Autobiografia del primo fascismo Stampa E-mail

Cristina Baldassini

Autobiografia del primo fascismo
Ideologia politica, mentalità, memoria


Rubbettino, pagg.279, € 19,00

 

baldassini autobiografia  IL LIBRO – Il volume analizza l'ideologia politica e la mentalità del primo fascismo utilizzando, per la prima volta in modo completo e sistematico, le autobiografie pubblicate dai diretti protagonisti: sia da quanti ebbero un ruolo di rilievo sia da quei fascisti «qualunque» che affidarono alla pagina scritta il ricordo della loro esperienza. In tal modo l'autrice aggiunge molti nuovi elementi alla conoscenza del fascismo dal punto di vista politico-ideologico, confermando in particolare il rapporto problematico della componente squadrista nei confronti dei vertici e delle gerarchie del regime. Contemporaneamente la sua analisi dei testi mostra come la memoria fascista delle origini si sia modificata nel corso del tempo, soprattutto nel passaggio dagli anni della dittatura al periodo successivo al 1945.

  DAL TESTO – "[...] nella memorialistica post-Conciliazione, la rivoluzione fascista era considerata «una cosa santa, voluta da Dio, e da tutto il popolo ìtalìano», per liberare città e paesi dalla barbarie rossa che aveva oltraggiato la vittoria e i combattenti. In un testo del 1934 i mutilati di guerra venivano paragonati ai primi martiri cristiani: essi, vi si legge, erano costretti a celare le ferite «sotto l'ombra dei poveri panni» per non esporle al dileggio, «come i cristiani primitivi l'Ostia Consacrata, o le Reliquie dei Martiri». Non manca l'accostamento tra l'idea fascista e l'immagine della Madonna: scriveva Riccardi che, dopo «l'opera di disinfezione» compiuta dagli squadristi a Urbino, «Trionfava, così, bella come il volto di madonna raffaellesca, l'idea fascista». In questa visione, gli squadristi caduti negli scontri con l'avversario erano in grazia di Dio. A testimoniarlo erano «i loro volti [... ] atteggiati a una serenità commovente», nonostante «Le ferite che laceravano le loro carni», scriveva sempre Riccardi nel 1940, ricordando i corpi di due giovani «caduti ancora caldi», adagiati sopra i tavoli della sede del fascio di Fossombrone. «Solo chi e assai vicino a Dio - aggiungeva - può morire così senza le orrende smorfie del dolore che fanno ancora più brutta la morte». Diversamente, i «caporioni rossi» avrebbero dovuto rispondere delle loro azioni al cospetto di Dio. Immaginava Gallian che anche gli squadristi, dopo la morte, si sarebbero ritrovati dinanzi a Dio, per domandargli: «"Eccomi, sono squadrista; dove vado?"». La domanda restava in realtà senza risposta, ma la si può intuire dal resto dello scritto: non all'Inferno, e neppure in Purgatorio. Nei ricordi di Gallian, infatti, gli squadristi non avevano gravi peccati da espiare: non erano stati né ladri, «quando erano andati dentro case e ville e palazzi a ricercare la preda politica e portarla al covo», né mai «saccheggiatori di donne». Neppure di quelle donne, precisava, che a Sarzana avevano fatto scempio dei corpi dei fascisti. Al più, gli squadristi avrebbero continuato a essere una «masnada fuori legge anche in Paradiso, gente da galera anche lassù nel sorriso di Dio e di Mussolini». E ancora, immaginava: «I santi ci guarderanno in cagnesco; i beati saranno presi da certa agitazione; i cherubini e i serafini armati ci invidieranno; il demonio distrutto da noi, al solo nostro apparire, ci guarderà ché gli togliemmo il mestiere, per apparire, noi, angeli ritornati al Padre, senz'ali magari»."

  L'AUTRICE – Cristina Baldassini ha conseguito un dottorato di ricerca presso l'Università di Bologna e collabora da alcuni anni con il Dipartimento di Scienze politiche dell'Università di Perugia. Oltre a vari saggi in riviste e testi collettanei, per i tipi di Rubbettino ha pubblicato "L'ombra di Mussolini. L'Italia moderata e la memoria del fascismo (1945-1960)", 2008 (premio Minturno) e ha curato il volume "28 ottobre 1922. Storia e memoria di una conquista del potere", 2013.

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione - 1. Dalla guerra al fascismo (1.1. Un triste ritorno - 1.2. Sedotti dalla guerra - 1.3. Il mito delle origini - 1.4. «Perché aderii al fascismo») - 2. Autoritratto dello squadrismo (2.1. Squadristi e «sovversivi» - 2.2. La violenza ricordata - 2.3. I «giorni di gita e di rissa» - 2.4. «Mamma non piangere...» - 2.5. Lo squadrismo e la religione) - 3. Dall'impresa di Fiume alla marcia su Roma (3.1. Cuore di legionario - 3.2. D'Annunzio e Mussolini - 3.3. Da movimento a partito - 3.4. Il ricordo della marcia su Roma) - Elenco delle memorie - Indice dei nomi