Piccola storia dei Longobardi di Benevento |
Erchemperto
IL LIBRO – I Longobardi dell'Italia meridionale riuscirono ad evitare la sottomissione a Carlo Magno e a creare l'indipendente Principato di Benevento. Ma l'esasperata rivalità delle fazioni e gli interessi delle aristocrazie locali segnarono la storia del Principato fino alla frantumazione di quell'unità politica. Il contemporaneo indebolimento dell'Impero di Bisanzio consentì ai musulmani d'impadronirsi della Sicilia e d'insediarsi in alcune zone del Meridione: da lì condussero devastanti incursioni. Vittima illustre ne fu Montecassino. Alla fine del IX secolo il monaco cassinese Erchemperto raccontò la storia di questo travagliato periodo sottolineando le gravi responsabilità dei governanti longobardi, che avevano condotto alla rovina il loro mondo. Così lo scrittore sperò che la descrizione di quei tragici eventi servisse da lezione per le future generazioni. DAL TESTO – "[...] la Piccola Storia dei Longobardi di Benevento rappresenta la testimonianza di un autore non legato ad alcun centro di potere secolare, il quale, seppur con qualche comprensibile titubanza nei confronti di personaggi a lui contemporanei, non temette di fornire una spietata e ben congegnata descrizione della decadenza dei Longobardi dell'Italia meridionale, che esamina punto per punto il disfacimento di ogni parte di quel mondo, dalla famiglia fino alle istituzioni politiche e che evidenzia la grande preoccupazione con cui la comunità cassinese aveva vissuto la tragica crisi del Mezzogiorno longobardo. Al tempo stesso Erchemperto dimostra di non essere caratterizzato da un pessimismo totale e si dichiara fiducioso del fatto che le tragiche storie da lui narrate possano essere d'esempio e monito per le generazioni future. Rivendica inoltre fieramente il suo essere Longobardo - identità che emerge nei rari momenti in cui i suoi compatrioti riuscirono a dimostrare di sapere ancora essere dei veri Longobardi -, ponendosi così in sintonia con l'atteggiamento mentale emerso nella Langobardia meridionale dopo il 774, che aveva mirato a sottolineare «l'orgoglio di essere Longobardi» e che fu utilizzato dalle élites dei Longobardi del Mezzogiorno per mantenere e giustificare la loro indipendenza. Il suo rancore, espresso mediante un'attenta strategia narrativa e un aspro linguaggio, che non trovano paralleli negli altri cronisti alto medievali italiani, è proprio dovuto all'inettitudine dei membri delle élites, i quali, troppo occupati a difendere i loro piccoli meschini interessi, non avevano voluto seguire il fulgido esempio dei governanti dell'età dell'oro del principato di Benevento e avevano perciò tradito la loro missione, ponendo così fine all'unità della Langobardia meridionale e portando inevitabilmente alla rovina i loro compatrioti. In un quadro di questo tipo spicca l'assenza di una dettagliata descrizione dell'evento più funesto per la comunità cassinese, ossia la distruzione di Montecassino ad opera dei musulmani nell'883 durante la quale l'abate Bertario fu ucciso. Essa avrebbe potuto fornire all'autore un'ulteriore opportunità per stigmatizzare il comportamento delle élites longobarde che aveva fatto sì che la più importante abbazia dell'Italia meridionale, nonché il luogo di nascita del monachesimo occidentale, fosse stata profanata in quella maniera. Agli inizi del dodicesimo secolo, l'autore cassinese Pietro Diacono scrisse che Erchemperto aveva composto un'opera sulla distruzione di Montecassino compiuta dai musulmani. L'esistenza di altri testi cronachistici di Erchemperto è stata posta in dubbio, ma anche