri "spirituali" o quelle di ispirazione evangelica -, gli stessi vescovi desideravano porre un freno alla severità degli inquisitori e limitarne l'intrusione nelle credenze personali. Da allora in poi le relazioni tra vescovi e inquisitori variarono a seconda della località, oscillando dalla cooperazione all'animosità, come si è visto in particolare nei casi di Ancona e Mantova. Le relazioni tra il centro e la periferia sono state illustrate dalla corrispondenza degli inquisitori di Ancona, Bologna, Mantova e Napoli con i supervisori e i cardinali di Roma. In molte zone i vescovi, e i nunzi nell'Italia settentrionale, condividevano le responsabilità nel controllare le questioni in materia di fede. Gli inquisitori, sia dell'Inquisizione italiana sia di quella spagnola, non avevano perciò il monopolio del controllo sulla fede."
  "Il nostro studio sulle procedure inquisitoriali mostra che queste non erano sempre punitive e non seguivano necessariamente uno schema gerarchico. Gli inquisitori potevano anche essere aperti su alcune questioni, essere sorpresi e incerti su come proseguire e provare compassione per le convinzioni erronee che derivavano dall'ignoranza. La rieducazione giocava un ruolo importante almeno quanto la punizione, e questo fu ancora più evidente dopo la sconfitta del "luteranesimo" (interpretato in senso ampio) e del valdesianesimo. Alcuni imputati decisero di propugnare e difendere le loro tesi (e non solo perché desideravano il martirio). I presunti rei e i testimoni svilupparono anche, è ovvio, delle strategie per mitigare la loro posizione ed evitare accuse più pesanti ammettendo magari alcuni reati minori. La pubblica reputazione, la fama, insieme alla posizione sociale di un imputato, potevano certamente influenzare l'orientamento e le decisioni degli inquisitori e il tipo di punizione. Sia gli imputati che i delatori talvolta inventavano storie improbabili o addirittura impossibili, per effetto di strategie consapevoli o indotte da disturbi mentali, trance, speranze, malizia, frustrazione sessuale, malnutrizione e droghe. Abbiamo fornito un lungo elenco di accuse e confessioni - alcune scioccanti, altre divertenti - per rendere comprensibili le credenze diffuse in quel determinato periodo e quello che gli inquisitori dovevano valutare per stabilire se fosse, di volta in volta, vero o falso, diabolico, santo o deviante."

  L'AUTORE – Christopher F. Black è professore onorario di Storia italiana alla Glasgow University. In italiano ha già pubblicato "Le Confraternite italiane del Cinquecento" (Rizzoli, 1992).

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione all'edizione italiana – Premessa – Ringraziamenti – Glossario - 1. L'instaurazione dell'Inquisizione romana nel 1542 (Che cos'è l'Inquisizione? - L'Inquisizione medievale: il preludio all'Inquisizione romana del 1542 - L'Inquisizione spagnola - Le nuove eresie e i primi tentativi di persecuzione in Italia - Il cardinale Gian Pietro Carafa e la Bolla del 1542) - 2. Il Sant'Uffizio romano e i tribunali locali (La Bolla di fondazione e l'inizio delle attività a Roma - La Congregazione romana e l'attività ordinaria - I tribunali locali e il controllo centrale – Toscana – Piemonte - Venezia e la Repubblica veneziana - Lombardia e Milano – Lucca - Il Regno di Napoli – Malta - Le ramificazioni spagnole: la Sicilia e la Sardegna - Sviluppi successivi dell'Inquisizione romana: lo stile dell'Inquisizione - La chiusura dei tribunali dell'Inquisizione italiana) - 3. Come funzionavano i tribunali (Lo schema del processo - Processo sommario contro processo formale; "spontanee comparizioni" - I notai e i verbali - I manuali - Le denunce - Confessioni e confessori - Ammissioni e confessioni al tribunale - La difesa - La tortura - Le abiure e le sentenze - L'intervento di Roma nelle sentenze - L'abitello o il sanbenito - Procedure e punizioni diverse sotto uno stesso inquisitore - Le sentenze di morte - Il personale) - 4. Come lavoravano gli inquisitori (La gestione dei tribunali e il complesso delle attività - Fra Elisio Masini, inquisitore ad Ancona - Opposizioni e impedimenti - L'Inquisizione ad Ancona e le relazioni con i vescovi - La cooperazione e il più ampio sostegno del sistema episcopale - Lo scambio tra Roma e i tribunali locali - Il supporto delle confraternite laiche - Le confraternite e i problemi siciliani) - 5. Il momento di Carnesecchi - 6. Diversi e nuovi obiettivi (Le tabelle delle accuse, dei casi e delle sentenze - Una panoramica sulle accuse e sulle sentenze di morte – Blasfemia - La sollecitazione e altri reati sessuali del clero - Condotte miscredenti - Conversioni e riconciliazioni - Ebrei convertiti, cristiani giudaizzanti e le interazioni tra le fedi - Relazioni sessuali tra cristiani e non cristiani - Musulmani convertiti - Il problema delle "sante vive" e dei "perfetti") - 7. La censura (La censura dei libri e gli Indici - Gli Indici e i loro obiettivi - L'allargamento delle strategie dell'Indice - Le Bibbie in volgare - L'attacco alla letteratura ebraica - Cacce ai libri e roghi locali - L'attacco ai filosofi e alla nuova scienza - Giordano Bruno e i compagni di prigionia - Galileo e l'Inquisizione - La censura veneziana: politica, licenziosità e libertà - L'Illuminismo e le battaglie del XVIII secolo) - 8. Gli inquisitori, gli accusati e i testimoni (L'interrogatorio e il comportamento dell'inquisitore con rei e testimoni - La gestione di una denuncia complessa: Cristina Collarina - Il comportamento degli indiziati nei confronti dell'Inquisizione - Negoziare le riconciliazioni - Gli accusati e i loro parenti; accusatori e testimoni - La tortura: un inquisitore e un accusato a confronto - Un accusato controbatte le accuse - Gli inquisitori e gli imputati: lo status, la reputazione e la "fama" - La fama locale: il caso di Aurora Gemma e Marco da Domo) - 9. Il mondo della stregoneria, della superstizione e della magia (Giocando con il diavolo: le attività collettive, immaginarie o reali? - I "benandanti" e le "donne di fora" - Giocando con il diavolo: i singoli individui - Guarire e far male - La magia d'amore - Pratiche magiche assortite) - 10. Conclusioni - Appendice. Tabelle delle categorie dei reati e dei casi – Note – Bibliografia - Indice analitico