Woodrow Wilson alla Conferenza di Parigi Stampa E-mail

Giuseppe Meligrana

Woodrow Wilson alla Conferenza di Parigi
Il primo antiamericanismo


Meligrana Giuseppe Editore, pagg.144, € 10,00

 

meligrana wilson  IL LIBRO – Lo scopo di questo libro è quello di affrontare e analizzare il comportamento di Woodrow Wilson, ventottesimo presidente degli Stati Uniti d'America, durante la Conferenza di Parigi del 1919, che ha posto formalmente fine alla Prima Guerra mondiale. La conferenza doveva, secondo Wilson, costruire una pace innanzitutto giusta, cioè non punitiva verso i vinti, ma soprattutto duratura, cioè stabile nel tempo. Egli perciò era andato a Parigi con un preciso - anche se piuttosto generico - piano con il quale si proponeva di rivoluzionare le relazioni internazionali, eliminando del tutto l'ormai anacronistico sistema del balance of power e creando pertanto la Società delle Nazioni, che avrebbe imposto il diritto internazionale tra gli Stati e scongiurato, attraverso politiche di disarmo, decolonizzazione e collaborazione economica, il pericolo di nuove guerre. A Parigi però egli non solo trovò di fronte a sé l'ostilità degli alleati, che erano alquanto riluttanti ad accettare la sua new diplomacy e pertanto limitare il loro ius ad bellum, ma si scontrò anche con la complessità etnica e nazionale europea, che non permetteva di tracciare 'giusti' confini in base al principio dell'autodeterminazione dei popoli. Egli pertanto di fronte agli alleati - che per la prima volta nella storia si dovettero confrontare e scontrare con gli ideali americani, determinando appunto il primo episodio di antiamericanismo -, di fronte alla complessità dei problemi, alla difficile situazione economica europea e all'opposizione del Senato americano; fedele all'isolazionismo, dovette per forza di cose rinunciare al suo programma di pace originario ed accettare quasi sempre, Italia esclusa, ingiusti compromessi. Il suo idealismo dunque, che era basato tra l'altro su un'eccessiva fiducia nell'indole umana e sull'errata convinzione che l'opinione pubblica mondiale era dalla sua parte, andò nel corso della conferenza pian piano scemando. Le errate valutazioni sulle diverse questioni, la sfortunata dinamica dei fatti e i suoi errori di calcolo, causati dalla assoluta mancanza in Wilson dell'arte della diplomazia, porteranno pertanto il presidente americano ad accettare di firmare un ingiusto trattato. Le ingiustizie pregiudicheranno la ratifica americana del trattato, che conteneva tra l'altro lo statuto della Società delle Nazioni, a cui Wilson, in un mix tra giustificazione e speranza, alla fine aveva dato l'infausto compito di revisionare le ingiuste clausole del trattato, per ottenere così quei risultati che a Parigi egli stesso non era riuscito a raggiungere.

  DAL TESTO – "A Parigi si assistette per la prima volta nella storia al fenomeno dello antiamericanismo nel senso che fu proprio durante la conferenza che gli europei negarono la bontà e la validità dei principi americani in merito ai fatti internazionali. L'opporsi al wilsonismo infatti rappresentò allora un totale rifiuto delle nuove idee americane in nome della tradizione e della convenienza europea. Anche oggi come allora, paradossalmente, l'antiamericanismo europeo e mondiale si muove ancora contro il wilsonismo ed i suoi principi.
  "Nel 1919 la superba Europa ha pagato il fatto di essersi opposta a Wilson - e di non avere voluto collaborare con lui nella difficile missione che il presidente americano si era prefissato - con la seconda guerra mondiale, con la tragica esperienza nazista e con la fine del suo primato politico e culturale. Recentemente ho letto che i nazisti nel 1945 erano riusciti a fabbricare una rudimentale bomba atomica; fu solo grazie al fatto che ormai era iniziata l'invasione alleata che i nazisti non portarono a termini gli ultimi esperimenti atomici, ma sarebbero bastati solo pochi mesi in più di tempo e la Germania avrebbe avuto la bomba addirittura prima degli americani. Se questo fosse accaduto allora l'umanità avrebbe pagato veramente a caro prezzo la conferenza di Parigi e l'antiamericanismo (antiwilsonismo) europeo."

  L'AUTORE – Giuseppe Meligrana è nato a Tropea nel 1982. Dopo gli studi classici nel 2000 si è iscritto alla facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Bologna conseguendo nel 2004 la laurea nell'indirizzo storico-politico, con la specializzazione in diritti umani e intervento umanitario. "Woodrow Wilson alla Conferenza di Parigi" è la sua prima pubblicazione.

  INDICE DELL'OPERA – Premessa - Introduzione - I. Thomas Woodrow Wilson (1. Dalla nascita al rettorato di Princeton - 2. Dall'ascesa politica alla morte) - II. Il mondo "prewilsoniano" (1. Il background storico-culturale del wilsonismo - 2. Le relazioni internazionali prewilsoniane - 3. L'America prewilsoniana - 4. Lo scoppio della guerra) - III. Wilson: aspettative ed obbiettivi (1. Il wilsonismo: puro idealismo o alto realismo? - 2. Le sistemazioni territoriali - 3. Gli armistizi - 4. Gli ultimi episodi prima della conferenza) - IV. I primi scontri (1. Wilson e la delegazione americana - 2. Le questioni preliminari della conferenza - 3. L'inizio della conferenza - 4. La Società delle Nazioni - 5. Wilson in America) - V. Il cupo periodo del compromesso (1. Il ritorno - 2. Un totale cambiamento - 3. Il compromesso sul confine nord-occidentale tedesco - 4. Wilson ed il confine sud-orientale tedesco - 5. Disarmo, riparazioni e colonie - 6. La revisione del Covenant) - VI. Wilson e l'Italia (1. L'Italia di Wilson prima della conferenza - 2. Wilson e la delegazione italiana - 3. Lo scontro - 4. L'appello di Wilson - 5. La rottura definitiva) - VII. La fine di 'una' conferenza (1. Le ultime questioni - 2. La consegna ai tedeschi - 3. Wilson e le modifiche - 4. La fuga) - VIII. Wilson a Parigi: quale soddisfazione? (1. Wilson e l'opinione pubblica americana - 2. Wilson ed i 14 punti - 3. Le giustificazioni alle ingiustizie - 4. Se fosse stata una pace wilsoniana) - Conclusione - Note - Bibliografia - Indice