in tale caso la mancata menzione di questo episodio nella Piccola Storia dei Longobardi di Benevento appare molto strana. Da quanto si può dedurre dall'unico manoscritto medievale riportante la cronaca di Erchemperto non si può sostenere che qualche parte di quell'opera sia andata perduta. Come è stato recentemente ipotizzato, una possibile spiegazione potrebbe essere costituita dalla circostanza che la comunità cassinese fosse stata così scioccata da questo terribile evento che si preferì non menzionarlo e ci vollero oltre due secoli per "digerirlo" e cominciare a parlarne." L'AUTORE – Erchemperto nacque probabilmente a Teano e visse a Capua nel secolo IX e morì probabilmente nel secolo seguente nel 901 poichè la sua "Storia" si ferma all'889, mentre aveva promesso di narrare i fatti, che avvennero dopo. Da bambino fu oblato a S. Benedetto, ma non sappiamo se per ricevere una buona educazione o per farsi monaco. Comunque lo troviamo monaco a Montecassino, quando fu ricostruito dall'abate Angelario, che lo spedì a Roma, perché il papa Stefano V aiutasse i monaci di Cassino, sfollati a Capua, in quanto Atenolfo aveva sequestrato tutti i beni, che i monaci avevano portato via con sé. Ercheperto, per altri Erchemperto, fu monaco di Montecassino e scrisse la sua "Storia dei Langobardi", continuazione di quella di Paolo Diacono per quanto riguarda i Langobardi dell'Italia Meridionale o di Benevento. Come Luca e Marco, evangelisti, scrivono ciò che hanno visto, sì, ma di più ciò che hanno udito. Dunque la sua "Storia" non esce fuori dall'esperienza personale, ma rientra tra i canoni sanciti dalla tradizione. Il suo latino è rozzo ed è difficile a tradursi. Qui viene offerta una traduzione dal testo del Pertz, pubblicato ad Hannover, 1838 nel III volume di M.G.H., SS. Scriptores. IL CURATORE - Luigi Andrea Berto insegna Storia Medievale nella Western Michigan University (USA). I suoi principali ambiti di ricerca sono l'Italia altomedievale e Venezia nel Medioevo. Ha pubblicato "Testi storici veneziani (XI-XIII secolo)" (1999), Giovanni Diacono, "Istoria Veneticorum" (1999), "Il vocabolario politico e sociale della Istoria Veneticorum di Giovanni Diacono" (2001), "Testi storici e poetici dell'Italia carolingia" (2002), "Cronache e concili" (2003, con G. Fedalto) e "Chronicae Sancti Benedicti Casinensis" (2006), oltre ad articoli e voci nel "Dizionario biografico degli Italiani", "The New Oxford Dictionary of the Middle Ages" e nell'"Encyclopedia of the Medieval Chronicles". INDICE DELL'OPERA – 1. Il quadro storico (1.1. L'Italia meridionale longobarda (774-fine IX secolo) - 1.2. L'autore - 1.3. Le caratteristiche della cronaca - 1.4. L'immagine dei governanti longobardi nella "Piccola Storia dei Longobardi di Benevento" - 1.5. Conclusioni) - 2. Il testo (2.1. I manoscritti della "Piccola Storia dei Longobardi di Benevento" - 2.2. Testi presenti nel Codex Vaticanus Latinus - 2.3. Autori medievali che hanno usato la "Piccola Storia dei Longobardi di Benevento" - 2.4. Le edizioni precedenti - 2.5. Criteri adottati per l'edizione del testo latino) - 3. Confronti e presenze (3.1. Somiglianze e differenze tra il carme dedicatorio rivolto al principe di Benevento, Aione, e la cronaca di Erchemperto - 3.2. Probabili allusioni ad altre opere presenti nella "Piccola Storia dei Longobardi di Benevento") - Genealogia essenziale della dinastia capuana – Bibliografia – Fonti – Studi – 4. L'opera (Erchemperti Ystoriola Longobardorum Beneventum degentium - Erchemperto, Piccola Storia dei Longobardi di Benevento) - Indice dei luoghi e dei nomi - Indice dei passi biblici |